Non c’è pace per Ryanair. Dopo l’errore aziendale nella distribuzione delle ferie, nella conoscenza delle normative comunitarie sul diritto al riposo, dopo aver scoperchiato il vaso di Pandora dei piloti, in affannosa ricerca di nuove compagnie da servire, a condizioni decisamente più vantaggiose, ecco che arriva la protesta di un terzo comparto: Quello dei ‘turnisti’, usando il linguaggio tecnico il ‘Crew control’.
Si tratta di un gruppo, non numeroso, di operatori che lavorano in turni massacranti, che vanno dalle 20 alle 24 unità e cambiano ogni sei ore. In pratica cinque o sei persone, cuffie e microfoni, a contattare piloti e assistenti per turni, sostituzioni e relativi voli da operare. Occupati, in questi giorni, a recuperare voli sul limite della cancellazione non hanno tempo da dedicare alle esigenze degli equipaggi, seppur legittime, come il turno di riposo, cambi di fasce orarie o la richiesta di restare a casa per malattia.
Chiare le parole di una dipendente che pubblicamente si scusa con assistenti e piloti «Scusate, stiamo facendo del nostro meglio nel rispondere a tutti voi. Oggi, ci sono tre dipendenti ‘crew controller’ in turno, che stanno badando agli oltre 14.000 membri di equipaggio in tutta l’area quindi potete immaginare la difficoltà nel rispondere alla enorme mole di chiamate in entrata…» infastidita prosegue «…e per favore ricordate che dall’altra parte della cornetta c’è una persona come voi, quindi urlare e sbattere la cornetta non serve né a voi, né a noi, anzi ci mette solo di cattivo umore».
Quanto la protesta di questi operatori telefonici, sia rientrata, questo non si sa, ma è un fatto che ad un altro asset strategico di Dublino, siano saltati i nervi. Stesso discorso, e uguale disappunto, di un assistente di volo, che rintracciato immediatamente dopo un atterraggio, racconta quanto segue.
A ‘Marcello’, nome di Fantasia, abbiamo chiesto cosa stia veramente succedendo:«Guarda, quello che state leggendo è tutto vero, la cosa più importante e che nessuno sa… è che il ‘Crew control’ che per noi sarebbe il centralino Ryanair, quello che chiama per dire, ‘ciao devi operare questo volo perché non abbiano nessuno e siamo ‘short crew’ (Ndr. Corti di un membro di equipaggio), hanno scioperato o comunque protestato, nel silenzio più totale». Continua «se gli aerei sono in costante ritardo è anche colpa loro, ti chiamano mezzora prima di un volo, ovviamente in 5 minuti tocca precipitarsi in aeroporto, nessuno ci riesce e i voli sono costantemente in ritardo, ma non si può lavorare cosi!».
Di fatto, hanno contribuito a tenere gli aeromobili a terra. «Esatto… pare che l’azienda, già in enorme difficoltà, sia dovuta correre ai ripari convertendo membri di ‘cabin crew’ (Ndr. Assitenti di volo) più anziani, trasferendoli in tutta fretta a Dublino dove questo servizio è attivo, dunque, assistenti di volo ad operare come turnisti di call center» . La storia sarebbe trapelata dopo le proteste di una funzionaria presso una base Ryanair importante strategicamente e sull’orlo del collasso. «Se ogni sei ore cambiano e sono in 5/6 operativi, mi dici come facciamo a raggiungerli telefonicamente? Per qualsiasi tipo di richiesta o informazione…è incredibile, non si capisce più niente».
Discorso identico per i piloti, che, ancora in cerca di sistemazioni in altre compagnie hanno scritto una dura lettera al numero uno di Ryanair, che mette finalmente in luce quello che una categoria importante come gli ufficiali di volo pensano della compagnia, low cost, che servono. «Come pilota del gruppo esprimo il dispiacere per aver capito che lei non vuole risolvere il problema. Le abbiamo offerto il nostro aiuto e invece lei ha preferito cancellare voli e lasciare i passeggeri a terra, cancellando voli già programmati» continua il pilota: «Non capiamo perché il management Ryanair ci guarda come se fossimo dei nemici, dovrebbe considerarci colleghi. Dovreste vergognarvi tutti (Ndr riferito ai dirigenti Ryanair) specialmente lei Mr. O’Leary, si ricordi che se la compagnia va bene ed ha avuto successo è solo grazie allo sforzo delle 14000 persone che hanno lavorato per lei».
Una situazione al collasso dunque, dove ogni reparto è in crisi, le scuse di Michael O’Leary arrivate con un video potrebbero non placare gli animi, già compromessi di tutto il personale volante e amministrativo. Restano i dirigenti, a fare da scudo, alla compagnia.