È molto difficile credere che Stefano Tirasso sia alla sua prima prova editoriale; i suoi lavori rientrano in quelle espressioni artistiche che sembrano esserci sempre state, con la forza di un talento maturo, che sa quello che fa, anche se la mano che le traccia è nata nel 1991.
Il curriculum è comunque di tutto rispetto – per saperne di più c’è il suo tumblr, tra i sette profili di fumettisti italiani da seguire secondo Fumettologica – e questa è la prima volta in cui Stefano Tirasso si misura con la forma della graphic novel, sia in veste di autore che di illustratore, e lo fa come se scrivesse romanzi da una vita intera.
Tirasso parte da se stesso, senza censure, senza appiattimenti, ma facendo delle proprie peculiarità i suoi punti di forza. Per esempio, leggere nei suoi post che le macchie di sudore freddo le ha tolte con photoshop è un valore aggiunto, non finta modestia. Ambientare la propria storia tra Genova e Cavarzano, nell’Appennino toscano, e impiegare il genovesismo “belino” fin dalle prime pagine è un valore aggiunto per un ragazzo che si trova in mezzo a un sacco di colleghi e coetanei che si trasferiscono altrove perché è apparentemente più fico e conveniente dal punto di vista della carriera.
L’introspezione onesta che emerge dai suoi disegni non è mai forzata e nemmeno urla per caratterizzarsi in stigma rassicuranti. Se c’è malinconia è perché effettivamente c’è, trasuda; se c’è paura, anche. Tirasso non ricerca un altrove con la sua storia, ma lo trova dentro di sé.
Insomma, Ricomincia da qui è qualcosa di vero, di molto vero, ed è pubblicato per BAO Publishing nella collana Le città viste dall’alto (data di uscita 20 ottobre 2016).
Per l’occasione, l’autore ha risposto alle nostre domande con un’intervista tutta da guardare.
Come ci si sente in veste di “scrittore”?
Il tuo Ricomincia da qui fa della località geografica un elemento molto importante: quanto i tuoi luoghi di vita influenzano la tua arte?
Sei di Genova e mi sembra tu non abbia nessuna intenzione di cambiare città: ti riconosci nel termine e nella tendenza glocal?
La tua graphic novel ti vede autore completo: come hai affrontato la parte più letteraria del tuo lavoro?
Quali sono gli artisti che più ti ispirano? Ne esiste uno in particolare che ti ha spronato a iniziare il tuo percorso professionale?
Il tuo talento di certo non sta conoscendo barriere, anche di genere: in quali direzioni ti vedi o ti piacerebbe maturare artisticamente da qui a dieci anni?