Via il dente, via il dolore e non se ne parli più…
Quante volte ti è capitato di firmare un accordo con questo spirito?
Stanco e provato dai rimpalli e dal perdere tempo, desideri chiudere pur di non sentirne più parlare e lasciarti tutto alle spalle.
Atteggiamento assolutamente comprensibile.
Così facendo però il rischio è ritrovarti tra le mani un accordo che non soddisfa i tuoi obiettivi e le tue aspettative iniziali, come quelle dei tuoi interlocutori.
Spesso chiudiamo accordi insoddisfacenti convinti che così facendo almeno non avremo buttato via il tempo investito.
Trappola!
Ciò di cui non ci rendiamo conto è che in realtà quel tempo non è stato investito, ma speso male.
Prima di arrivare alla tanto agognata stretta di mano, fermati e pensa: “Sono davvero soddisfatto? E i mie interlocutori?”.
Meglio sincerarsene prima che i giochi siano fatti.
Spesso chiudiamo accordi insoddisfacenti convinti che così facendo almeno non avremo buttato via il tempo investito. Trappola!
Ciò di cui non ci rendiamo conto è che in realtà quel tempo non è stato investito, ma speso maleE attenzione a non guardare solo ciò che hai ottenuto per ponderare la tua soddisfazione ma a come lo hai ottenuto.
Non arrivare a un accordo è un male minore rispetto a chiuderne uno cattivo.
La saggezza popolare viene in soccorso: prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Ed è così.
Gli effetti di un cattivo accordo si allargano a macchia d’olio con pesanti ripercussioni.
Fretta, emotività e stress sono cattivi consiglieri.
Per arginare l’impulsività rallenta, e fermati se necessario. Non c’è nulla di male nel chiedere una pausa. Concedersi tempo e un po’ di distacco è un modo per ponderare a mente lucida.
Guardare le cose da un’altra prospettiva, dopo una pausa, potrebbe anche aiutarti a trovare soluzioni fino a quel momento invisibili.
Ricorda: non è l’accordo, ma un buon accordo che devi portare a casa.