Per il sesto anno consecutivo va in scena a Milano “NavigaMi”, il salone nautico all’ombra della Madonnina. Dall’8 al 10 maggio alcune tra le migliori imbarcazioni del settore verranno esposte lungo il Naviglio grande a disposizione di appassionati ed esperti per informazioni e visite a bordo. La vera novità dell’edizione di quest’anno però è la possibilità di usufruire di tutto lo spazio della nuova Darsena – il vecchio porto milanese inaugurato lo scorso 26 aprile dopo 18 mesi di lavori e 20 milioni di euro investiti — che per l’occasione è stato riservato alla tradizionale iniziativa legata ai più giovani, denominata NavigaMi Kids. Federazioni e associazioni nautiche presenti con i loro stand permettono a più giovani di avvicinarsi agli sport ad acqua.
«Ci sono sia scolaresche che famiglie qui per fare rafting e sembra che la Darsena rappresenti un incentivo in più per provare a fare un giro sui nostri gommoni»
«Ci sono sia scolaresche che famiglie qui per fare rafting — spiega Alberto Gilardi della Federazioni Italiana Rafting — e sembra che la Darsena rappresenti un incentivo in più per provare a fare un giro sui nostri gommoni». Sulla pedana in legno installata a ridosso del canale si affollano parecchi ragazzi tra i 7 e i 14 anni — questa l’età a cui si rivolge l’iniziativa — con tanto di salvagente, in fila pronti per salire sui gommoni. «In generale offriamo un giro di circa dieci minuti — continua Alberto — , sui gommoni salgono 12 persone per volta e un istruttore. Quello che proviamo a fare è insegnare ai ragazzi i movimenti basilari di questo sport e come remare tenendo in modo corretto la pagaia in mano». Per le associazioni che partecipano a questa manifestazione la speranza è anche quella di catturare l’interesse dei ragazzi al di là di eventi come NavigaMI Kids, ma molto spesso non ci si riesce, «non posso dire, almeno per il caso del rafting e dell’associazione che rappresento (Sesia Rafting, ndr) che ci siano molti riscontri post-evento. Molto spesso queste manifestazioni rappresentano dei casi isolati di approccio a questo sport, un momento di puro divertimento per ragazzi che approfittano per passare una giornata diversa».
Al di là del ponte che attraversa la Darsena (a proposito l’ascensore per i disabili non è ancora in funzione), nei pressi della sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, su due grandi imbarcazioni di circa quattordici posti, denominati dragoni, è in corso una sorta di gara. Ragazze da un lato e ragazzi dall’altro, guidati entrambi da un istruttore, si sfidano a colpi di remi con l’obiettivo principale di acquisire le tecniche essenziali della vogata. Nel frattempo alcuni istruttori della Federazione Italiana Vela sono a bordo di piccole barche a vela proprio al centro della scena. Sulle banchine, c’è chi spiega i comportamenti da tenere in barca a vela durante una regata, ovvero come si muove il timone e come si affronta il vento (che per l’occasione era riprodotto da un enorme ventilatore). Poco più in là altri ragazzi si allenano con dei vogatori (remoergometri è il termine tecnico esatto) installati apposta per la manifestazione.
L’utilizzo di questi strumenti di solito serve a far abituare i ragazzi ai movimenti da effettuare una volta saliti in barca, oltre a gestire il loro equilibrio e misurare le distanze percorse e il tempo trascorso a remare. «Siamo soddisfatti dell’affluenza di giovani che abbiamo riscontrato fino a questo momento – racconta Francesco istruttore e allenatore della squadra agonistica di canottaggio della società Canottieri Milano – e con l’apertura della Darsena finalmente abbiamo uno spazio tutto nostro da dedicare ai ragazzi». A vederli spingere gambe e braccia con tale impegno sembra che oltre al divertimento ci sia anche una buona dose di passione, magari nata proprio al momento: «il canottaggio è uno sport a cui in genere ci si appassiona una volta che lo hai provato – continua Francesco – richiede molto impegno e sacrificio. Posso dire che in questi ultimi anni c’è stato un incremento delle iscrizioni legati ai più giovani e non di rado da manifestazioni come NavigaMi si instaurano contatti con ragazzi che poi continuano l’attività anche a livello agonistico». Proprio sul fronte agonistico la Darsena sembra ancora un luogo non del tutto adatto ad allenamenti professionistici, anche per un semplice fatto di gestione del traffico nel canale. Oltretutto chi va in barca per allenarsi lo fa per percorrere lunghe tratte che portano ad uscire dalla città, e per motivi di sicurezza poi è sempre meglio navigare controcorrente.
Per i più nostalgici poi, basta spostarsi nei pressi del nuovo mercato per ammirare il vecchio barcone Nibbio (conosciuto come barcùn dai milanesi) tornato navigare il maggio scorso dopo 36 anni di inutilizzo, e che per sei mesi di Expo sosterà proprio nella Darsena ospitando eventi e iniziative culturali. L’antica “chiatta milanese” lunga 40 metri smise di solcare le acque della città il 31 marzo del 1979, dopo anni in cui trasportava quotidianamente sabbia dalle cave di Castelletto di Cuggiono fino al centro di Milano. Il restauro è stato promosso dall’associazione Navigli Live grazie anche al sostegno economico di Sisalpay. Secondo gli esperti i barconi rappresentavano elementi imprescindibili del passaggio della Darsena, che assieme alle altre vie d’acqua rappresentava i principali corridoi commerciali al servizio di Milano.
Per gli appassionati dei Navigli invece, ecco una gradita sorpresa: l’associazione Navigli Lombardi propone l’iniziativa “Alla scoperta dei navigli di Leonardo”, ovvero un itinerario realizzato per riscoprire i percorsi leonardeschi lungo il Naviglio Grande, il Bereguardo e la Martesana. Durante il 1482 gli Sforza chiamarono Leonardo da Vinci nel capoluogo lombardo dove rimase, presso la corte di Ludovico il Moro fino al 1500. A questo periodo, secondo la storia, risalgono i disegni delle macchine idrauliche, gli studi sui Navigli e i progetti di miglioramento delle conche di navigazione contenute nel Codice Atlantico.