Varoufakis, per sconfiggere l’isolazionismo serve un New Deal europeo

Tanti i temi caldi in Europa, tante le sfide da affrontare per l'Ue: il G20, una nuova leadership europea, un New Deal per il XXI secolo e la crisi delle banche italiane. Il tutto con un occhio sempre rivolto ai mercati

Il G20 di Amburgo della scorsa settimana è stato molto commentato da editorialisti e intellettuali in tutta Europa. Su Carnegie Europe, Judy Dempsey sottolinea come il summit abbia messo in evidenza la reale distanza tra Stati Uniti e UE. Gli USA hanno sempre “oscillato tra multilateralismo e unilateralismo”; tuttavia l’amministrazione di Trump sta portando avanti un attacco quasi sistematico a tutte le istituzioni che dal 1945 hanno assicurato la stabilità dei rapporti internazionali. In questo scenario diventa sempre più urgente l’affermazione di una nuova leadership europea -Dempsey guarda all’asse Merkel-Macron– che si prenda la responsabilità di ridisegnare il ruolo dell’Unione Europea sulla scena mondiale.

Secondo Ernest Gallo e Giovanni Biava (openDemocracy) invece, è dagli anni Ottanta del secolo scorso che le democrazie europee mancano di leadership politiche di rilievo. In un paragone tra Macron e l’ex Cancelliere tedesco Helmut Kohl, gli autori si chiedono se il presidente francese passerà alla storia “come un grande statista o come un sua pallida imitazione”. Le democrazie europee infatti hanno bisogno “della grandezza che ha contraddistinto la generazione politica che ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale e la ricostruzione”. Nondimeno, su Iris, Rémi Boureot scrive che “un entusiasmo eccessivo (la Macron-mania) non è d’aiuto in tempi di decisioni difficili”. Secondo l’intellettuale francese le aspettative sulle capacità di leadership di Merkel e Macron sono pericolosamente alte. Nonostante l’esordio apprezzabile della presidenza Macron, secondo l’autore non bisogna sottovalutare lo scetticismo mostrato dalle élite tedesche sulle proposte di riforma avanzate dal governo francese.

Se è vero che in tempi difficili servono politiche coraggiose, la proposta di Yanis Varoufakis sul New York Times non manca di ambizione. L’ex ministro delle finanze greco sostiene che la dicotomia “tra globalismo” e ”isolazionismo” si autoalimenta, e può essere interrotta solo da un “New Deal” del XXI secolo in grado di far ripartire gli investimenti in tutto l’Occidente. Per questo Varoufakis invoca nuove forme di mobilitazione del risparmio globale con l’obiettivo di promuovere investimenti, occupazione, sanità e istruzione, sia negli Stati Uniti sia nell’UE.

L’ex ministro delle finanze greco sostiene che la dicotomia “tra globalismo” e ”isolazionismo” si autoalimenta, e può essere interrotta solo da un “New Deal” del XXI secolo in grado di far ripartire gli investimenti in tutto l’Occidente.

Se guardare in avanti è difficile, bisognerebbe almeno evitare i passi indietro. Secondo Dirk Schoenmaker (Bruegel) il recente “salvataggio” delle due banche venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) da parte del governo italiano mostra come anche accordi europei di ampio respiro possano venire meno quando la politica nazionale cede alle pressioni di breve periodo. Il caso italiano evidenzia come una normativa sulle risoluzioni bancarie che sia solida e credibile debba basarsi su un approccio sistemico a livello europeo. In particolare, Schoenmaker propone che il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) diventi il principale argine fiscale dell’Unione Bancaria Europea. In altre parole, l’ESM dovrebbe essere dotato di risorse da destinare alla ricapitalizzazione di istituti bancari nel caso di una nuova grave crisi finanziaria.

Per quanto riguarda invece la politica monetaria delle banche centrali, su ProjectSyndicate Nouriel Roubini analizza le prospettive di una possibile fine delle cosiddette politiche “non convenzionali”, scenario che i mercati sembrano temere in questo periodo. Queste preoccupazioni sarebbero in realtà poco fondate: l’economia globale è entrata in una nuova fase storica segnata da “abnormal policies”, e la fine della stagione dei bassi tassi di interesse non sembra essere dietro l’angolo.

Traduzione dall’originale inglese a cura di Federica Vanzulli

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