“Nessun essere dotato di ragione, coscienza etica, preoccupazioni morali o credenze spirituali può continuare a ignorare, negare o lasciare senza risposta la crisi ecologica che sta colpendo ogni singola nazione e il pianeta nel suo insieme”. Un volantino che svolazza per strada. Il proclama è claustrofobico, non lascia spazio al dubbio. Ma non è follia fideistica. Son preoccupazioni reali, basate su solide prove scientifiche.
“Siamo nel corso della sesta estinzione di massa e in mancanza di un’azione rapida e determinata ci troveremo di fronte alla catastrofe”, continua il manifesto. Il clima impazzito, la perdita di biodiversità, la deforestazione infinita, chiedono, questa volta definitivamente, urgenza, ribellione, azione. Non c’è più tempo. Bloccare le strade di Londra, o quelle di tutto il mondo. Agire simbolicamente, ovunque, senza mai fermarsi. In fondo al flyer un logo potente, universale, capeggiato da una X, su campo verde, contenuta da due linee. Firmato: Extinction Rebellion.
Nell’ultima settimana migliaia di persone, sotto il nome di Extinction Rebellion (o XR) sono scese in piazza a Londra per agire contro la distruzione planetaria e del futuro dell’umanità: incroci e ponti bloccati, traffico paralizzato, sit-in lungo i nodi nevralgici della città. Solo giovedì 25 aprile sei persone si sono letteralmente incollate all’ingresso del London Stock Exchange, dove molte delle corporation responsabili dell’ecocatastrofe globale sono listate, bloccando i lavori, e nella stazione di Canary Wharf della DLR, la metropolitana leggera portando la protesta nel cuore della finanza londinese.
Un vero e proprio movimento di disobbedienza per il clima, come non si vedeva dai tempi delle proteste di 350.org a Washington D.C., quando migliaia di attivisti si fecero arrestare durante vari sit-in davanti alla Casa Bianca, abitata allora da Barack Obama. A Londra, durante la settimana di proteste di XR, gli arresti per ostruzione sono stati oltre mille.
Per il momento XR ha accettato di abbandonare i ponti di Londra per consentire il ritorno della normalità. Ma la protesta, come ha sottolineato l’azione al LSE, è destinata a continuare. «La vera azione inizia ora», si legge nel comunicato inviato ieri dagli organizzatori. E chiedono: «serve creare leader e comunità di protesta in tutto il mondo, allargare il network di Extinction Rebellion». Insomma i ragazzi dicono che la casa sta bruciando e gli adulti si sono svegliati per spegnere il fuoco.
Il prossimo appuntamento è il 24 maggio quando tutto il mondo scenderà in strada per dimostrare l’urgenza di agire sui cambiamenti climatici, implementando l’accordo di Parigi
«Sono avvenute manifestazioni in 80 città in 33 paesi incluse Milano, Torino e Roma», spiega Marco Bertaglia, 49 anni, coordinatore italiano di Extinction Rebellion. «Londra è quella che ha avuto maggiore forza e massa, ma ci sono state altre azioni simboliche, come il blocco di Brooklyn Bridge. Queste sono le prime risposte di ribellione internazionale: la disobbedienza civile funziona quando non s’interrompe mai. Lo vedremo anche in Italia, dove sta crescendo il movimento fino a quando raggiungerà una massa critica».
Ora il prossimo appuntamento è il 24 maggio quando tutto il mondo scenderà in strada per dimostrare l’urgenza di agire sui cambiamenti climatici, implementando l’accordo di Parigi. Quel giorno scenderanno in strada i cittadini, i ragazzi di Fridays For Future, gli scienziati e il neonato e combattivo Extinction Rebellion, con la sua protesta creativa e filosofia gandhiana non violenta. Secondo gli organizzatori è in programma un’azione clamorosa e spettacolare. Se immaginate scontri o tensioni, dimenticatevelo. Qua si parla di pacifismo, creatività e pensiero non lineare.
La forza di XR è la trasversalità: giovani e senior, ricercatrici, disoccupati e professionisti, pensionate e lavoratrici. Ha saputo parlare a cittadini comuni come ad attivisti stagionati. Come Fridays for Future ha attivato gli studenti di licei e università, XR ha riportato in strada il popolo di Seattle, i movimenti civili degli anni ’80, gli ambientalisti stanchi di aspettare invano. Alla stessa Greta Thumberg piace XR: «Io sostengo Extinction Rebellion», ha dichiarato la giovanissima paladina ambientalista salita sul parco di Marble Arch, uno dei punti della protesta londinese.
Come tutte le proteste c’è da vedere quanto durerà. E come sarà contenuta
«Stanno agendo bene: la disobbedienza civile è importante per mostrare che quella che stiamo vivendo è un’emergenza. Dobbiamo fare tutto il possibile per mettere sotto pressione le persone che hanno il potere tra le mani». Si è bandito dai media per anni il catastrofismo. Non aiuta la causa, si diceva. Ora l’emergenza in tutta la sua forza drammatica è tornata. Nel manifesto di XR si legge che “Il governo deve dire la verità dichiarando lo stato di emergenza climatica ed ecologica, collaborando con altre istituzioni per comunicare l’urgenza del cambiamento; fermare la perdita di biodiversità e ridurre le emissioni di gas a effetto serra fino allo zero netto entro il 2025”. Per raggiungere questi obiettivi “il governo deve creare ed essere guidato dalle decisioni di un’assemblea dei cittadini sul clima e la giustizia ecologica”.
I soliti complottisti della domenica si staranno già chiedendo: chi li muove?, come già avvenuto per Greta. In questo caso dietro il movimento c’è davvero qualcuno: i due fondatori, Gail Bradbrook e Roger Hallam, sono due scienziati che hanno un dottorato sulla storia delle proteste sociali dal 1900 ad oggi, dove hanno analizzato i fattori chiave che hanno portato al successo o al fallimento. A partire da questi studi avrebbero realizzato il “modello della protesta perfetta”, con il quale hanno costruito la strategia di XR. Per il momento la teoria sembra essere stata tradotta in ottima prassi. Come tutte le proteste c’è da vedere quanto durerà. E come sarà contenuta.
Specie in Italia, dove proteste di questo tipo possono essere duramente represse. «Servirà molta creatività e intelligenza», dice Bertaglia. Ma i manifestanti sono pronti anche a conseguenze estreme. Una delle manifestanti londinesi, Savannah, 20 anni, ha dichiarato: «L’arresto è stato normalizzato durante le proteste, il carcere è il prossimo passo. Il governo [inglese, nda] scoraggia le persone a impiegare la disobbedienza civile attraverso ripercussioni legali, ma ho raggiunto un punto in cui per allinearmi completamente alla mia morale non sono più disposta a vincolare le mie azioni a leggi ingiuste. Lo Stato ha usato il suo potere per mettere le persone che protestavano in custodia cautelare: in risposta dobbiamo intensificare [le proteste pacifiche], non tornare indietro»