Per la sua tradizionale nomina della “Persona dell’anno” la rivista Time ha scelto le donne che hanno deciso di di denunciare gli abusi subiti dagli uomini. È il movimento #metoo, sorto dopo il caso Weinstein. Se la scelta si fosse limitata ai mercati finanziari e all’influenza sugli scenari geopolitici, la nostra decisione sarebbe ricaduta su Mohammed bin Salman, ministro della Difesa e principe ereditario dell’Arabia Saudita. Come spesso accade per le Persone dell’anno, non è necessario essere d’accordo su tutto ma considerare il peso delle decisioni di questa persona. Mohammed bin Salman è considerato l’ispiratore dell’arresto, a novembre, di centinaia di persone, tra cui alcuni dei membri della famiglia reale e alcune delle persone più ricche del Paese. Le accuse sono principalmente di corruzione.
Questi capovolgimenti sono la testimonianza di conflitti di potere interni. Fanno anche parte del tentativo dell’Arabia Saudita di rilanciare la propria immagine e la propria appetibilità per gli investitori internazionali. Nella stessa direzione vanno letti alcuni provvedimenti di bandiera come l’allentamento delle restrizioni di guida alle donne e l’annuncio di quotare in borsa una parte del colosso petrolifero Aramco,
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L’erede al trono ha ispirato la purga senza precedenti di novembre. Ma è anche noto per le sue idee innovative ed è ispiratore del documento programmatico “Vision 2030” che prevede un ambizioso programma di riforme per cambiare pelle all’economia saudita