Economia sfericaIn questa emergenza serve un patto con la nostra coscienza e agire per il bene comune

Il presidente del Consiglio, nel discorso alla nazione, confessa di avere messo la salute degli italiani al primo posto. Bisogna sentirsi partecipi di un progetto universale, ognuno nel proprio ambito specifico. Ci salveremo se sapremo attuare il motto “vita tua, vita mea”

MIGUEL MEDINA / AFP

«Ogni anima si assume un compito particolare – dice Gary Zukav nel suo libro Una sedia per l’anima – Può essere quello di formare una famiglia, o di comunicare idee attraverso la scrittura, o di trasformare la consapevolezza di una comunità, come per esempio la comunità economica. Può essere il compito di risvegliare la consapevolezza del potere dell’amore a livello di nazioni, o addirittura quello di contribuire direttamente all’evoluzione di coscienza a livello globale. Qualunque compito la vostra anima abbia accettato, qualunque contratto abbia stretto con l’universo, tutte le esperienze della vostra vita servono a risvegliare in voi il ricordo di quel contratto e a prepararvi a realizzarlo».

Questo passaggio mi è tornato in mente ascoltando l’altra sera il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rivolgere alla Nazione un sintetico ma esaustivo discorso, nel quale, oltre all’elenco delle misure messe in atto per il contenimento di questa emergenza sanitaria, e delle ragioni che richiedono queste restrizioni ferree, ha usato molte parole che mi hanno particolarmente colpito e che certamente hanno un significato e un ruolo essenziali nelle nostre vite. Mi riferisco per esempio ai significati di “lucidità”, “misura”, “rigore”, “responsabilità”, concetti tutti certamente non molto frequentati dai contemporanei.

Tuttavia, al di là di ogni possibile tentazione alla rampogna o agli inutili moralismi circa l’assenza di virtù della nostra società individualista e autistica, ciò su cui mi vorrei soffermare maggiormente è il passaggio che mi ha richiamato alla memoria il brano di Zukav, quello in cui ci confessa di avere fatto un patto con la propria coscienza per mettere la salute degli italiani al primo posto.

Perché mi ha colpito? Perché si tratta di una chiara e inequivocabile assunzione di “vocazione”. E un’assunzione di vocazione è un segnale non trascurabile in un contesto particolarmente complesso come quello attuale. Non è una mission, come direbbero i molti esperti in comunicazione e marketing, poiché quel che induce il frate francescano a partire per la foresta amazzonica e dedicare la propria vita all’evangelizzazione non è la mission, è la vocazione. Prendendo il vocabolario alla voce “vocazione” troviamo la seguente definizione: una particolare sensibilità, un trasporto innato a vivere un certo tipo di vita che porta un individuo a fare alcune cose piuttosto che altre per le quali sente un trasporto interiore.

È ciò che in filosofia si intende come una chiamata a sentirsi partecipi di un progetto universale, ognuno nel proprio ambito specifico. E quale occasione migliore di questa per stipulare anche noi, singoli individui, un patto con la nostra coscienza assumendoci il compito di agire per il Bene dell’insieme? Non si tratta di un compito arduo, superumano. Pur nei limiti che derivano dalla nostra condizione di uomini dobbiamo ricominciare a farci guidare da valori universali e dall’aspirazione di generare nel mondo attraverso le nostre azioni, un sentimento di gratitudine.

Servono esseri umani che guidino il nostro tempo e abbiano il coraggio nel corpo, la dedizione e la sensibilità nel cuore, l’intelligenza e la lucidità nella mente per seguire la vocazione al Bene dell’insieme. Il nostro tempo ci sta mettendo di fronte a uno scenario molto chiaro: il vecchio paradigma mors tua vita mea non funziona. Oggi dal comportamento lucido e responsabile degli altri dipende la nostra vita, dipendono il nostro futuro e quello dei nostri figli. Il tempo ci sta chiedendo una drastica svolta, ci sta chiedendo di prendere coscienza del fatto che ci salveremo se sapremo attuare il ben più funzionale vita tua, vita mea, come perfettamente sintetizzato nel pensiero del mio mentore Patrizio Paoletti.

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