Mercoledì inizia la sessione plenaria del Parlamento europeo. Gli eurodeputati voteranno una risoluzione (purtroppo è un atto non vincolante) per chiedere alla Commissione di presentare la proposta di un bilancio d’emergenza entro il 15 giugno. Hanno fretta perché agricoltori, piccole imprese, aziende e organizzazioni dipendono dai fondi dell’Unione europea e non possono aspettare che si trovi troppo tardi un accordo sul bilancio settennale.
A proposito, quando si deciderà il bilancio 2021-2027? Secondo alcune indiscrezioni la Commissione potrebbe presentare una bozza già domani. Altre dicono che ci vorrà almeno un’altra settimana. A noi non resta che citare Battisti: «lo scopriremo solo vivendo». Anche perché per 18 mesi gli Stati hanno discusso se aumentare di uno 0,1% il bilancio comunitario e poi è arrivata la pandemia.
Cosa sappiamo finora. Il bilancio sarà molto più ricco (almeno il doppio del precedente) per fare da “cassa” per emettere i recovery bond da dare poi agli Stati. Sappiamo anche che sarà almeno di mille miliardi e che la bozza della Commissione non sarà mai approvata così com’è dai 27 leader europei.
Si parlerà anche di pneumatici. No, non ridete. È una questione serissima. Gli eurodeputati voteranno per rendere più comprensibili e dettagliate le etichette degli pneumatici. Così i consumatori avranno tutte le informazioni necessarie per scegliere gomme a basso consumo di carburante al momento dell’acquisto. Perché la potenza è nulla senza il controllo. (Per i non interisti era il famoso slogan della Pirelli con Ronaldo, il fenomeno, come testimonial)
Ma Ronaldo non è solo CR7? Ok, meglio parlare di un tema che mette (quasi) tutti d’accordo: l’Ungheria. Il premier Viktor Orbán ha ottenuto pieni poteri per gestire l’emergenza coronavirus e può deliberare per decreto senza limiti di tempo. Bene per lui, male per la democrazia ungherese. Mercoledì gli eurodeputati ne parleranno con il Consiglio e la Commissione. E discuteranno anche come garantire che le app per tracciare i contagiati siano in linea con le norma europea sulla protezione dei dati. A proposito: che fine ha fatto Immuni?
Sì, ma a parte le discussioni, cosa si deciderà concretamente? Allora parlare di questi temi è già qualcosa, almeno nelle democrazie si fa così. Ma se volete la “ciccia” di quello che deciderà l’Eurocamera in questa sessione vi dico che gli eurodeputati voteranno una norma per promuovere il riutilizzo dell’acqua nell’irrigazione agricola. Riusare l’acqua già impegata è il modo migliore per non esaurire o danneggiare le risorse idriche. Si voterà anche la procedura di “discarico”.
Rifiuti? No, quella è la discarica. “Discarico” è l’italianizzazione (riuscita male) di “discharged” che in inglese vuol dire “eseguito”. Tradotto il Parlamento europeo deve approvare il modo in cui le istituzioni e le agenzie europee hanno gestito e speso i soldi previsti dal bilancio Ue del 2018.
Ah, Sebastian Kurz parla di noi. Sì, il 33enne cancelliere austriaco ha detto in un’intervista a Bloomberg oggi che l’Unione europea è l’unica speranza italiana di gestire il suo gigantesco debito. «Non sarebbero in grado di gestire questa situazione senza l’aiuto dell’UE e di paesi come l’Austria. Ci è chiaro che vogliamo supportarli e che vogliamo mostrare solidarietà».
Ma non era sovranista? In parte. Infatti ha chiarito che per aiuto non intende gli eurobond: «non credo che l’idea del debito condiviso sia la risposta giusta». Piuttosto propone di aumentare i 540 miliardi di euro del pacchetto di aiuti Bei-Mes-Sure.
Ah ok è sovranista. In parte, ripeto. Ma non all’italiana. Perché per gli austriaci essere sovranisti vuol dire tenere i conti in ordine, non chiedere che gli altri paghino sempre per noi minacciando di andarsene. Come hanno proposto negli anni molti leader politici italiani, minacciando di uscire dall’Euro. Forse a occhio i sovranisti non riescono ad allearsi tra loro perché ognuno pensa ai propri interessi?
Forse la Commissione europea ha capito come salvare la nostra estate. Mercoledì la presidente Von der Leyen e i suoi commissari europei adotteranno delle raccomandazioni per coordinare con una tabella di marcia dettagliata e precisa la revoca dei blocchi delle frontiere interne e il ripristino della libertà di circolazione. Secondo le ultime indiscrezioni Bruxelles proporrà di allentare i controlli dove i contagi stanno diminuendo in modo considerevole e soprattutto dove ci sono sufficienti capacità di test, letti in terapia intensiva e la capacità di rintracciare le catene di infezione.
Anche in Italia? Ora potete ridere. In Italia non abbiamo ancora capito quando entrerà in funzione l’app e quanti test saranno fatti. Comunque le raccomandazioni non sono atti vincolanti e forse ogni Stato farà come vuole. Il punto è che Bruxelles vuole evitare accordi bilaterali che danneggino alcuni Paesi. Come stanno già facendo Croazie e Repubblica ceca o Francia e Irlanda, con la complicità del Regno Unito.
Ma come faremo capire dove andare in vacanza? Secondo Bloomberg la Commissione potrebbe anche pubblicare una mappa preparata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie che mostra le diverse situazioni epidemiologiche all’interno dei paesi membri. Così almeno i cittadini europei potranno regolarsi di conseguenza. Intanto il Portogallo è diventata la nuova meta di lusso anche per chi fugge dal coronavirus.
La Commissione darà linee guida solo sulle frontiere? No, ci saranno indicazioni anche su come ripristinare i trasporti in modo sicuro e garantire la ripresa del turismo. La Commissione potrebbe decidere di incentivare voucher per evitare che il sistema crolli per la richiesta di rimborsi. Secondo le ultime indiscrezioni potrebbe però permettere ai cittadini di chiedere il rimborso, visto che si tratta di uno dei diritti concreti di cui godono gli europei.
Prima o poi dovremo parlare del problema degli aiuti di Stato. La commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager ha rivelato in un’intervista al Faz che la Commissione ha concesso 110 autorizzazioni per 147 misure di aiuto da parte degli Stati membri: sono 2 trilioni di euro in aiuti. Ma c’è un problema. «Quanto più gli aiuti di Stato sono distribuiti in modo disuguale tra gli Stati membri, tanto più diventa importante trovare una risposta europea alla crisi».
Perché? Se Bruxelles permette agli Stati di salvare le aziende in questo momento di crisi va bene Sì, certo ma alcuni Stati hanno più potenza di fuoco per aiutare le proprie imprese. Per dire la Germania ha stanziato 1.000 miliardi di euro in garanzie statali, prestiti e capitale diretto alle imprese. In Spagna 100 miliardi. Questo dopo la crisi creerà degli squilibri nel mercato unico europeo con aziende che sono state aiutate di più dai loro Stati e altre che sono fallite perché il loro Paese aveva un debito pubblico al 134% del Pil. Ma non parliamo di noi.
La frase della settimana l’ha pronunciata la presidente della Commissione europea in una lettera aperta in cui ha chiarito tre principi base: la politica monetaria dell’Unione è di competenza esclusiva europea, il diritto dell’Unione ha il primato sul diritto nazionale, le sentenze della Corte di giustizia europea sono vincolanti per tutti i tribunali nazionali.
Perché ha scritto questa lettera? Perché la Corte costituzionale tedesca il 5 maggio ha emesso un verdetto in cui critica la Corte di giustizia europea, definendo incomprensibile il suo via libera al quantitative easing della Banca centrale europea. Per la Corte la Bce ha acquistato i titoli di Stato dei Paesi con l’Euro in maniera sproporzionata rispetto a quanto previsto dai trattati. E ha dato tre mesi di tempo alla Bce per chiarire.
E l’Europa non dice niente? No, anzi. Tutti, hanno parlato: il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha detto che «le misure straordinarie messe in atto dalla Banca centrale europea sono state necessarie a supportare l’economia della zona euro». La presidente della Bce Christine Lagarde ha chiarito che «la sua è un’istituzione indipendente che risponde al Parlamento europeo e continuerà in modo «imperterrito» a fare tutto il necessario per adempiere al suo mandato. «I giudici nazionali sono obbligati a garantire la piena efficacia del diritto dell’Unione», ha spiegato in una nota stampa la Corte di Giustizia dell’Unione europea.
Ah, tutto risolto. E no. Tutti quelli che avrebbero dovuto parlare in pubblico per minimizzare il caso hanno provato a farlo, senza successo. Perché alla fine la Consulta tedesca è un organo indipendente e nessuno potrà dirle di accettare i chiarimenti della Bce. Per evitare che altre Corti costituzionali si ribellino al Tribunale Ue forse la Commissione Ue dovrebbe davvero attuare la procedura d’infrazione. Come ha fatto nel 2018 con il Consiglio di Stato francese, per dire. Qui spieghiamo perché secondo noi anche Angela Merkel dovrebbe augurarsi di ricevere la procedura d’infrazione.
Il podcast della settimana.La pandemia ci ha fatto scordare che sul suolo europeo si sta combattendo un conflitto armato che negli ultimi sei anni ha prodotto due milioni di sfollati e 13mila vittime tra militari e civili. Eppure, come spiega Olga Oliker, esperta di Russia e Europa orientale presso l’International Crisis Group (ICG), nell’ultimo episodio del podcast War & Peace di Europod, il conflitto continua ad avere effetti «devastanti» sulla popolazione. Per uscire dallo status quo Bruxelles dovrebbe rivedere la propria strategia.
Continentale. Su Publico una serie di infografiche bellissime su come funzionano i due tipi di test covid. Il test molecolare ricerca virus, quello seriologico cerca gli anticorpi. E un articolo su come gli uomini – seppur in numero minore rispetto alle donne – sono vittime di violenza domestica.
Su El Pais quanto è difficile perdere i tic che mettono a rischio la nostra salute, come toccarsi trenta volte il viso in un’ora. No, non basa dire di non farlo.
Expansión chiede che la Spagna trovi il suo Vittorio Colao per avere un tecnico al tavolo del piano per la ricostruzione.
Le Figaro svela i trucchi che falsano la prospettiva delle fotografie, creano assembramenti (finti) e generano polemiche.
Su Le Monde alcuni ottimi consigli per vivere il telelavoro senza farsi venire il mal di schiena.
Su Faz perché le teorie cospirative si diffondo più facilmente nei momenti di crisi. Tipo alcuni sostengono che il personaggio “Coronavirus” che guida una biga nell’albo Asterix e la corsa d’Italia (del 2017) sia un indizio di un complotto.
Insulare. Sul Guardian come il lockdown ci ha fatto vedere la natura con occhi diversi.Lei continua a fare il suo corso. Noi, che possiamo passeggiare non per andare in qualche luogo ma solo per passeggiare in sé ci accorgiamo della natura che si insinua attraverso le fessure.
Cose uscite su Europea questa settimana da non perdere
Quando è nata la parola «europei» di Virginia Valente
Galway è la città più sfortunata d’Europa di Ferdinando Cotugno
La patrona dell’Europa sconosciuta in Italia di Nicola Baroni
Come hanno fatto i Paesi di Visegrad a contenere la diffusione del Covid di Matteo Tacconi
Chi era davvero Robert Schuman di Allegra Semenzato
Scrittori d’Europa. Questa settimana abbiamo intervistato Nicholas Mathieu, vincitore del Premio Gouncourt per “E i figli dopo di loro” (Marsilio), il romanzo che dà voce ai ragazzi della provincia francese degli anni Novanta. Quella generazione che dall’essere figlia di un “popolo” adulato dalla sinistra è diventata interlocutrice dei populisti. Ci ha detto: «Forse alla fine crederò all’Europa solo grazie alla bellezza di Monica Vitti».
Eu Bubble. Sì, abbiamo anche una rubrica sulla bolla d’Europa. Ogni tanto ne racconteremo i riti, i luoghi, i tic. Partiamo dal Berlaymont, il palazzo della Commissione europea. La croce nella mappa di Bruxelles che indica il centro del quartiere europeo. Sapevate che dentro ci sono due saune, una per i commissari, l’altra per i funzionari?
Calendario. L’agenda degli eventi della settimana seguente a livello europeo. Ci sono tutti, ma proprio tutti
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