Serie mon amourQuando anche gli americani adattano dall’inglese

Da British a stelle e striscie

Giubilo e perplessità. La notizia che il canale televisivo statunitense HBO firmerà il remake della serie inglese Utopia provoca nei telespettatori di tutto il mondo sentimenti contrastanti. Il primo è di tripudio: Utopia è stato uno degli show che ha segnato l’annata televisiva 2013, una delle produzioni più coraggiose e disturbanti mai andate in onda sul piccolo schermo (insieme alla sorella Black Mirror, realizzata dallo stesso canale, Channel 4). HBO è un’icona della serialità televisiva. Aggiungiamo pure che a firmare il rifacimento ci sarà David Fincher, fresco di Emmy come regista di House of Cards. Insomma, con un mix del genere, come si fa a non esserne contenti?

Eppure la gioia è offuscata da un attimo di esitazione: perché gli americani devono sempre mettere mano e rivedere in chiave stelle e strisce le chicche britanniche? È comprensibile riscrivere i prodotti con grande potenziale ma sfruttati male. Vada anche riportare alla luce e modernizzare show datati e dalla trama strettamente politica che non hanno avuto troppo successo fuori dai confini britannici (è il caso di House of Cards, appunto, che nasce da una miniserie della BBC degli anni Novanta, acclamata in patria ma poco nota al pubblico internazionale, ambientata ora nelle retrovie della Casa Bianca). Ma questi due scenari non valgono per Utopia. La versione originale era sublime e di stampo internazionale, cosa può aggiungere l’impronta, per quanto esperta, di HBO a un prodotto del genere? Perché non limitarsi, dato che non ci sono nemmeno problemi “linguistici”, a comprare i diritti e trasmettere negli States la serie madre? Domande, a prima vista, prive di una risposta logica che però dicono tanto su quell’America che, quando si parla di televisione, osanniamo e veneriamo per il suo essere rivoluzionaria e incredibilmente all’avanguardia. Okay, per certi versi lo è. Tanti grandi cambiamenti (a livello tecnologico – si legga Netflix, Amazon – e contenutistico – si pensi a Masters of Sex) arrivano da qui. Eppure la TV americana spesso ha un grande deficit che tendiamo a ignorare, forse perché affascinati dagli scenari d’oltreoceano: per quanto conquisti tutto il pianeta, è una TV pensata per gli americani e fatta dagli americani. I telespettatori negli States sono molto più conservatori di quanto si possa immaginare e il tubo catodico riflette questa loro caratteristica. Un protagonista inglese? Giammai. Meglio copiare di punto in bianco la serie e rifarla con attori “di casa” (o, in alternativa, obbligando gli attori britannici a recitare di nuovo la propria parte con accento americano: no, non è follia, succede davvero con David Tennant, impegnato a rifare se stesso nel remake statunitense di Broadchurch).

Be’, l’ultimo titolo a rientrare in questa folle rincorsa all’americanizzazione a tutti i costi è proprio Utopia, un thriller ad altissima tensione che confonde i piani tra realtà e finzione letteraria e trascina un gruppo di fan di un fumetto in un mondo fatto di tradimenti, lealtà mutevoli, cospirazioni, rivelazioni scioccanti e violenza gratuita. Ma a rendere la serie inglese degna di nota non era stata solo la trama, bensì quell’impronta fotografica spiccata, ricca di colori ipersaturi. E il pallino per la fotografia è una caratteristica tipicamente british (Sherlock vi dice niente?). Saprà HBO creare qualcosa di altrettanto singolare e atipico? Il dilemma è aperto. Per ora la notizia di “Utopia made in USA” ci fa sospirare (e non gridare) un sì. Un sì smorzato e interrotto in gola.

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