“Qual è il ruolo dei giovani nel futuro dell’Europa?”, questo il titolo della tavola rotonda virtuale che si è tenuta venerdì pomeriggio scorso a cui hanno partecipato oltre 300 giovani provenienti da ogni parte d’Europa. L’incontro è stato organizzato dal Comitato europeo delle regioni a margine della riunione del suo direttivo con l’obiettivo di prepararne l’agenda politica assieme all’attuale presidenza tedesca del Consiglio europeo. I partecipanti al dibattito hanno interagito direttamente con tre specialisti in materia: il presidente del Comitato europeo delle regioni Apostolos Tzitzikostas, il ministro per gli affari federali, europei ed internazionali della Renania Settentrionale- Vestfalia Stephan Holthoff-Pförtner, e l’europarlamentare tedesca della SpD Gabriele Bischoff.
I quasi 700 giovani che si sono registrati per assistere all’iniziativa potevano attivamente prenderne parte inviando una domanda da porre ai membri della tavola rotonda nei giorni precedenti l’incontro. Le domande selezionate sono state poi rivolte dagli stessi ragazzi venerdì in diretta e sono state fonte di discussione tra i tre politici e il moderatore del dibattito, il professore dell’Università di Duisburg-Essen Michael Kaeding.
Tra i temi più discussi i cambiamenti climatici, la sostenibilità, i programmi di mobilità Erasmus ed Eramsus+ e la digitalizzazione. «Per supportare la transizione verde abbiamo bisogno che la ripresa dalla crisi del coronavirus sia sostenibile e faccia fronte alle necessità di cambiamento. Per esempio, bisogna ristabilire la fiducia nei trasporti pubblici e sviluppare nuove modalità di trasporto comune. Per questo, noi del Comitato europeo delle regioni abbiamo stanziato 6,3 miliardi per la ricerca nell’ambito della mobilità sostenibile», ha riferito Tzitzikostas.
Lo stesso presidente ha poi aggiunto: «Non bisogna però dimenticarci del programma di scambio Erasmus, una delle iniziative più riuscite a livello europeo. È necessario continuare ad investire in questo progetto ed il budget approvato lo scorso luglio dal Consiglio europeo, anche se prevede maggiori investimenti in Erasmus, non è abbastanza ambizioso, non soddisfa le proposte avanzate dalle regioni».
Ad una domanda di una ragazza greca sempre riguardante il programma Erasmus e come contribuisca a sviluppare un’identità europea tra i giovani ed a migliorare i rapporti tra i paesi membri, Holthoff-Pförtner ha aggiunto che: «L’Erasmus in futuro dovrebbe essere reso disponibile a tutti, anche a chi non frequenta un’istituzione accademica. Il programma può diventare un metodo per fare esperienza in Europa ed imparare a collaborare gli uni con gli altri».
Nel corso del dibattito sono state poste anche tre domande a tutti i partecipanti riguardanti la prontezza dell’Europa ad affrontare il futuro, la Conferenza sul futuro dell’Europa promossa dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e le attività dell’Unione a livello locale. Le risposte alle prime due domande sono state abbastanza bilanciate. Secondo il 60% di chi ha aderito al sondaggio, l’UE è pronta ad intraprendere le nuove sfide che pone il futuro e sempre il 60% circa aveva già sentito parlare della Conferenza sul futuro dell’Europa, un risultato scontato visto l’interesse dei partecipanti al dibattito nell’Unione europea.
«La Conferenza sul futuro dell’UE ha proprio l’obiettivo di capire come organizzare l’Europa del futuro, per renderla pronta ad affrontare problemi politici ed essere più trasparente. Cercheremo di capire quali sono stati gli errori fatti e di avanzare un approccio più partecipativo così da entrare in dialogo con i cittadini e ricevere da loro un riscontro», ha affermato l’eurodeputata Bischoff.
Tuttavia, alla domanda sulla presenza dell’Unione europea a livello regionale e locale, la maggioranza è stata evidente: l’80% dei partecipanti ha risposto che non ci sono abbastanza informazioni sul lavoro sul campo dell’UE. Entra quindi in gioco la necessità di mettere in atto la priorità del Comitato europeo delle regioni: portare l’Europa più vicino ai cittadini così da rafforzare la democrazia europea a tutti i livelli di governo. Promuovendo la coesione come valore fondamentale delle politiche europee ed un approccio di sviluppo bottom-up, il Comitato vuole così contribuire a finanziare opere pubbliche ed una crescita economica sostenibile.
«L’Unione europea non è composta solamente da istituzioni, ma anche da 350 regioni, 19.000 comuni e 800 città che devono intraprendere delle iniziative per dimostrare la presenza dell’Europa sul territorio. I giovani, a questo proposito, sono essenziali. Loro sono i catalizzatori del progresso, pronti a diventare la forza trainante per l’integrazione europea promuovendo un processo decisionale che parte dal basso. D’altronde, l’Unione europea è presente in ogni aspetto della vita quotidiana dei cittadini e spesso i fondi di coesione sono gli unici strumenti che permettono di realizzare le opere pubbliche che migliorano le realtà cittadine», ha replicato Tzitzikostas dopo essere venuto a conoscenza dei risultati del sondaggio.
A porre domande ai partecipanti della tavola rotonda sono state anche due giovanissime ragazze italiane: la 19enne Raluca Mihaela Preda e la 17enne Maddalena Magliante. Mentre la prima ha interrogato i politici su come l’Europa intenda raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la seconda ha invece sottolineato l’importanza di attività come il Model European Parliament, un’attività per studenti liceali ed universitari che punta a riprodurre una plenaria del Parlamento europeo in cui gli studenti si immedesimano negli eurodeputati.
«Il Model European Parliament è sinonimo di cooperazione, lavoro di gruppo e determinazione per costruire un futuro ed un’Europa migliore insieme. Mi ha permesso di rendermi conto che non si è mai troppo piccoli per fare la differenza e che noi giovani dobbiamo alzare le nostre voci e farci sentire» ha dichiarato Maddalena.