La mattina del 27 maggio 2014 è morto a New York il grafico e designer italiano Massimo Vignelli, ha dato la notizia il collega Michael Bierut con un lungo ricordo pubblicato su Design Observer. Vignelli era malato da tempo e nelle scorse settimane aveva chiesto online a tutte le persone che erano state influenzate dal suo lavoro di mandargli delle lettere. E in moltissimi avevano risposto.
Vignelli era uno dei grandi del design italiano, tra i suoi progetti più importanti c’erano l’identità visiva di American Airlines, quella di Benetton, l’aggiornamento del logo di Ford e anche l’intero sistema di segnaletica della metropolitana di New York. All’inizio degli anni Settanta, Vignelli progettò anche una mappa della metropolitana di New York, che fu però usata solamente per 7 anni, dal 1972 al 1979, e poi ritirata per le incongruenze (volute, secondo Vignelli) tra la posizioni delle fermate sulla mappa e le posizioni nella realtà.
Vignelli era nato a Milano nel 1931 e aveva studiato al Politecnico di Milano e alla facoltà di architettura di Venezia. I suoi primi lavori — perfettamente in linea col suo motto «design is One» secondo cui il design era un’unica disciplina declinata con conoscenze settoriali — sono di design del prodotto e soltanto più tardi inizia a dedicarsi alla grafica. Negli anni Sessanta, Vignelli si trasferisce a New Tork dove apre una sede di Unimark International, società da lui fondata che diventerà una delle più grandi aziende di design del mondo. Nel 1971, insieme alla moglie Lella, Vignelli fonda la Vignelli associates, società dove Massimo lavorerà per tutta la vita.
Nel 2013 era stato pubblicato un film documentario sulla sua carriera, intitolato Design is One, con interviste al designer, ai colleghi e alla moglie con cui Massimo collaborò per tutta la carriera. Per chi vuole approfondire ancora di più, nel 2008 Vignelli aveva pubblicato online The Vignelli Canon, un ebook gratuito che riassume i più importanti principi del suo lavoro. «La creatività ha bisogno del sostegno della conoscenza per essere in grado di fare il suo lavoro al meglio», scriveva nell’introduzione.
Correzione: Massimo Vignelli non ha creato l’identità visiva di Ford come diceva una precedente versione dell’articolo ma l’ha aggiornata, partendo dallo storico logo già esistente.