ilGraffioPrigione Italia, ogni anno mille innocenti finiscono in carcere

In aumento i casi di ingiusta detenzione. Solo nel 2017 sono finite in cella senza colpa 1013 persone. Negli ultimi 25 anni oltre 26mila vittime. Un’emergenza di cui nessuno parla, tantomeno in campagna elettorale. Intanto crescono i risarcimenti: lo scorso anno lo Stato ha pagato quasi 35 milioni

Il 2017 si è chiuso con un aumento sia dei casi di ingiusta detenzione (che hanno raggiunto quota 1.013, contro i 989 registrati nel 2016), sia dell’ammontare complessivo dei relativi risarcimenti (34.319.865,10 euro). Nel pantheon delle letture degli aspiranti parlamentari ai primi posti ci dovrebbero essere senza alcun dubbio i numeri contenuti in questa analisi confezionata da “Errori giudiziari”, www.errorigiudiziari.com. Come avviene ogni anno, sono stati elaborati gli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Economia: dati che dimostrano come in Italia esiste l’emergenza delle persone finite in carcere senza colpa. Eccome se esiste: il numero di vittime continua a crescere senza sosta, così come il denaro che viene versato nei loro confronti a titolo di risarcimento o indennizzo.

Eppure, tutto questo sembra non interessare. Pensate che pochi giorni fa si è svolta l’annuale inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, e il tema degli errori giudiziari e delle vittime di ingiusta detenzione non è stato nemmeno sfiorato. Insomma, secondo giudici e procuratori le 1.000 persone che finiscono in carcere ingiustamente ogni anno, e che per questo ricevono un risarcimento, rappresentano un “dato fisiologico”, una sorta di “danno collaterale” inevitabile davanti alla mole di processi penali che vengono celebrati ogni anno nelle aule dei tribunali italiani. Ma le conseguenze negative e inestimabili (e impossibili da risarcire) per le persone interessate, e per le loro vite private e professionali distrutte? Ma gli effetti psicologici gravissimi? Niente, come se non esistessero. E non pare importare nemmeno il fatto che più innocenti finiti senza colpa in custodia cautelare vuol dire più soldi spesi dallo Stato in risarcimenti per ingiusta detenzione, cioè denaro speso da tutti noi.

Negli ultimi 25 anni 26.412 persone hanno subito una ingiusta detenzione, ovvero una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva. Per risarcirli, lo Stato ha versato complessivamente poco meno di 656 milioni di euro

Le cifre della vergogna. La città con il maggior numero di casi indennizzati è stata Catanzaro, con 158. Subito dietro c’è Roma (137), e quindi Napoli (113), che per il sesto anno consecutivo si conferma nei primi tre posti. E nella top ten dei centri dove è più frequente il fenomeno della ingiusta detenzione, hanno “la meglio” le città del Sud: sono difatti otto su dieci, con le sole Roma e Milano a invertire la tendenza. Catanzaro e Roma sono anche le città in cui lo Stato ha speso di più in risarcimenti liquidati alle vittime di ingiusta detenzione: nel capoluogo calabrese lo scorso anno si è fatta registrare l’incredibile cifra di circa 8 milioni e 900 mila euro, ben più del doppio di quanto si è speso per i casi della Capitale (poco più di 3 milioni e 900 mila euro). Al terzo posto Bari (con indennizzi versati per oltre 3 milioni e 500 mila euro) sorpassa Napoli, quarta in classifica con più di 2 milioni e 870 mila euro.

I dati complessivi. Negli ultimi 25 anni, dal 1992 a oggi, 26.412 persone hanno subito una ingiusta detenzione, ovvero una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva. Per risarcirli, lo Stato ha versato complessivamente poco meno di 656 milioni di euro. Se poi si includono anche gli errori giudiziari in senso tecnico (ossia quelle persone che vengono condannate con sentenza definitiva, ma poi sono assolte in seguito a un processo di revisione perché si scopre il vero autore del reato, oppure un altro elemento fondamentale per scagionarli), il numero delle vittime sale a 26.550, per una somma totale di 768.361.091 euro in risarcimenti versati dal 1992 a oggi. Si tratta dunque di una media annuale di oltre 1.000 casi, per una spesa superiore ai 29 milioni di euro l’anno.

L’emergenza delle persone chiuse in carcere senza colpa non sembra all’ordine del giorno. Solo pochi giorni fa si è svolta l’annuale inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, ma il tema degli errori giudiziari e delle vittime di ingiusta detenzione non è stato nemmeno sfiorato

Il silenzio della politica. I dati che abbiamo riportato sono impressionanti, ma ancora più impressionante forse è l’assenza del tema nella campagna elettorale in corso. Un silenzio assordante e bipartisan. Per chi vuole essere protagonista nella nuova legislatura, la numero XVIII, il problema non sussiste. Il che significa che non si parla delle oltre 25 mila persone che sono finite in carcere da innocenti negli ultimi 25 anni. Che per risarcirle lo Stato ha speso più di 750 milioni di euro. E che il conteggio non si ferma, al ritmo di circa 1.000 nuovi casi l’anno. Dovrebbero spiegarne i motivi per esempio a Fabrizio Bottaro, Daniela Candeloro, Lucia Fiumberti, Vittorio Gallo e Antonio Lattanzi: cinque persone come tante, con giornate scandite da lavoro, famiglia, e amici. Fino a quando le loro vite non sono state travolte dalle manette, da processi interminabili, dal carcere ingiusto. Le loro storie sono al centro del docufilm “Non voltarti indietro” che, attraverso un ritratto a più voci, restituisce la misura incolmabile di autentici calvari consumati tra le celle dei penitenziari, le mura domestiche e i tribunali, per poi trovarsi a fare i conti con la rinascita e il tentativo di mettere alle spalle quell’esperienza che ha lasciato ferite che non si rimargineranno mai. Ma della giustizia che sbaglia non si parla. O poco. Troppo poco.