Stiamo entrando nell’anno del “tapering”: nel 2018 tutte le principali banche centrali si impegneranno nella riduzione dei propri bilanci. Dopo l’ondata di liquidità degli ultimi anni, le economie di mezzo mondo proveranno a camminare da sole nella nuova fase del ciclo. Gli stimoli monetari globali hanno permesso il ritorno alla crescita, portando le valutazioni azionarie alle stelle, ma hanno avuto anche un altro effetto: quello di trascinare il livello del debito mondiale al record assoluto, che ha raggiunto proprio in questa settimana.
Secondo l’Institute of International Finance il debito mondiale ha raggiunto l’incredibile cifra di 233.000 miliardi di dollari, ovvero il 325% del Pil mondiale. Considerando l’intera popolazione mondiale il debito pro capite è di 30mila dollari per ciascun individuo, inclusi i neonati
Il livello che il debito globale ha raggiunto è un elemento che i banchieri centrali stanno tenendo sotto attenta osservazione. Quando si attuano quei programmi di stimolo dalle dimensioni senza precedenti che abbiamo visto in questi anni, il rischio di creare una crisi di credito è sempre dietro l’angolo. La politica monetaria accomodante, infatti, da una parte inflaziona il prezzo degli asset, dall’altra incentiva il credito, riducendone i costi al minimo. È fisiologico che l’aumento dei tassi di interesse possa creare dei rischi in questa situazione. Si aggiunga anche che la valuta forte non favorisce, almeno in Europa, i debitori. Tutto questo non fa altro che suggerire cautela ai banchieri.
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