Libro e Papeete. Libro e felpetta. Chi l’ha detto che gli elettori di Salvini e Di Maio sono analfabeti funzionali, che non leggono mezzo libro all’anno, nemmeno il manuale di istruzioni della lavatrice, e che in libreria ci vanno solo perché la prof (di sinistra) del figlio gli ha ingiunto di comprare il “Diario di Anna Falchi”? Balle della propaganda bolscevica.
Provate a fare un salto alla più vicina Feltrinelli. Vedrete che in barba al pensiero unico, a Soros, al “cosmomercatismo” e alle zecche rosse che allignano nell’industria culturale, la collana ideale del libero odiatore sovranista si arricchisce ogni giorno di nuovi, spumeggianti titoli. E non grazie a qualche oscuro tipografo vicino a Casa Pound: con i brand più prestigiosi dell’editoria. Svetta, nel reparto della non-fiction, l’ultima fatica di Mario Giordano, quello che spacca le zucche di Halloween con la mazza tricolore: L’Italia non è più italiana (Mondadori), un vibrante pamphlet contro i “predoni stranieri” che si accaparrano i nostri gioielli, dai grandi marchi della moda alle piccole aziende.
Per scriverlo, apprendiamo, l’impavido giornalista «ha girato la Penisola strada per strada, ha visitato borghi e paesi, è entrato nelle fabbriche» documentando una vera e propria svendita della sovranità nazionale. Forse è troppo pessimista, o solo un po’ distratto
Per scriverlo, apprendiamo, l’impavido giornalista «ha girato la Penisola strada per strada, ha visitato borghi e paesi, è entrato nelle fabbriche» documentando una vera e propria svendita della sovranità nazionale. Forse è troppo pessimista, o solo un po’ distratto. Non si è accorto, per esempio, che gli invasori indiani (in combutta coi francesi) stanno per liberare Taranto e gli americani della Whirlpool hanno deciso di lasciare Napoli ai napoletani. Due buone notizie, suppongo: finalmente l’Italia sta tornando italiana.
Da un altro bancone spunta il volto rassicurante di Paolo Del Debbio, l’equilibrato conduttore di “Dritto e Rovescio” su Retequattro. Cosa rischiano i nostri figli è il titolo del suo nuovo saggio, fresco di stampa per Piemme. Già, cosa rischiano, oggi, i giovani? Quesito a risposta multipla: secondo voi, rischiano 1) di vedere il programma di Del Debbio; 2) di incontrare per strada uno degli ospiti del programma; 3) di diventare come gli ospiti del programma.
Per gli appassionati di economia suggeriamo il libro di un altro volto noto, Nicola Porro: Le tasse invisibili. L’inganno di stato che toglie a tutti per dare a pochi (La nave di Teseo). Bravo, era ora che qualcuno denunciasse lo scandalo di Quota 100 (dieci o venti miliardi tolti a tutti per darli a pochi prepensionati). Ops, non c’è nell’indice?
Ancora più temerario il Nietzsche de noantri Diego Fusaro, che con il suo Glebalizzazione ci mette in guardia contro la nuova schiavitù imposta dalle multinazionali, «il nuovo ordine classista mondializzato» e «il pensiero eticamente corrotto» che la giustifica
Vabbè, passiamo a Gianluigi Paragone, La vita a rate (Piemme). Sottotitolo: Il grande inganno della modernità: soldi in prestito in cambio dei diritti. «Nessuno più si domanda quanti debiti, piccoli o grandi, stiamo cumulando. Ci sono famiglie che hanno impegnato più di quello che avrebbero potuto». Davvero coraggioso, da parte di un irriducibile noeuro e paladino dei minibot.
Ancora più temerario il Nietzsche de noantri Diego Fusaro, che con il suo Glebalizzazione ci mette in guardia contro la nuova schiavitù imposta dalle multinazionali, «il nuovo ordine classista mondializzato» e «il pensiero eticamente corrotto» che la giustifica. Vuoi mettere farsi sfruttare dai piccoli imprenditori italiani, così ben radicati nel territorio, che ti pagano in nero, evadono le tasse ma intanto presidiano la bufala campana dop.
E infine, come dimenticare Alessandro Di Battista, il Guevara dei Cinquestelle? Non perdetevi Politicamente scorretto, il suo ultimo lavoro uscito da Paperfirst, casa editrice del Fatto Quotidiano, dove sprona il Movimento a proseguire nella sua azione di cambiamento della cosa pubblica, «attraverso un continuo attacco al pericolo numero uno della collettività: il pensiero dominante, vera e unica forma di fascismo del XXI secolo».
E come esempio di cambiamento “duraturo” cita con legittimo orgoglio il richiamo in patria dell’ambasciatore francese a Roma. Ricordate? Macron si era arrabbiato tantissimo, dopo che Dibba e Di Maio avevano denunciato il ruolo colonialista del Franco CFA, la moneta utilizzata da quasi 200 milioni di africani, responsabile a detta loro del «progressivo impoverimento del continente nero».
Intendiamoci: abbasso la censura e viva il libero mercato, che permette anche ai Dibba e ai Fusaro di vendere i loro libri. Del resto, se non ci fosse chi li compra, nessuno li pubblicherebbe. Basta che la smettano di fare le vittime. C’erano una volta gli intellettuali sedicenti “scomodi” della sinistra, per lo più comodissimi in cattedra e nelle redazioni, o con incarichi ben retribuiti alla Rai. Adesso tocca sorbirci il piagnisteo dei “politicamente scorretti” che si dicono imbavagliati e repressi dalla tirannia del “pensiero unico”, e poi vanno in onda a ogni ora su tutte le frequenze. E dilagano anche in libreria.
Tutti rivoluzionari, tutti perseguitati, tutti censurati. Peggio degli scrittori turchi nelle carceri di Erdogan. Massimo Fini l’anticonformista, Fusaro il noglobal, Vittorio Feltri l’irriverente, Mario Giordano “fuori dal coro” (anche perché con quella voce quale coro lo prenderebbe?). Tutti a strillare contro i mercati, le multinazionali, la finanza ebraica, la Ue, le tasse, la sinistra, la modernità: tanto poi arriva il bonifico.