Tra i banchiL’innovazione passa nelle piccole scuole di provincia

L’Istituto comprensivo di Sigillo, sugli appennini umbri, è stato tra i primi ad applicare il metodo CoderDojo. E ora viene presa a modello da molte altre scuole

Ci si immagina che le migliori scuole siano nelle grandi città, dove il “progresso” arriva prima e in modo facilitato, ma in realtà non è così.

La buona pratica o meglio, le tante buone pratiche, si possono trovare ad esempio all’Istituto comprensivo di Sigillo (scuola dell’infanzia, scuola primaria e medie) che copre quattro piccoli Comuni (Scheggia, Costacciaro, Sigillo e Fossato di Vico) tutti con poche migliaia di abitanti, posizionati sugli appennini umbri, ai piedi del Monte Cucco, in provincia di Perugia.

A Sigillo lavora Caterina Moscetti, maestra illuminata che in tempi ancora non sospetti si è avvicinata al movimento CoderDojo e ha intuito le enormi potenzialità di questo modo di fare educazione. L’Italia oggi è la seconda nazione dopo l’Irlanda per numero di Dojo. Ma all’Istituto comprensivo di Sigillo la novità è arrivata prima.

Per chi non lo conoscesse, il CoderDojo è un movimento no-profit internazionale nato in Irlanda nel 2011 con lo scopo di avvicinare le persone all’informatica attraverso la realizzazione di club di programmazione gratuiti. Il nome deriva dall’unione delle parole coder, cioè programmatore, e dojo, la palestra giapponese in cui si praticano le arti marziali. I CoderDojo sono gestiti da volontari chiamati “mentor”. Nel CoderDojo si favorisce un metodo di apprendimento fatto di condivisione, collaborazione tra pari e di lavoro peer-to-peer. Il motto “prima chiedi a tre e poi a me” racconta esattamente lo spirito di lavoro.

Dall’esperienza maturata nel CoderDojo Caterina Moscetti ha provato, con successo, a importare a scuola queste pratiche legate alla programmazione, al pensiero computazionale, alla robotica, al problem solving trovando.

Da questi primi passi al consolidamento di una situazione virtuosa il passo è stato graduale e non senza fatica, ma grazie alla volontà di tutto il team, progetto dopo progetto, l’IC Sigillo sta diventando una scuola esemplare, presa a modello di ispirazione da molte altre scuole italiane.

Scorrendo l’elenco di alcune delle iniziative svolte a Sigillo in questi anni, ci si rende conto di come si possa fare innovazione senza dover necessariamente inventare metodi avveniristici. Spesso gli strumenti sono alla portata di tutti, provengono da buone pratiche già sperimentate in alcune scuole “apri pista” e basta saper trovare queste connessioni e “piegare” i metodi agli usi adatti per la scuola in questione. Ad esempio L’ora del codice, la Code Week e anche la Costruzione di giocattoli con la stampante 3D, per citarne solo alcuni, sono tutti modelli codificati (o in fase di sperimentazione avanzata) e applicabili a scuola quando si ha l’energia per volerlo fare. Tra i progetti messi in atto all’Istituto comprensivo di Sigillo in questi anni, ci sono anche il laboratorio di programmazione in peer education organizzato e gestito da alunni delle quarte elementari per le altre classi del plesso e le olimpiadi di Problem solving informatico, l’iniziativa “Costruire giocattoli con la stampante 3D”, l’ora di codice

Scuole simili si trovano a Pontenure (Piacenza), a Loreto (Ancona), a San Valentino Torio (Salerno) ecc. Tutte scuole di provincia con alti tassi di innovazione. E ognuna di queste merita di essere raccontata.

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