Poche settimane fa ricevo questa email di accompagnamento ad una proposta.
Leggila ad alta voce.
“Sperando di averle fatto cosa gradita e che questa mia proposta possa trovare accoglimento presso di Lei, assolvendo in toto ai suoi bisogni come da me compresi e raccolti nel nostro incontro del 28 aprile c.a., mi premurerò di richiamarla nelle prossime settimane per approfondire tutte le sue esigenze e dare risposta a ogni sua domanda su dettagli o aspetti non sufficientemente chiari, rendendomi fin da ora, ove avesse piacere, disponibile a uno scambio fra noi sul contenuto ivi allegato”.
Non sto inventando, è copiata papale papale!
Domande: come ti senti dopo averla letta? Hai una sensazione di apnea e di soffocamento? Pensi che lo stesso concetto si possa esprimere in due righe massimo, senza sottrarre a me, a te e al suo autore, tempo prezioso? Hai come una sensazione di energia sprecata?
Il nostro modo di scrivere può dare o togliere energia.
Può avere l’effetto di una puntura di adrenalina o di una bottiglietta di valium.
Può generare benessere come malessere.
Immagina il quotidiano lavorativo funestato di questo tipo di scritti…
Su un punto c’è accordo: si scrive per comunicare con gli altri, per entrare in relazione con loro. A meno che la relazione non abbia una natura bellicosa, una prosa simile mette un muro tra te e gli altri, non getta certo un ponte.
Il nostro modo di scrivere può dare o togliere energia. Può avere l’effetto di una puntura di adrenalina o di una bottiglietta di valium. Può generare benessere come malessere
Tra le molte, ecco tre regole per dare energia alla tua scrittura:
Elimina i verbi inutili: nella frase sopra “possa trovare accoglimento”.
Dove possibile sostituisci i sostantivi con dei verbi: imposizione diventa imporre, condizionamento diventa condizionare. Il verbo dà energia alla frase per definizione.
Scrivi come parli: se noti quando parli usi frasi brevi e parole corte. Sforzati di farlo anche quando scrivi.
Ci rileggiamo alla lettera F
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