I dati della giornataDopo ore di caos, Lombardia e 14 province dichiarate zona rossa

Il bollettino giornaliero delle 18 della Protezione Civile: 5.061 i contagi, deceduti 233, 589 le persone guarite

ANDREAS SOLARO / AFP

La Lombardia e altre undici province del nord sono state dichiarate zona rossa, da cui non si potrà né entrare né uscire fino al tre aprile. Il provvedimento è contenuto nel decreto firmato ieri notte alle 3 dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo alcune ore di caos nazionale durante le quali sono circolate due bozze di decreto.

Il governo Conte ha fatto circolare due bozze di decreto, una per le zone rosse e un’altra per il resto del paese. Secondo le versioni pubblicate da tutti i giornali, la Lombardia e altre 11 province del nord diventeranno zona rossa. Ma si tratta di bozze, di ipotesi, contestate dai governatori di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, ciascuno per motivi diversi. Nessuna informazione ufficiale, invece, dal governo mentre si segnala lo sconcerto delle famiglie che hanno trascorso il weekend fuori casa e si stanno affrettando a rientrare a casa.

Il governo avrebbe deciso di vietare entrate e uscite dalla Lombardia, dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino (in Emilia-Romagna), Venezia, Padova, Treviso (in Veneto), Asti e Alessandria (in Piemonte) «allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19», fatto «salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza». Il provvedimento, previsto in un decreto che sta per essere approvato dal Consiglio dei Ministri sarà valido da domenica mattina fino al 3 aprile. Al momento però si tratta di una bozza che incompresibilmente circola, senza che il governo dica niente.

«La bozza del provvedimento del governo che ho ricevuto solo in serata sembra andare nella direzione del contenimento della diffusione del virus, invitando, con misure piu’ incisive, i cittadini alla prudenza» ma «non posso non evidenziare che la bozza del decreto del presidente del Consiglio e’, a dir poco, pasticciata», è il commento del presidente della Lombardia Attilio Fontana.

Nel bollettino giornaliero delle 18, la Protezione Civile ha aggiornato il numero sui contagi da coronavirus in Italia. Il totale dei positivi sale a 5.061, 1145 in più rispetto a ieri, 6 marzo. La maggior parte dei casi è concentrato nelle tre regioni maggiormente colpite: 2742 in Lombardia, 937 in Emilia Romagna e 505 in Veneto. Crescono anche i morti, saliti a 233. Notizia positiva: i guariti sono 589, di cui 524 in Lombardia.

Dei 5.061 positivi, 1.060 si trovano in isolamento domiciliare, 2.394 sono ricoverati con sintomi e 462 in terapia intensiva. Complessivamente, quindi, finora sono 5.883 i contagiati dal coronavirus, comprese le vittime e le persone guarite.

Questi i dati dei contagi nelle altre regioni: 202 in Piemonte, 201 nelle Marche, 112 in Toscana, 72 nel Lazio, 61 in Campania, 42 in Liguria, 39 in Friuli Venezia Giulia, 33 in Sicilia, 23 in Puglia, 24 in Umbria, 14 in Molise, 14 nella provincia di Trento, 11 in Abruzzo, 9 in provincia di Bolzano, 8 in Val d’Aosta, 5 in Sardegna, 4 in Calabria, 3 in Basilicata.

Quanto ai tamponi, ne sono stati eseguiti 42.062, dei quali 15.778 in Lombardia, 13.429 in Veneto e 3.604 in Emilia Romagna.

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