Emergenza roma“Roma è in piena emergenza abitativa. E gli sgomberi come a Primavalle non servono a nulla”

Marta Bonafoni (Lista Zingaretti): “Primavalle è la vittoria di Salvini. Bisogna rinnovare la richiesta al Governo affinché vi siano soluzioni alternative, e ripristinare la legalità senza calpestare i diritti delle persone»

Iniziamo dai numeri: 18 blindati della polizia, 6 camionette dei carabinieri, 6 defender, 2 camion idranti e un elicottero. Persone da sgomberare: 340, tra cui 78 nuclei familiari e 80 minori, con “armi” alla mano come materassi, libri e poche altre cose. Non un film, ma quanto accaduto il 15 luglio nel quartiere di Primavalle, nella periferia nordorientale di Roma.

«Un’operazione come quella di via Cardinal Capranica non la vedevo dai tempi di Genova. Nel 2001 la sproporzione dei mezzi usati dalle forze dell’ordine rispetto a quelli dei manifestanti era la stessa che ho visto lo scorso 15 luglio nei confronti di famiglie e singoli che a malapena possedevano materassi per barricarsi e resistere» Così Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio, lista civica Zingaretti, descrive l’operazione. Uno sgombero annunciato. L’ex scuola media don Calabria, aperta nel 1985 e chiusa per mancanza di iscrizioni, occupata sul finire degli anni Novanta, era in cima alla lista degli sgomberi voluti dal Viminale. Il ministro degli interni Matteo Salvini, a partire dal 2018, aveva fatto censire cento stabili in cui vivono, ad oggi, diecimila persone. Il blitz è scattato senza sorpresa, a seguito di settimane di rimando per la contrarietà di Regione e Comune ad azioni di forza, in totale assenza di sistemazioni alternative per le famiglie. Se la Regione e i movimenti erano preparati, altrettanto lo era il Governo.
Il prefetto Gerarda Pantaleone, ex dirigente del dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale, aveva già promesso linea dura sulle occupazioni romane. E non si è smentita. Se da un lato ha vinto la linea dura di Salvini, dall’altro ha perso la linea morbida dell’opposizione. Al metodo tolleranza zero di Salvini, su Roma l’opposizione non riesce a proporre qualcosa di concreto oltre alla resistenza del contingente. Le politiche di repressione del Governo Lega stanno avanzando senza che nessuno riesca a fermarle. Too little too late, direbbero gli americani. Al Pd servirà una strategia diversa, ora, per opporsi.

Al metodo tolleranza zero di Salvini, su Roma l’opposizione non riesce a proporre qualcosa di concreto oltre alla resistenza del contingente

«Sapevamo che lo sgombero sarebbe avvenuto – spiega Bonafoni a Linkiesta -. Ne eravamo così consapevoli che avevamo scritto un ordine del giorno insieme ai rappresentati del M5S che aveva ad oggetto le politiche abitative. Con i capigruppo della maggioranza e il presidente della X commissione urbanistica, politiche abitative e rifiuti avevamo incontrato i movimenti per la casa lo scorso 7 giugno, per cercare un percorso di uscita dall’emergenza e costruire così politiche complessive sull’abitare. Considerando che provvedimenti di sgombero sono stati annunciati come imminenti e il Governo non ha posto in essere strumenti e risorse per evitarli, abbiamo impegnato il Presidente e la Giunta Regionale a mettere in atto tutte le azioni necessarie per richiedere risorse e strumenti per risolvere il tema dell’emergenza abitativa».

L’operazione di sgombero era attesa alle prime luci dell’alba, ma la questura ha anticipato le mosse già intorno alle 23.30 del 14 luglio presidiando con alcune camionette ogni via d’accesso allo stabile. Nessuno poteva avvicinarsi. Una vera e propria zona rossa, con cordoni e divieti, torce che perlustravano ogni centimetro di prato e di lotti. Christian Raimo, assessore alla cultura del III municipio di Roma, è stato uno dei primi ad arrivare e a dare l’allarme alle istituzioni. Più le ore avanzavano, più la quantità di agenti aumentava. All’interno i 78 nuclei familiari organizzavano barricate con mezzi di fortuna: da materassi, a mobili, a quanto riuscivano a trovare per impedire che la casa in cui vivevano da oltre dieci anni fosse asserragliata dai blindati: «Io sono arrivata alle due del mattino e ho trovato i manifestanti bloccati nella strada che bisogna obbligatoriamente percorrere per arrivare a via Cardinal Capranica – racconta ancora Bonafoni -. Mi sono trovata nel centro di una zona rossa, non si poteva accedere da nessuna parte. Ero insieme a Alessandro Capriccioli, capogruppo di +Europa Radicali, e ho raggiunto Christian Raimo. I manifestanti e gli occupanti erano già stremati, i funzionari delle forze dell’ordine gestivano la piazza. Alle cinque del mattino è iniziato lo spettacolo: il materiale per lo show si stava piazzando. Cominciavano ad arrivare anche i dirigenti della Digos, con il direttore della sezione romana, Giampiero Lionetti, che avrebbe poi coordinato le forze dell’ordine. Alle sei è arrivata anche l’assessora al sociale del comune di Roma, Laura Baldassare».

Soluzioni alternative non sembravano essercene. Men che meno di lungo corso. Il comune di Roma aveva solo una proposta: mandare le famiglie in due immobili (rispettivamente nel quinto e nel sesto municipio, distanti chilometri da Primavalle) e i single nel sistema di accoglienza diffusa. Tempo a disposizione per decidere? Venti minuti. Su 199 censite, solo 145 persone hanno accettato la proposta. Ma non senza provare almeno a resistere. E le altre? L’assessore Baldassarre, in un video per RomaToday, ironizza: “Evidentemente avevano un’alternativa migliore a quella che può offrire Roma Capitale”.

Il quartiere non è nuovo alle lotte per l’abitare. Quando vennero edificate le borgate ufficiali durante il periodo fascista per accogliere la popolazione allontanata dal centro di Roma, sfruttando gli insediamenti di casupole e baracche pre-esistenti, Primavalle fu una delle prime ad essere costruita. Gli abitanti provenivano dalle zone dove vennero realizzate via della Conciliazione, Porta Metronia, Monte Caprino e via dei Fori Imperiali. Nel 1939 inaugurata, negli anni cinquanta e sessanta terminata, Primavalle è sempre stata caratterizzata da fattori quali l’estrema povertà e la carenza di servizi pubblici. Situazioni mai sanate. E rimane il dubbio che questo sgombero non abbia niente a che vedere con la soluzione ai reali problemi del quartiere, come avvenuto per Torre Maura.

la commissione trasparenza in Campidoglio sullo sgombero è stata appena convocata: giovedì 25 luglio. Vogliamo e dobbiamo evitare un replay di via Capranica

Alle otto di mattina la tensione si alzava, ancor di più dopo le proposte dell’assessore Baldassarre. I lampeggianti dei blindati non risparmiavano gli occhi di nessuno. «Pensavamo ci fosse spazio per una trattativa, ma non c’è stato. Tutti i negoziati sono falliti – afferma Bonafoni -. Ci hanno fatto capire che lo sgombero sarebbe avvenuto nel giro di poco. La tensione era palpabile, gli animi stremati. La prefettura premeva per entrare e iniziare lo sgombero. E così è stato. Ho potuto sentire solo dire che l’ordine per evacuare sarebbe stato dato tre volte, poi si sarebbe effettuata l’operazione. Hanno dato tre volte l’ordine in una manciata di secondi. Secondi. Alcuni degli abitanti che si erano arroccati sul tetto hanno resistito per qualche minuto in più, poi hanno desistito».

Bonafoni spiega come ora le priorità per l’opposizione di centro sinistra siano chiare: rinnovare la richiesta al Governo affinché vi siano soluzioni alternative valide sulla roadmap di via Carlo Felice, in cui si era scelto di non usare la forza pubblica e di utilizzare la strada del dialogo con una liberazione concordata con gli abitanti, modello proposto proprio dalla Regione Lazio con l’obiettivo del ripristino della legalità senza però calpestare i diritti delle persone coinvolte. Certo è che superare in maniera strutturale l’emergenza abitativa è il vero tema della Capitale.

Se Regione e Comune non si accordano, il rischio di altre via Capranica è alto. «Abbiamo un altro problema imminente: l’occupazione di via del Caravaggio – spiega Bonafoni – La prefetta ci ha confermato che è il primo sulla lista. Vogliamo procedere con l’ordine del giorno che abbiamo firmato con gli altri capogruppo e con i movimenti. La Regione Lazio ha messo a disposizione tre appartamenti e un milione di risorse regionali. Intanto la commissione trasparenza in Campidoglio sullo sgombero è stata appena convocata: giovedì 25 luglio. Vogliamo e dobbiamo evitare un replay di via Capranica. Abbiamo bisogno di norme che diano risposte all’emergenza abitativa. Il decreto sicurezza di Matteo Salvini sta smentendo il proprio titolo: non crea sicurezza ma alimenta il senso di insicurezza sociale. La guerra tra poveri fomentata dalle politiche di questo governo sta riuscendo. E’ nostro compito impedire che continuino.»

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