Merkel-Seehofer, è pace armata. E le elezioni in Baviera saranno il vero banco di prova

E alla fine accordo fu tra Merkel e Seehofer. È il Governo più fragile e tormentato della Cancelliera. Perché la lotta coi populismi emergenti è più virulenta che mai, passa dalla questione emigranti, e dalle prossime elezioni in Bavera

E alla fine accordo fu tra Angela Merkel, cancelliera e leader della Cdu, e Horst Seehofer, ministro degli Interni e leader della Csu, dopo giorni di minacce di separazione e di crisi di governo. Un accordo, ci informano i media tedeschi, fondato su misure volte a ridurre l’immigrazione irregolare e che tiene in vita l’esecutivo più fragile dell’Era della Cancelliera. La partita non è finita, tuttavia, e si annuncia lunga: il braccio di ferro Merkel-Seehofer, infatti è figlio del risultato elettorale dello scorso 24 settembre. E più precisamente della paura di perdere consensi in favore dell’ultra destra di AFD e di rivendicare che la sopravvivenza politica della Csu non è (più) nelle mani di Berlino e della Cdu. Mettere la Merkel con le spalle al muro sembra un obiettivo comune a molti leader politici europei, ma forse gli unici che davvero possono riuscirci sono proprio i fratelli “ribelli” bavaresi.

I due partiti, uniti in matrimonio dal 1949, si sono ritrovati a discutere sin dal giorno seguente le elezioni, in un climax di accuse incrociate che è arrivato al culmine nello scorso weekend, con la minaccia di dimissioni da parte di Seehofer. Che la situazione fosse molto seria lo ha ammesso anche la stessa Angela Merkel in un’intervista alla Zdf rilasciata domenica poco prima che, a Monaco, Seehofer lanciasse l’ultimatum. Avrebbe fatto, ha detto la cancelliera, «tutto il possibile per raggiungere risultati e continuare a tutelare la responsabilità per il nostro Paese».

Si scrive “nostro Paese”, si legge migranti. Secondo il ministro dell’Interno, i risultati del vertice europeo della scorsa settimana non sarebbero sufficienti. La Csu chiedeva di ottenere a Bruxelles «qualcosa di peso equivalente» ai respingimenti al confine tedesco dei richiedenti asilo già registrati in un altro Paese Ue. E, mentre Angela Merkel, seppur chiudendo a qualsiasi respingimento del genere («La considererei una mossa unilaterale di uno Stato», ha spiegato), credeva di aver reso felice il consorte affermando che il risultato delle trattative era stato «anche più di qualcosa che abbia peso equivalente», Seehofer preparava la doccia fredda.

A nulla è quindi servita la lettera di otto pagine dal titolo Più ordine e controllo nella politica migratoria in cui Merkel annunciava, tra l’altro, di aver stretto accordi con 14 Stati Ue per velocizzare i respingimenti, indirizzandola a Csu e Spd per salvare la Grosse Koalition e per portare a casa un risultato che andasse incontro alle richieste dell’ala destra e oltranzista in Baviera. E altrettanto a nulla è servito il vertice tra i due che si è tenuto sabato.

Secondo fonti della Deutsche Presse-Agentur (DPA), Seehofer avrebbe affermato a tal proposito che nessuna delle proposte della cancelliera sarebbe efficace quanto il respingimento unilaterale da parte della Germania dei migranti già registrati in altri Paesi. Per due volte Seehofer ha minacciato le dimissioni, e per due volte le ha ritirate. Le prima volta perché respinte dal suo stesso partito, per mano del capogruppo Alexander Dobrindt, che le ha definite inaccettabili. La seconda le ha ritirate il ministro stesso, in attesa di un nuovo accordo con la cancelliera. «È vero – ha poi affermato Seehofer – che ho messo a disposizione i mandati, e tirerò le conseguenze nei prossimi tre giorni. Come passo intermedio, incontrerò oggi la Cdu, nella speranza che ci si possa mettere d’accordo». Immediatamente dopo, il primo ministro bavarese Markus Soder (Csu) ha cercato di affievolire i toni: «Siamo pronti al compromesso, come bisogna essere in politica». «Ci parleremo ancora – ha detto il ministro degli Interni – Nell’interesse di questo paese e della capacità della nostra coalizione e dell’esecutivo di governo, cosa che vogliamo preservare. Vogliamo raggiungere un accordo sulle questioni chiave del controllo dei confini e dei respingimenti alle frontiere, e solo su questi punti».

Tutto risolto, quindi? Insomma. Non bisogna dimenticare che a ottobre si vota in Baviera. E che alle scorse elezioni federali Alternative Fur Deutschland ha preso il 12,4% in Baviera, il miglior risultato di tutta la fu Germania Occidentale. Abbastanza per far perdere il sonno a Seehofer

Tutto risolto, quindi? Insomma. Non bisogna dimenticare che a ottobre si vota in Baviera. E che alle scorse elezioni federali Alternative Fur Deutschland ha preso il 12,4% in Baviera, il miglior risultato di tutta la fu Germania Occidentale. Abbastanza per far perdere il sonno a Seehofer. Non a caso i controlli alla frontiera sono il punto centrale della politica sull’immigrazione della Csu e il cosiddetto «masterplan sull’immigrazione» è il punto di forza del programma elettorale. Un piano che elenca 63 misure concrete per diminuire drasticamente l’ingresso nel Paese di nuovi richiedenti asilo, respingere quelli già registrati in altri Stati membri dell’Ue ed espellere più velocemente le domande di asilo di coloro che già se le sono viste respingere altrove.

Non è un caso, quindi, che Seehofer, al pari di Matteo Salvini, abbia preteso per se il ministero degli interni. E non è un caso nemmeno che Seehofer riesea ad amministrare indisturbato il suo Land anche grazie al suo dissenso nei confronti di Angela Merkel. La prima sferzata al matrimonio dei due partiti arriva proprio nel 2015, quando Seehofer non si limita a criticarne la gestione della crisi dei rifugiati, ma ne impugna i provvedimenti davanti alla Corte Costituzionale. E non è un caso nemmeno che Angela Merkel, mediatrice di ferro, finisca spesso per porgere l’altra guancia. Così è stato nelle trattavie della formazione del nuovo governo, così è stato anche questa volta. La speranza della Cancelliera è che le bizze di Seehofer scompaiano per induzione il giorno dopo le elezioni bavaresi. Qualcuno giura non sarà così. L’appetito vien mangiando.

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