«Lo stadio al Portello? Non siamo soltanto noi residenti a non volerlo. Ho ricevuto lettere di adesione al nostro comitato da cittadini che stanno da tutt’altra parte e sono preoccupati tanto quanto noi. Semplicemente perché ci tengono alla città». Valeria Grandini, membro del comitato “No stadio al Portello”, è un fiume in piena quando racconta cosa è diventata la sua vita negli ultimi tempi. Da quando cioè ha cominciato ad attivarsi per protestare contro la costruzione del nuovo stadio del Milan. «È una scelta assurda — sostiene Valeria — costruire uno stadio in una zona residenziale così piccola. Basta farsi un giro da queste parti per capire come gli spazi siano assolutamente insufficienti e inidonei per una struttura imponente come quella di uno stadio da 48mila posti. Con tutto quello che ne consegue».
«Non si tratta solamente di avere davanti un mostro di trenta metri ci sono i problemi legati alla viabilità, alla gestione dell’ordine pubblico, al deflusso degli spettatori e all’inquinamento acustico»
A preoccupare più di tutto i residenti della zona sembrano essere gli effetti collaterali che lo stadio porterebbe con sé: «non si tratta solamente di avere davanti un mostro di trenta metri – continua Valeria – ci sono i problemi legati alla viabilità, alla gestione dell’ordine pubblico, al deflusso degli spettatori e all’inquinamento acustico». Il rischio è quello di ricreare uno effetto San Siro ma senza gli spazi di San Siro «fuori dal Meazza c’è un grande piazzale che quando c’è la partita sembra piccolissimo, immaginate cosa sarebbe via Gattamelata con più di quarantamila persone da gestire. I marciapiedi sono troppo piccoli, già ora via Teodorico non è in grado di sopportare il traffico di una piccola fiera che si sta svolgendo in questi giorni».
Tutte problematiche che gli stessi residenti hanno messo per iscritto in due lettere inviate più volte a istituzioni ed autorità. Per fare gruppo poi hanno creato un sito, attivato una pagina Facebook, e lanciato una petizione (che ha raggiunto oltre mille adesioni) sulla piattaforma change.org. «È diventato un vero e proprio lavoro – sottolinea Valeria – ci sono giorni in cui inizio con gli incontri in Comune la mattina e finisco a notte fonda davanti al mio computer per rispondere alle tante email che ricevo. Per un po’ di tempo ho fatto anche volantinaggio in tutta la zona. Ci vuole davvero tanto sacrificio». E guai a parlare di riqualificazione del quartiere «uno stadio qui non riqualificherebbe un bel niente, la zona va più che bene così. Semmai si dequalificherebbe tutta la città. Non ha senso fare i paragoni con Londra, dove gli stadi sono stati costruiti all’inizio del ‘900 e non c’erano nemmeno le abitazioni tutte intorno. Così come a San Siro, dove il quartiere intorno è stato realizzato molto dopo e chi acquistava sapeva che c’era lo stadio».
Tra i tanti problemi messi in luce dai residenti ci sarebbe anche quello legato ai parcheggi che, secondo il piano regolatore, dovrebbero essere soltanto mille, di cui novecento previsti sotto lo stadio ma da destinare ad una ristretta parte degli spettatori. Senza contare tutto il discorso legato ai pullman dei tifosi che secondo i bene informati dovrebbero comunque essere parcheggiati a San Siro, data l’impossibilità di uno spazio adatto alla sosta nelle zone del Portello. «La viabilità ne soffrirebbe tantissimo – avverte Valeria – basti solo pensare a viale Scarampo che oggi rappresenta l’accesso alla città dalle autostrade principali. Ogni mattina chi entra a Milano da quella arteria saprà di cosa sto parlando, file interminabili almeno fino alle 9:30. E durante la partita cosa succederebbe? Non posso nemmeno immaginare che una via strategica come quella possa essere chiusa al traffico».
«Se il Milan dovesse vincere il bando, sicuramente ricorreremo al Tar. Si tratta di una battaglia di tutti i cittadini non solo di quelli del Portello»
A leggere gli ultimi sviluppi della vicenda però, non sembrano esserci notizie positive per i residenti del Portello. Lo scorso 9 giugno Fondazione Fiera Milano, dopo una riunione fiume, ha eliminato dalla gara il progetto del polo tecnologico di Prelios uno dei concorrenti favoriti per la vittoria finale. Restano in corsa quindi il Milan con il progetto dello stadio e Vitali assieme a Stam Europe con “Green Street” il percorso ciclopedonale sopraelevato. Mentre la decisione finale che avrebbe dovuto decretare il vincitore del bando è stata rinviata. «D’ora in avanti non faremo più nessuna protesta ufficiale – conclude Valeria – ma staremo soltanto con il fiato sul collo alle istituzioni fino a quando non ci ascolteranno. In ogni caso se il Milan dovesse vincere il bando, sicuramente ricorreremo al Tar. Si tratta di una battaglia di tutti i cittadini non solo di quelli del Portello, ci sono milanesi che addirittura vorrebbero sostenerci economicamente in questa battaglia, ma per ora io li invito a sottoscrivere la petizione che abbiamo lanciato online».