«Buongiorno si accomodi. Ecco questo è il contratto. Legga tutto attentamente»
«Tutta questa roba? Ma guardi che non c’è bisogno. Io ho deciso. So tutto. Sono sicura»
«Signora, mi faccia il favore, legga bene, perché poi non si può tornare indietro. Io voglio essere sicuro che lei abbia preso in considerazione tutti gli aspetti. Io mi assento. Vado di la. Legga. Quando torno, mi faccia pure tutte le domande necessarie»
«Va bene Notaio. Se lo dice lei. Leggo. Ma le assicuro che nulla mi farà cambiare idea. Io sono S-I-C-U-R-A!».
Mi guarda, scuote la testa. Abbozza un sorriso e va via.
«Amo mio marito, credo nel nostro progetto. L’offerta ricevuta è sicuramente da non perdere»
Quante storie Notaio, che sarà mai questo espatrio. Che conseguenze così gravi avrà mai, da dover firmare addirittura un contratto.
Io so già tutto. Amo mio marito, credo nel nostro progetto. L’offerta ricevuta è sicuramente da non perdere. Poi ho una bimba piccola. Farò la mamma come neanche avrei mai immaginato di poter fare. Magari avrò un sacco di tempo per me, per fare sport, andare in giro, conoscere gente di tutto il mondo, insomma non mi sembra così male. Magari potrò ripensarmi in modo diverso. E poi non abbiamo molta scelta.
Dopo mezz’ora, lui rientra, io ho la testa che mi scoppia.
Questa volta sono io che sorrido a malapena. Lo guardo negli occhi e ci capiamo.
«Allora signora ha cambiato idea? Vuole ancora firmare?»
«mmm…bè, si certo firmo, però Notaio quello che c’è scritto qui è tutto vero? Non è che lei ha esagerato? È un po’ negativo?»
«Clausola uno. Mimma Zizzo dovrà lasciare il lavoro e occuparsi h24 del marito e dei figli»
«Signora io non ho esagerato. Ho previsto tutte le possibilità. Io sono un professionista serio. E vorrei una doppia firma per assenso nel paragrafo c del contratto: Le paure delle mogli expat. Le rileggiamo?»
«Va bene…»
«Allora, iniziamo con la prima clausola: Signora Mimma Zizzo dovrà lasciare il lavoro e occuparsi h24 del marito e dei figli, perdere la sua indipendenza economica e mettere via tutti i sacrifici fatti»
«Notaio, lo so, è stata la nostra prima preoccupazione. Ma è la cosa migliore per noi. Poi insomma pure mia madre alla fine ha fatto la stessa cosa»
«Certo signora, ma sua madre era in un’altra epoca. Per tutti sua madre sarà stata una brava donna, brava moglie e madre e i soldi erano della famiglia. Lei invece sarà la mantenuta. Quella che ha tanto tempo, che non lavora. È pronta a sentirsi chiamare così??»
Faccio di si con la testa. Ma non ci avevo pensato, pensavo che sarebbe stato al massimo un mio problema non per gli altri.
«Clausola due. Non è detto che lei per aver fatto questa scelta avrà la riconoscenza eterna e il suo matrimonio sarà perfetto e durerà per sempre. Suo marito mantiene il diritto alla separazione. A darle magari pure pochi soldi, perché insomma lei poteva lavorare. Ci ha pensato a questo?»
«Bè Notaio le coppie si lasciano pure se non affrontano un espatrio, e spesso i mariti non pagano alcun assegno di mantenimento. Inoltre nel paese dove andiamo avrò una visa che non mi permette di lavorare. Perché lo sponsor sarà mio marito. E se lavoro avrò diritto a un compenso molto basso»
«Certo lo so. Tanti anche in Italia si separano, però lei nel frattempo ha cambiato vari paesi, magari non ha una vera casa e potrebbe ritrovarsi in terra straniera o rientrare in Italia, dove non è detto che trovi comprensione, d’altro canto lei ha voluto fare la mantenuta e insomma se l’è un pò cercata»
«Clausola due. Suo marito mantiene il diritto alla separazione»
Ho sempre più la gola secca.
«Clausola numero tre: lei non potrà mai ammalarsi. E non si sogni di farsi venire qualcosa di grave, perché sarà davvero difficile trovare un’assistenza. E anche per far arrivare i suoi cari ci vuole tempo, poi in alcuni paesi non esiste il visto turistico e loro non possono entrare. Insomma, è pronta ad assumersi il rischio di malattie da gestirsi in solitudine? Poi lo sa che in alcuni paesi può andare in ospedale solo se accompagnata da suo marito e il medico se uomo potrebbe rifiutarsi di visitarla? Inoltre, lei non sa così bene l’inglese come glielo spiega? E poi i protocolli degli ospedali non sempre sono validi»
«Ma scusi non mi sono mai ammalata, poi sono abituata, pure a Milano ero sempre sola. E poi sto per fare un full immersion di inglese. Secondo me lei la fa più difficile di quello che è»
Mi guarda e scuote ancora la testa. Penso che mi consideri proprio una sprovveduta.
«Lo sa che in alcuni paesi può andare in ospedale solo se accompagnata da suo marito?»
«Lo sa che il primo anno che si espatria ci si ammala spesso? Proprio a causa del cambiamento climatico, ci sono virus e batteri per i quali lei non ha anticorpi. Lei ci ha pensato che la sabbia fa venire l’asma? E che porta un sacco di malattie?»
Inizia ad infastidirsi.
«Clausola numero 4: lei si trasferisce in un paese dove può vivere solo perché suo marito è il suo sponsor. Sa cosa vuol dire tutto ciò? Che se suo marito farà un business trip, e lui dato il suo lavoro li farà, lei deve stare davvero molto attenta. Potrebbero fermarla la polizia, magari rilevare delle irregolarità, oppure lei nella fretta ha dimenticato di prendere tutti i documenti, ha cambiato portafoglio, borsa. Loro chiamerebbero suo marito e il fatto che lui non ci sia, per lei sarebbe un gran problema. Verrebbe trattenuta nel posto di polizia. Finchè suo marito non rientra nel paese. Stessa cosa se per caso succede un incidente mentre guida. La presenza di suo marito è indispensabile»
«Ma scusi, lui deve lavorare, come facciamo?»
«Signora io l’ho avvertita. Magari stia in casa in quei giorni. Ma io dovevo metterla in guardia. Non sono neanche così sicuro che sia una buona idea che lei guidi»
«Ho la maglietta incollata addosso»
Sento che mi è venuto mal di pancia, ma ho come la sensazione che il peggio deve ancora arrivare.
«Clausola numero 5: decesso del marito. Non mi guardi così, lei lo sa che purtroppo potrebbe succedere. E’ già successo che mentre si è all’estero accadano delle disgrazie, le pratiche di espatrio della salma sono molto complicate. Immagino che avrete un conto corrente che sarà intestato solo a lui. Sarà molto difficile recuperare i soldi che vi sono depositati. Inoltre voi avete una figlia femmina e in questi casi occorre un testamento altrimenti i soldi vanno di diritto tutti al primo erede maschio. Le conviene farsi amico qualche pezzo inserito nella burocrazia del paese dove andrà a vivere. E pensare a un piano di emergenza in questi casi. Mi sembra che ci siamo detti tutto. A me premeva mettere in luce questi aspetti del contratto di expat. Gli altri, la lontananza dai propri cari e amici, la possibilità di cambiare spesso paese, gestire ansie e paure dei figli, conoscere sempre tanta gente cercando di non affezionarsi troppo perché si deve essere pronti a salutare domani, sono aspetti noti a tutti. E immediatamente evidenti. Ma questi no. Tanti preferiscono non pensarci. Ma è bene sapere tutti i rischi. Allora signora Mimma Zizzo firma?».
Ho la maglietta incollata addosso.
Non avevo valutato tutti questi aspetti. Per carattere non penso troppo alle difficoltà. Amo pensare al bello, alle possibilità. E preferisco trovarmi di fronte alle difficoltà e affrontarle e basta. Non stare troppo a meditarci. Però il notaio ha ragione, sono possibilità concrete.
Ma io ho deciso e firmo.
Si, firmo con la stessa stilografica che avevo regalato a mio marito pensando che sarebbe arrivato un contratto di lavoro più gratificante.
Perchè alla fine pure per firmare questo contratto ci vuole una penna importante.
«Certo avvocato firmo. E sa che faccio? firmo su tutte le pagine!! Perchè Notaio io sono S-I-C-U-R-A e ora più che mai. E sa che le dico Inshallah».
Ovviamente questo contratto non esiste. Ma tutte le condizioni del paragrafo C sono assolutamente vere.
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Questo post è apparso su mammeneldeserto.com.
Mamme nel deserto è la storia di due donne, Drusilla e Mimma, che si incontrano nel deserto non solo fisico, ma anche metaforico. Siamo due donne expat per amore. Siamo due mamme che hanno lasciato tutto, lavoro, famiglia, amici e seguito il marito che ha avuto una buona opportunità lavorativa. Siamo due donne che hanno deciso di saltare sul treno in corsa tenendo in braccio un figlio piccolo e per mano il marito, e non ci siamo mai guardate indietro. Il Kuwait è stata la nostra tabula rasa e qui abbiamo riscritto una parte della nostra storia