Fino a qualche tempo fa nelle vostre vite esisteva una chiara demarcazione tra il lavoro e “le passioni”.
Il lavoro come luogo della serietà, della responsabilità, del sacrificio, “le passioni” come luogo dello svago, dell’evasione, del sogno. Gli interessi extralavorativi o extrascolastici erano visti da genitori, mogli, mariti come un pericolo e una distrazione nel cammino verso il successo negli studi o nella carriera: “Lascia perdere questo maledetto modellismo chè hai un’insufficienza in matematica”; “Lascia perdere questa fissazione per il Giappone, che c’è da mandare avanti il negozio”.
Al di là della retorica giovanilista dei talent show, degli startupper e delle frasi motivazionali da Bacio Perugina, le passioni e gli interessi personali oggi sono davvero un fattore critico di successo per l’affermazione professionale.
Oggi le cose sono cambiate. Al di là della retorica giovanilista dei talent show, degli startupper e delle frasi motivazionali da Bacio Perugina, le passioni e gli interessi personali oggi sono davvero un fattore critico di successo per l’affermazione professionale. Devono essere scoperti e coltivati, per almeno 5 buoni motivi:
- Il livello di competizione qualificata in tutti i settori professionali e a tutti i livelli. A parità di tutto il resto chi è mosso dalla passione ha una marcia in più. Fa meno fatica, è più sorridente, resta dieci minuti in più al lavoro, sperimenta di più, cerca naturalmente il perfezionamento. La passione ci rende unici e speciali, più competitivi, più efficienti.
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