Pizza ConnectionSi chiama Anagrafe per l’edilizia scolastica, ha 19 anni ma non esiste

Si chiama Anagrafe per l’edilizia scolastica, ha 19 anni ma non esiste

Correva l’anno 1996, al cinema impazzavano Trainspotting e Leonardo di Caprio, mentre Mike Bongiorno vinceva il Telegatto alla carriera per i suoi 50 anni in tv. Presidente del Consiglio (dimissionario) era Lamberto Dini e alla Pubblica Istruzione sedeva Giancarlo Lombardi, eletto con il Partito Popolare Italiano. Questo era il tempo in cui la legge n.23 del 1996, vale a dire ben 19 anni fa, entrava in vigore istituendo l’Osservatorio e l’Anagrafe per l’edilizia scolastica.

Si legge a chiare lettere al comma 7: «Il Ministero della Pubblica Istruzione realizza e cura l’aggiornamento, nell’ambito del proprio sistema informativo e con la collaborazione degli enti locali interessati, di un’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica diretta ad accertare la consistenza, la situazione e la funzionalità del patrimonio edilizio scolastico. Detta anagrafe è articolata per regioni e costituisce lo strumento conoscitivo fondamentale ai fini dei diversi livelli di programmazione degli interventi nel settore».

Spesa complessiva, si legge al comma 5 dello stesso articolo della norma: «20 miliardi per l’anno 1995 e 200 milioni annui a decorrere dal 1996». Si parla di vecchie lire, il che significa che fino a oggi per il progetto sono stati spesi 23 miliardi e 800 milioni di lire, vale a dire poco più di dieci milioni di euro. Tollerabile, non fosse che, di fatto l’anagrafe presso il ministero non si è mai vista e l’Osservatorio per l’edilizia scolastica si è riunito per la prima volta a gennaio di quest’anno.

Le regioni hanno istituito proprie piattaforme informatiche per il censimento degli istituti scolastici, ma il Sistema Nazionale delle Anagrafi dell’Edilizia Scolastica (Snaes) ha iniziato a raccogliere le informazioni solo a novembre 2014, e di quel lavoro a oggi non si è visto ancora niente dal Miur.

Correva l’anno 1996, presidente del Consiglio (dimissionario) Lamberto Dini. Era questo il tempo in cui la legge n.23 del 1996, vale a dire ben 19 anni fa, entrava in vigore istituendo l’Osservatorio e l’Anagrafe per l’edilizia scolastica

Lo strumento è importante non solo perché censisce gli istituti ma soprattutto perché, stando alla norma, dovrebbe descrivere nel dettaglio le condizioni delle scuole italiane: dalla vicinanza di fermate di autobus al numero di piani, fino ai certificati di agibilità e all’indice di vulnerabilità sismica degli edifici.

In particolare su queste ultime due voci si consuma gran parte dello scandalo: i genitori italiani non sanno in quali condizioni di sicurezza si trovino le scuole dei propri figli. Il sistema nato a livello regionale non è trasparente nè consultabile, nonostante una sentenza del Tar in seguito a un ricorso dell’associazione CittadinanzAttiva parli chiaro: «L’obbligo di pubblicazione dei dati e delle informazioni contenute nell’anagrafe dell’edilizia scolastica» è enunciato e ribadito da leggi decreti del 2005, e del 2012, i quali dispongono che “la disposizione legislativa impone un obbligo generalizzato di pubblicazione esteso a tutte le banche dati, con la sola eccezione dell’Anagrafe tributaria detenuta dall’Amministrazione finanziaria”. Un concetto che il Tribunale Amministrativo ha dovuto ribadire in quanto dal Miur c’era stato un rifiuto nel fornire i dati richiesti».

Sentenza Tar Lazio Cittadinanza Attiva vs. Miur (Anagrafe Edilizia Scolastica)

I dati intanto sono dispersi tra le amministrazioni locali e la Protezione Civile. L’unico database messo insieme dal Miur è “Scuola in chiaro”, prima spinta alla trasparenza arrivata dall’ex ministro del governo Monti Francesco Profumo, poi morta in culla restando un elenco parziale della disponibilità edilizia delle scuole italiane. Nonostante i crolli e le «37 morti bianche della scuola italiana», come definite dal rapporto #ImparareSicuri della stessa cittadinanza Attiva, non c’è una vera e propria mappa pubblica, aperta e trasparente della vulnerabilità sismica delle scuole. Fino a oggi l’unica mappatura esistente l’ha mostrata Wired con l’inchiesta #Scuolesicure nel 2012.

Il Tar nel ricorso perso dal Miur contro Cittadinanza Attiva ha sancito “l’obbligo di pubblicazione dei dati e delle informazioni contenute nell’anagrafe dell’edilizia scolastica”

La storia recente sarebbe comica se non ci fosse di mezzo la vita delle otto milioni di persone che tutti i giorni entrano ed escono dalle scuole italiane. Fin dal suo insediamento Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha battuto sull’edilizia scolastica. Sono partiti i piani di finanziamento di #scuolebelle, #scuolenuove e #scuolesicure per un miliardo di euro, e per novecento milioni l’attuale sblocco dei mutui trentennali concessi dalla Banca Europea degli Investimenti. Ma dell’anagrafe, vitale per dirottare correttamente le linee di finanziamento agli istituti che più hanno bisogno di interventi strutturali, nemmeno l’ombra.

Fonte: XII Rapporto Nazioanle Imparare Sicuri 2014

Ci sono stati gli annunci e qualche figuraccia, ultima in ordine di tempo lo scorso aprile: dopo l’annuncio del sottosegretario Davide Faraone e una conferenza stampa convocata, a meno di 48 ore dalla presentazione, la conferenza salta. Motivazione ufficiale: sei regioni sono in ritardo, le stesse che non avevano rispettato la tabella di marcia già al controllo dello scorso gennaio. Parliamo di Sicilia, Sardegna, Lazio, Basilicata, Molise, e Campania.

La promessa, sempre del sottosegretario Faraone è stata di avere tutto pronto per giugno, ma ancora non si è visto nulla, così è arrivato il secondo ricorso al Tar contro il ministero di Cittadinanza Attiva: Il ricorso al Tar – spiegano da Cittadinanza Attiva «è oggi ancora più urgente e necessaria in quanto lo strumento dell’Anagrafe dell’Edilizia scolastica consente sia un’oculata programmazione degli interventi già previsti dal Governo e per quelli futuri, ad opera degli Enti preposti, sia di controllare l’efficacia di quanto si sta realizzando, sia di far conoscere alle famiglie le condizioni effettive delle scuole frequentate dai propri figli». Fonti del ministero fanno sapere che al momento la presentazione dell’anagrafe per l’edilizia scolastica è vincolata all’approvazione del disegno di legge sulla cosiddetta “Buonascuola”, il cui percorso alla Camera è tutt’altro che scontato. Così, 19 anni e 10 milioni di euro dopo, si aspetta ancora l’anagrafe per l’edilizia scolastica. Alla faccia dello strumento conoscitivo fondamentale.

(Ultimo aggiornamento 3 luglio 2015)

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