Un giudice federale statunitense ha sentenziato, qualche giorno fa, che la figura di Sherlock Holmes, uno dei personaggi più noti e amati della letteratura mondiale, rimarrà sotto il pubblico dominio. La sentenza arriva in risposta a un esposto presentato in febbraio da Leslie S. Klinger, editore americano che rifiutava di pagare le tasse di licenza alla compagnia che detiene i diritti d’autore di Sir Arthur Conan Doyle, per la pubblicazione di una raccolta di racconti. Nonostante Sherlock Holmes rientri nel pubblico dominio ormai da parecchi anni – Sir Arthur è morto nel 1930 e Uno studio in rosso venne pubblicato per la prima volta nel 1887 – la Conan Doyle Estate Ltd. continua a pretendere un pagamento da chiunque lo sfrutti, argomentando la richiesta con il fatto che dieci racconti vennero pubblicati dopo il 1923, assicurando così lo sfruttamento del personaggio fino al 2023. La sentenza di questi giorni torna ad affermare che la maggior parte degli elementi che riguardano l’investigatore di Baker Street rimangono pubblici, come vuole la legge, e che solo i particolari contenuti nei racconti successivi al ’23 sono passibili di diritti d’autore.
Questo vuol dire che pioveranno altre decine di adattamenti cinematografici e televisivi, oltre che la continua ripubblicazione dei libri? Non lo sappiamo. Per quanto ci riguarda basta che ci sia sempre Benedict Cumberbatch.
Per saperne di più potete leggere questo articolo di Slate, questo articolo del New York Times e questo articolo dell’Economist. A questo indirizzo trovate l’intero testo della sentenza.