Obama vive e lotta insieme a noi (e a Chicago vuole cambiare il mondo)

L'ex presidente degli Stati Uniti il 31 ottobre e 1 novembre riunirà nella sua città i migliori talenti in grado di coinvolgere le comunità. Tra loro c'è anche un italiano: il 25enne Valentino Magliaro. L'Obama foundation sarà l'hub perfetto per collegare queste esperienze

THOMAS KIENZLE / AFP

Il 20 gennaio di quest’anno Barack Obama scriveva alcuni tweet destinati a essere condivisi innumerevoli volte. “È stato l’onore della mia vita servirvi. Mi avete reso un leader migliore e un uomo migliore”. “Non mi fermerò. Sarò proprio lì con voi come cittadino, ispirato dalle vostre voci di verità e giustizia, buon umore, e amore.” “Mentre guardiamo avanti, voglio che i nostri primi passi siano per riflettere su ciò che conta di più per voi. Condividete i vostri pensieri con me”, scriveva ancora indicando il link obama.org.

E infine il quarantaquattresimo presidente Usa twittava: “vi sto chiedendo ancora di credere, non nella mia capacità di portare il cambiamento, ma nella vostra. Io credo nel cambiamento perché io credo in voi”. Obama ha assicurato di non restare a guardare ma di continuare, sebbene da semplice cittadino, a impegnarsi.

Ha indicato da dove partire, ovvero dalla raccolta di idee per capire le questioni che stanno più a cuore agli Americani e infine ha esortato a credere fermamente in quel cambiamento che ha ispirato i suoi due mandati alla Casa Bianca. Il 2017 stava appena iniziando e nonostante le incertezze politiche lasciate in eredità dal 2016, quelle frasi trasmettevano fiducia ed entusiasmo mentre era ancora vivo il ricordo della sua presidenza. Non solo, Barack Obama ha fatto appello alla partecipazione, in maniera semplice e diretta.

A proposito di partecipazione, secondo un sondaggio Demos per La Repubblica realizzato nel dicembre dello scorso anno, l’indice che fotografa il coinvolgimento politico nel nostro Paese è in aumento sia rispetto al 2015 che al 2014, mentre l’adesione ad attività di volontariato o simili è leggermente in calo rispetto al 2015.

Inoltre, lo scorso 14 settembre l’Eurostat ha reso noti altri interessanti dati relativi al 2015. La percentuale degli Europei che ha dichiarato di essere attiva politicamente, che ha partecipato a incontri o ad attività collegate a gruppi, associazioni e partiti politici o raccolto firme per petizioni è stata dell’11,9% e tra i Paesi più attivi spiccano: Francia, Svezia e Olanda. Secondo l’Ufficio Statistico dell’Ue i fattori che aiutano la partecipazione sono livelli di istruzione e reddito elevati.

Quale può essere un altro elemento in grado di favorire la partecipazione? Disporre di un modello, di una guida. Con un leader che mette a disposizione la propria esperienza, si evita il rischio che l’iniziativa dei singoli si riduca a un’attività dal basso, che se non organizzata e indirizzata, può disperdersi ed essere inconcludente. Da questo punto di vista Barack Obama si conferma un punto di riferimento.

L’ex inquilino della Casa Bianca ci fa capire che partecipare non equivale solo a prendere parte a iniziative politiche ma anche e soprattutto a fare volontariato e occuparsi della propria comunità di riferimento, in breve vuol dire essere cittadini attivi. Il desiderio di Obama di dare un contributo in questo senso non è rimasto un intento ma è diventato il suo prossimo obiettivo, reso possibile dalla Obama Foundation grazie all’aiuto della moglie Michelle.

Quale può essere un altro elemento in grado di favorire la partecipazione? Disporre di un modello, di una guida. Con un leader che mette a disposizione la propria esperienza, si evita il rischio che l’iniziativa dei singoli si riduca a un’attività dal basso, che se non organizzata e indirizzata, può disperdersi ed essere inconcludente.

L’ambizioso scopo è raggruppare semplici cittadini che con entusiasmo e determinazione hanno prodotto significativi cambiamenti nelle rispettive comunità e metterli in contatto tra di loro per condividere le proprie esperienze. Immaginate tante persone che in maniera autonoma e isolata ogni giorno si impegnano per una causa.

Che si tratti di insegnare ai giovani del proprio quartiere il mestiere del falegname o a coltivare la terra come fa Micheal Reynolds o che si tratti di spiegare ai ragazzi come sviluppare app per mobile come fa Emile Cambry, solo per citare alcuni esempi, queste persone resterebbero sconosciute e non potrebbero confrontarsi con altri, se non ci fosse qualcuno in grado di metterli in contatto per scambiare suggerimenti e fungere da modello per altre persone ancora.

La Obama Foundation in questi mesi ha raccolto varie esperienze ed è stato fissato un incontro di due giorni il 31 ottobre e il primo novembre per riunire a Chicago persone provenienti da tutto il mondo, selezionate tra quelle che hanno scritto nelle scorse settimane a obama.org.Per l’Italia ci sarà Valentino Magliaro, che su Facebook lo scorso 13 settembre scriveva di essere tra i civic leaders selezionati per il summit di Chicago.

Classe ’92, di Vanzaghello, Valentino ha già un curriculum a dir poco invidiabile. Tra le altre cose, a soli 19 anni ha avviato un’ associazione sportiva, raggiungendo 124 atleti associati e a EXPO Milano ha partecipato alla realizzazione di oltre 48 eventi istituzionali e sportivi. È consigliere comunale con deleghe a Politiche Giovanili e Legalità e ha partecipato alla TEDxYouth@Bologna.

Favorire la partecipazione equivale a creare le condizioni per non disperdere l’impegno dei singoli, per evitare che le difficoltà minino l’entusiasmo e la passione che ciascuno mette nelle proprie attività. È fondamentale poter contare su una struttura come la Obama Foundation a fare da hub per queste esperienze, raggruppandole, mettendole in collegamento e potenziandole.

“Si tratta di un grande lavoro, e noi stiamo appena iniziando” si legge su obama.org e in effetti dire che è un progetto ambizioso dare forma alla cittadinanza del ventunesimo secolo è poco, ma siamo fiduciosi. La storia personale di Barack Obama ci dimostra che nulla è impossibile ma stavolta passa il testimone a tutti noi e ciascuno è chiamato a fare la propria parte.

Secondo Demos il coinvolgimento politico nel nostro Paese è in aumento sia rispetto al 2015 che al 2014. Un fenomeno non solo italiano: per l’Eurostat 11,9% degli europei ha dichiarato di essere atttivo politicamente

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