I Monty Python non scherzano (più) sulla religione

Non ci sarà un "Abdul di La Mecca"

Durante la loro carriere, i Monty Python hanno sempre scherzato su tutto, trovano il lato ironico e comico di ogni situazione. Ma, durante la trasmissione Today su BBC Radio 4, Michael Palin dei Python ha messo un paletto riguardo a una cosa su cui non scherzeranno nella loro reunion del prossimo luglio: la religione.

Palin ha spiegato che, rispetto agli anni in cui lavoravano i Monty Python, oggi è diventato molto più difficile parlare di religione. Ha detto: «Non penso potremmo più fare un film come Brian di Nazareth. Una parodia dell’Islam sarebbe ancora più difficile. Abbiamo visto tutto quello che è successo a Salman Rushdie [autore de I versi satanici che l’ayatollah Khomeyni condannò a morte per bestemmia nel 1989] e nessuno di noi vuole arrivare a quel punto. È un peccato ma è così. Ci sono persone là fuori che non hanno senso dell’umorismo e sono armate».

Va detto che nemmeno Brian di Nazareth alla sua uscita nelle sale nel 1979 è stato risparmiato dalle critiche e dalle accuse di blasfemia per via della sua carica satirica. I Python, però, lo difesero sempre (anche in un famoso dibattito televisivo contro il vescovo di Southwark), sottolineando che il film non ride della figura di Gesù ma del suo seguito e delle persone che lo circondano, che arrivano persino ad osannare il protagonista, Brian, come il messia dopo che ha semplicemente dato qualche consiglio di buon senso.

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In un altro momento del programma, Michael Palin ha parlato dell’approccio dei Python alla comicità e alla satira: «Quando lavoravamo [negli anni ’70] noi non si poteva nemmeno parlare dell’omosessualità. I Python hanno sempre cercato di fare i conti con cose con cui non avrebbero dovuto. È come essere a scuola: non appena l’insegnante dice “non è divertente”, tu ti metti a ridere. Non abbiamo mai preso di mira le persone, non ci siamo mai detti “dovremmo attaccare questo o dovremmo fare quello”. Scrivevamo semplicemente le cose che ci facevano ridere. C’è già un sacco da ridere su come è la vita.»

E continua: «Gli inglesi amano l’imbarazzo, siamo la società del “mi spiace”. Se qualcuno ti da un pugno in faccia tu rispondi: “Sono terribilmente dispiaciuto che la mia faccia fosse lì. La tua mano sta bene?”».

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