Il settimo episodio di Star Wars, The Force Awakens è nelle sale da qualche giorno e sta già polverizzando i record di spettatori. Il fenomeno non è diventato virale, molto di più, tanto che il metamarketing è arrivato a coinvolgere note confessioni religiose e persino qualche partito politico, che ha provato a gigioneggiare — con pessimi risultati — il claim del film.
L’attesa tra i fan è talmente famelica che scrivere una recensione è diventata un’operazione delicatissima, un misto tra uno slalom per schivare i possibili spoiler e una discesa libera nelle fauci dei detrattori in caso di potenziale stroncatura. In questo contesto di febbrile attesa, quasi tutti i commentatori più autorevoli della saga hanno messo “in relazione” — per usare un eufemismo — questo Episodio VII con la trama dell’Episodio IV, parlando in qualche caso addirittura di un’operazione di remake.
Lo sceneggiatore Roberto Recchioni, uno che in Italia quando si parla di meccanismi narrativi è indubitabilmente tra i più esperti, è quello che l’ha scritto per primo, e anche meglio. Nel suo articolo scritto a caldo (e il più possibile spoiler free) Recchioni l’ha scritto senza girarci intorno:
«Il film inizia come Una Nuova Speranza», scrive Recchioni, «(il capitolo quattro della saga, il primo a essere mai girato, il film che ha dato vita a tutto), prosegue come Una Nuova Speranza e termina come Una Nuova Speranza. Specie nella prima parte, quando il timing delle scene e l’entrata in scena dei personaggi è assolutamente identico al film originale (con qualche angolo d’inquadratura diverso e piccole digressioni del tutto marginali), i due film sono praticamente sovrapponibili e, a dire la verità, funziona anche tutto piuttosto bene»
Al di là del giudizio personale di Recchioni, che è negativo, la sua lettura è molto precisa. Il risveglio della forza è effettivamente una rivisitazione dell’Episodio IV, A New Hope, e se non entriamo nei dettagli è soltanto perché sarebbe una spoilerata di massa. Ma questa filiazione narrativa diretta e palese tra A New Hope e The Force Awakens — che è in fondo sia la forza che la debolezza di questo nuovo episodio della saga — è talmente palese che abbiamo provato a fare un gioco: prevedere la prossima mossa.
Perché se questo è il reemake di A New Hope, il prossimo potrebbe tranquillamente essere il remake di The Empire Strikes Back, ovvero L’impero colpisce ancora. Proseguite soltanto se non temete spoiler o se avete già visto questo Episodio VI, perché dopo questo punto è un campo minato.
Le forze ribelli sono costrette a rifugiarsi su un pianeta per sfuggire alla persecuzione da parte del Primo Ordine e da Kylo Ren, che vogliono sferrare il colpo mortale alla ribellione, soprattutto dopo la distruzione della seconda Morte Nera. Nel frattempo Rey, che ha raggiunto in un pianeta acquoso il maestro Jedi Luke Skywalker, comincia l’addestramento per diventare Jedi.
Attaccati dal Primo Ordine, i ribelli soccombono e Leia e Finn vengono fatti prigionieri da Kylo. Rey, avvertendo il pericolo in cui si trovano i suoi amici, parte per andarli a salvare interrompendo a metà l’addestramento con Luke. Arriva a combattere un duello all’ultimo sangue con Kylo, scoprendo la verità: è sua sorella gemella, abbandonata alla nascita sul pianeta Jakku.
Mentre il Kylo Ren porta Rey alla corte del Leader Supremo Snoke, Poe riesce a soccorrerla e a liberare tutti. Tutti tranne Finn, che viene imprigionato dalle forze del Primo Ordine. Nel finale Poe, Leia e Rey si ritrovano insieme con l’impegno di ritrovare e liberare Finn.