Blog di una liberaleNo, 355 nuovi assessori in Sicilia non ci servono. E se servono, se li paghi da sola

Una regione sente di poter dare un miglior servizio ai cittadini avendo 40000 assessori, 200.000 forestali o 90 province? Benissimo, nulla in contrario. Però, allora, che se li paghi autonomamente, con entrate locali e con una vera autonomia finanziaria di entrate e di uscite

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Il Movimento 5 Stelle ama la spesa pubblica: ormai questa è una certezza. Da paladini della battaglia anti-sprechi e dell’antipolitica, all’aumento della spesa per fini elettorali il passo è stato molto breve. Prima il reddito di cittadinanza, poi Quota 100, infine le questioni locali, con il via libera a 355 nuovi assessori nei comuni siciliani, provvedimento sostenuto e votato proprio dal Movimento 5 Stelle. Un’estensione di piccoli poteri, poltrone e ruoli che andranno a nutrire l’affamato mondo della politica.

Insomma sembra che a nulla sia servito sondare l’opinione pubblica su questo tema. I giornalisti Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella ci avevano provato con “La Casta”, evidenziando stipendi e costi, spesso incredibili, di pubbliche amministrazioni e partecipate. In molti, ancora, danno “colpa” a questo libro adducendo una certa responsabilità nella promozione dei movimenti dell’antipolitica. No, signori. Stella e Rizzo avevano fatto benissimo a mettere in luce questi temi. Il problema è che in una democrazia immatura sono proprio le “poltrone” promesse a garantire voti e sostegno politico, e questa è, purtroppo, la storia più recente del nostro Paese.

È proprio a questo che servono l’autonomia e il federalismo fiscale: a responsabilizzare gli enti, e a creare concorrenza tra diverse regioni, in materia fiscale e – in alcuni casi – anche normativa. Un sistema che ha dato dimostrazione di poter funzionare in molti stati del mondo: Spagna, Stati Uniti, Canada, Svizzera

La vicenda siciliana ci pone di fronte, però, ad un’opportunità: perchè non lasciare libere le regioni di decidere quali spese esercitare per i propri enti locali, a patto che, però, vengano sostenute da risorse proprie?

Una regione sente di poter dare un miglior servizio ai cittadini avendo 40000 assessori, 200.000 forestali o 90 province? Benissimo, nulla in contrario. Però, allora, che se li paghi autonomamente, con entrate locali e con una vera autonomia finanziaria di entrate e di uscite.

È proprio a questo che servono l’autonomia e il federalismo fiscale: a responsabilizzare gli enti, e a creare concorrenza tra diverse regioni, in materia fiscale e – in alcuni casi – anche normativa. Un sistema che ha dato dimostrazione di poter funzionare in molti stati del mondo: Spagna, Stati Uniti, Canada, Svizzera. Un sistema che viene sostenuto dalla stragrande maggioranza dei politologi, degli economisti e degli esperti in politiche pubbliche. Il messaggio è semplice: spendi? Sarai tu a pagare. I tuoi costi sono stati utili investimenti? Ci guadagnerai tu.

Funzionano così tutti i sistemi economici: famiglie, aziende, individui. E questo è e sarà l’unico modo per sostenere efficienza e responsabilità.

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