Se ripulire i muri dai graffiti diventa un esempio di partecipazione civica

Se ripulire i muri dai graffiti diventa un esempio di partecipazione civica

Il concetto di partecipazione può essere declinato in molti modi e ciascuno di essi ha un suo valore in quanto capace di arricchire e di rendere migliore il lavoro di chi governa la città. Gli amministratori sono ormai abituati a confrontarsi quotidianamente con comitati e associazioni che presentano proposte, criticano interventi, chiedono modifiche a progetti che per tante ragioni non appaiono condivisibili; o che diventano parte attiva nella gestione condivisa di spazi e di aree; o che, grazie all’impegno dei loro volontari, promuovono iniziative utili alla città. Questo confronto, questo travaso continuo di idee, per quanto complesso e non sempre di facile gestione, a volte riesce a modificare, a migliorare o ad abolire progetti ritenuti perfettibili o addirittura dannosi; in alcuni casi anche a crearne di nuovi che, oggi, stanno contribuendo al miglioramento e alla sostenibilità della nostra città.

Un’associazione che in questi anni ha dato avvio a un fenomeno virtuoso per il senso civico e il rispetto per la cosa pubblica

In questo contesto, ricco di positivi segnali, vorrei parlare di un’associazione che in questi anni sta non solo collaborando alla cura e al decoro della città, ma ha dato avvio a un fenomeno virtuoso per il senso civico e il rispetto per la cosa pubblica. Lavorando attivamente e materialmente, intervenendo sul territorio, operando là dove l’amministrazione, vuoi per mancanza di mezzi, vuoi per difficoltà organizzative, non riesce ad arrivare. Il tutto senza nulla chiedere in cambio.

Stiamo parlando dell’Associazione Antigraffiti – Retake Milano, che da anni ripulisce dalle scritte i muri della città. L’associazione, attiva dal 2006, nel corso degli anni ha accolto al suo interno altre associazioni di volontariato (Associazione Milano Muri Puliti e Comitato Abruzzi Piccinni), già operanti nell’ambito del decoro urbano e della pulizia delle tags dai muri, e conta ormai moltissimi iscritti; ma, soprattutto, ha dato vita a proficue collaborazioni con gli abitanti di molte zone e quartieri della città, con le scuole, con altre associazioni di volontariato (comprese quelle che si occupano di categorie deboli), con i comitati, con i dipendenti di aziende pubbliche e private, con i Consigli di Zona e quindi con l’Amministrazione, e anche con le forze dell’ordine.

L’intraprendenza dei responsabili dell’associazione non si ferma davanti a problemi economici: l’esperienza e la credibilità raggiunte consentono loro di trovare sponsor tra le aziende 

Ciascuna di queste entità viene di volta in volta coinvolta nelle iniziative e nei progetti di Retake Milano e così accade sempre più di frequente di vedere scolaresche, professionisti, dipendenti di aziende, aderenti a comitati di quartiere, soci di circoli culturali, membri di comunità di recupero che, insieme ai volontari dell’Associazione, armati di pennelli e secchi di vernice (e a volte coadiuvati da tecnici inviati dalle aziende sponsorizzatrici che operano con idrosabbiatrici), danno vita a eventi corali di pulizia dei muri della nostra città.

Il nome, Associazione Antigraffiti, che si trasformerà a breve in Retake Milano, non deve trarre in inganno: la valenza culturale del graffitismo, come forma d’arte e come strumento di denuncia e di protesta pacifico e creativo, non è messa mai in discussione, tutt’altro: viene riconosciuta e sostenuta. Gli interventi dell’associazione, infatti, riguardano solo l’ambito delle scritte vandaliche e degli imbrattamenti che sono non solo segno di degrado e di abbandono, ma di assenza di rispetto per la legalità, oltre che per il bene comune. Il loro lavoro spesso è stato (e lo sarà sempre più) prodromo di successivi interventi di street-art: che valorizzano luoghi dapprima degradati e vanno nella direzione di promuovere il graffitismo come forma d’arte, anche attraverso l’individuazione di luoghi, muri, edifici che si prestano a questo genere di operazione.

L’intraprendenza dei responsabili dell’associazione non si ferma davanti a problemi economici: l’esperienza e la credibilità raggiunte consentono loro di trovare sponsor tra le aziende che producono vernici, o macchine per la pulizia, o tute da lavoro, o pennelli. Spesso sono le aziende stesse che chiedono a Retake di organizzare un evento con il sostegno dell’azienda e con il lavoro (ovviamente volontario) dei propri dipendenti. In questo modo, quasi sempre, l’associazione è in grado di coprire le spese di ogni intervento in maniera autonoma e solo di rado è chiesto ai consigli di Zona, oltre al patrocinio, qualche piccolo rimborso per le spese vive…

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