Nella classifica ideale dei luoghi in cui è facile pedalare, l’altopiano è secondo solo alle litoranee. Due paesaggi diametralmente opposti, uno boscoso e segnato dai pendii delle montagne tutte intorno, uno dolce e a pochi passi dal mare. Dell’altopiano delle Rocche chi scrive deve chiarire prima di tutto che è tra questi campi che ha imparato ad andare in bicicletta, muovendo i primi passi sbilenchi tra rotelle e gomiti sbucciati.
Siamo in Abruzzo, all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, quasi al confine con il Lazio. In questo punto, una lingua di terra si allunga tra l’incontro delle dorsali dei due monti, generando una piana che conta pochi dislivelli, e un clima di montagna degno dei suoi 1300 metri (ma sulle vette si arriva quasi a 2500). “Delle Rocche”, è facile intuirlo, perché la zona è costellata da paesi e frazioni, tra cui Ovindoli, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio, e poi Rovere, Terranera, Fonteavignone.
Nel 2012 a mettere in collegamento i paesi dell’altopiano arriva una ciclabile di circa 34 chilometri (qui l’itinerario). Il percorso, per lo più su strada bianca, è abbastanza pianeggiante e agevole, soprattutto nel tratto che collega la seconda metà della piana, da Rocca di Mezzo a Rocca di Cambio passando per Terranera. Per salire a Rovere invece, piccola frazione di grande fascino, con le rovine visibili da strada di una fortezza medievale (da piccoli, ci si giocava a nascondino), è prevista una salita dove il dislivello si fa più intenso, ma molto breve. Di nuovo il tratto tra Rovere e Ovindoli è pianeggiante e adatto anche ai bambini. Per completare il giro, occorrono circa 3 ore, se si escludono tuttavia le soste che invece sono il cuore di ogni percorso in bicicletta.
Attraversandolo, l’altopiano regala paesaggi montani, boschi, campi dorati che d’estate si punteggiano di balle di fieno, il Gran Sasso a fare spesso capolino. Certo un tempo qui l’impegno agricolo del suolo doveva essere molto più determinante, poi con l’abbandono dei borghi e l’inurbamento, la maggior parte dei terreni è rimasta incolta, oppure ha accolto maneggi, animali al pascolo, talvolta coltivazioni di patate. Poco importa: lo scenario è perfetto per un pic-nic. Le piazzole non mancano lungo il percorso e regalano piccoli spot all’ombra tra fili d’erba e panche di legno.
Cosa mangiare? A Rocca di Mezzo un’insegna semplice recita “Pane e Dolci”. Qui potrete comprare una specialità della zona, la pizza fritta: un disco di pasta salata e fritto nell’olio bollente, molto in voga durante le sagre. Tappa al Bar Voce per un caffè, una merenda o un gelato. Tra le specialità della casa, il gusto Parrozzo, che ricorda il dolce abruzzese con mandorle e cioccolato, oppure i cornetti e le torte con la crema pasticcera, la marmellata e la ricotta. Per un panino on the road, c’è una piccola ma fornitissima bottega sulla Statale di Rocca di Mezzo. Qui la signora Pina, tra barattoli di sott’olio, mozzarelle del caseificio locale Magnante, pecorini, stracchino affumicato, ricotta al tartufo e affettati, saprà consigliarvi qualcosa di buono per la vostra pausa e prepararvi una merenda di tutto rispetto.
Passiamo ad Ovindoli, dove i riferimenti per una bevuta sono due. Il primo, l’enoteca Zampanò, dove oltre a qualche piatto di formaggi si possono trovare anche belle bottiglie e referenze naturali. Poco distante c’è il Liquorificio d’Abruzzo, che nasce nel 2014 dall’iniziativa di quattro giovani appassionati di infusione. Il Liquorificio realizza oltre 10 liquori diversi, tra cui alcuni a tiratura limitata, tra Genziana, Liquirizia e Ratafia, a base di amarene, dal sapore dolciastro e dal colore profondo.
I ristoranti non si contano, sono molti e propongono menu che spesso si assomigliano. A Rocca di Cambio c’è Il Caminetto, dove si preparano piatti di carne sostanziosi, oppure l’Aurora, che porta in tavola i primi col sugo di tonno, lo zafferano, la polenta o le tagliate cotte al tavolo su pietra rovente. Poi a Rocca di Mezzo, ci si ferma volentieri da Antichi Sapori per una Chitarra o per gli Strengozzi, una pappardella tagliata corta e condita. A Rovere, nel piccolo ristorante Da Cristina, si assaggiano invece le sagne con i cavoli, l’uovo col tartufo, il filetto e le minestre di fagioli. A Ovindoli infine c’è, la Pinetina, dove vi godete il fresco piacevole del giardino e il clima rilassato di una cucina semplice di montagna, tra scamorze ai ferri e primi ai funghi porcini e al tartufo.