Il sogno della nuova Dc passa per il voto su Berlusconi

La bussola politica

Dietro l’esplosione di Scelta Civica, guidata da Pier Ferdinando Casini e Mario Mauro, si agita una trama che punta soprattutto alla sopravvivenza personale di questi vecchi rentier democristiani. Dodici senatori cattolici del fu partito di Mario Monti, da questa settimana, faranno gruppo a parte e si preparano a offrire i loro voti per la salvezza di Silvio Berlusconi dal procedimento di decadenza a Palazzo Madama.

La defenestrazione parlamentare del Cavaliere è il passaggio più difficile per la navigazione di Enrico Letta e la pattuglietta cattolica deve evitare ad ogni costo che la legislatura si concluda anzitempo. Ma le mosse di Casini non hanno come obiettivo soltanto la stabilità, che per lui non è un fine ma un mezzo. Al leader dell’Udc soprattutto serve tempo, lui ha bisogno di guadagnare spazio di manovra per tentare due strade, due operazioni politiche, una più ambiziosa (l’altra un po’ meno), che gli consentano di restare “centrale” nel quadro pazzotico della politica italiana e riguadagnarsi così un posto in Parlamento alle prossime elezioni.

L’ipotesi più ambiziosa è quella di cui Casini ha discusso con alcuni dirigenti del Pdl e membri dell’esecutivo di grande coalizione negli ultimi giorni: provocare una scissione sia nel Pd sia nel Pdl e condensare così attorno al governo una nuova forza politica di centro. Questa idea piace molto a Gaetano Quagliariello, a Maurizio Lupi e a Mario Mauro, oltre che a una parte della Cei non ancora “bergoglizzata”, e interessa anche ai popolari del Pd come Beppe Fioroni. Il problema è che Enrico Letta, che dovrebbe essere della partita, non sembra ascoltare affatto le lusinghe insistenti di Casini.

Il leader dell’Udc, dopo aver utilizzato e abbandonato Monti, vorrebbe accucciarsi all’ombra di Letta, il presidente del Consiglio che ancora deve decidere cosa vuole fare da grande, ma che è ormai emerso come leader di prima fila all’interno del Pd, unico vero avversario di Matteo Renzi. Nei piani di Casini, Letta dovrebbe trasformarsi in una specie di Merkel italiano, unire una vasta aggregazione cattolica (da Maurizio Sacconi a Dario Franceschini), e inaugurare così una Terza Repubblica in cui lui, Casini, sarebbe ancora una volta presente, vero highlander d’Italia. Tuttavia la scomposizione di Pd e Pdl è ovviamente operazione molto complessa. E difatti i neodemocristiani si accontentano anche di parecchio meno. Sia Casini, sia Mauro, sono pronti – e questa è la seconda ipotesi che valutano – a ritornare satelliti dell’universo berlusconiano. C’è sempre un piano B a casa dei vecchi tramatori.

Alle prossime elezioni il Cavaliere non sarà più candidato, visto che è ineleggibile e condannato in via definitiva, cosa che rende più semplice il ritorno in patria di Casini e Mauro. Il Pdl (o Forza Italia) dovrà cercare alleati e, come ha detto Quagliariello qualche tempo fa al Foglio, rivelandosi, “storicamente noi abbiamo vinto quando siamo riusciti a conquistare il centro”. Insomma ritornerebbe la vecchia Casa della Libertà, con la Lega e una specie di Udc, progetto – questo – di più facile realizzazione per Casini. L’idea piace, molto, ad Angelino Alfano, probabile candidato premier per il centrodestra, che ne ha già parlato con Berlusconi. I giochi sono aperti. Comunque vada, per l’allievo di Arnaldo Forlani si apriranno le porte della sua decima legislatura, da quando entrò alla Camera per la prima volta, con il pentapartito, il 12 luglio 1983. Aveva ventotto anni.

Twitter: @SalvatoreMerlo

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