NewsletterCosa succederà nella settimana più corta dell’Europa

La raccolta fondi da 7,5 miliardi di euro per trovare il vaccino, la spy story senza 007 di Borrell e come il Consiglio cerca di non rovinare la nostra estate

Le tre cose da segnalare nella settimana più corta dell’Ue. A Bruxelles gli incontri di Commissione, Parlamento europeo e Consiglio finiscono spesso il giovedì anche senza il ponte della festa dei lavoratori. L’evento più importante di martedì è stata la videoconferenza in cui la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, hanno parlato con i leader di Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger. I Paesi che fanno parte del G5 Sahel. Non è un incontro inutile, mostra anzi come il ruolo l’Unione europea sia fondamentale anche per i Paesi extra Ue. Soprattutto in una delle aree meno sicure del mondo dove gli attentati terroristici, la povertà diffusa e l’incapacità di manterere l’ordine pubblico interno rendono questi stati molto fragili. La Commissione ha annunciato ulteriori 194 milioni di euro per sostenere la sicurezza, la stabilità e la resilienza nel Sahel. Saranno 112 milioni di euro per rafforzare le capacità di sicurezza e di difesa dei paesi del G5 e 82 milioni di euro per migliorare le condizioni di vita di popolazioni vulnerabili. E allora gli infermieri italiani che lottano contro il covid? Sì sono degli eroi, ma perché questo benaltrismo per cui una cosa esclude l’altra? Vabbé lasciamo perdere.

Non ci vorrai dire che l’Europa si occupa solo dell’Africa. No, vi dico che il 4 maggio la Commissione europea organizzerà una maratona mondiale di raccolta fondi in cui inviterà gli Stati e le organizzazioni di tutto il mondo a raccogliere almeno 7,5 miliardi di euro per trovare un vaccino. Qui per donare, ma aspettate: inizia tra cinque giorni. 

Ma la Commissione si occupa solo di Africa e maratone simil Telethon? Prima che pensiate “E allora i Marò?” chiariamo cosa ha fatto Bruxelles finora per il vaccino. Non si è parlato molto dei 47,5 milioni di euro che la Commissione europea ha aiutato a raccogliere tra finanziamenti pubblici e privati per sostenere 17 progetti di ricerca sui vaccini anti coronavirus, svolti da 136 gruppi di ricerca in tutta Europa. A cui si aggiungono i 90 milioni di euro per l’iniziativa di innovazione medica (Imi) con l’industria farmaceutica. Non solo, l’Unione europea ha messo a disposizione 164 milioni di euro per Start-Up e imprese tecnologiche per realizzare progetti innovativi in risposta alla pandemia.  La Commissione ha offerto anche un prestito di 80 milioni di euro a CureVac, la società biofarmaceutica tedesca con sede a Tubinga che sviluppa terapie basate sull’RNA messaggero. Un’azione rilevante visto che l’amministrazione Trump aveva offerto all’azienda di trasferire la ricerca del vaccino anti coronavirus negli Stati Uniti per far avere agli americani l’accesso esclusivo agli eventuali risultati. Un atto di sovranismo europeo. 

Sì, ma parliamo di soldi. Cosa ha deciso la Commissione europea sul recovery fund? Ancora nulla di concreto a parte quanto hanno già stabilito gli Stati all’ultimo Consiglio europeo. Tutti sono d’accordo sul nome, ognuno però ha una sua idea su come deve funzionare. La presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ha parlato di un fondo da «migliaia di miliardi di euro» e il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha promesso che arriverà entro settembre Lo scontro è se questi miliardi arriveranno tutti in forma di prestiti (loans) o ci saranno anche delle sovvenzioni (grants). Intanto qui un pezzo per capire tutto quello che si sa finora. Sì si parla anche dei primi eurobond fatti 45 anni fa. Sì, c’erano le lire. E le mezze stagioni. Ah, signora mia. 

Ah, l’Italia ha chiesto di accedere al fondo europeo di solidarietà. Sì, ne hanno parlato poco in queste ore, ma Roma è la prima a fare la richiesta per questo strumento che ha circa 800 milioni di euro a disposizione. In origine quei finanziamenti erano destinati per le catastrofi naturali, poi la Commissione ha deciso di dirottare i soldi per comprare materiale sanitario per gli Stati più colpiti. Fino al 24 giugno vaglierà tutte le richieste

C’è un problema col turismo. E noi siamo gli appestati. Lunedì i ministri del turismo dell’Unione europea hanno discusso della necessità di regole e protocolli comuni. Per capirci dei “corridoi” speciali per rendere sicure le vacanze. Autocertificazioni, certificati medici, rotte speciali lontane dai focolai. Il problema è che molti Stati potrebbero fare accordi tra loro per invogliare i cittadini a escludere le spiagge italiane. Per esempio la Croazia sta negoziando con la Repubblica ceca, ma i ministri non hanno discusso in dettaglio le possibili misure. Si aspettano le linee guida della Commissione europea.

Come sta andando il post Brexit? Male, il Regno Unito sta impantanando il negoziato. «Temo che il Regno Unito non intenda impegnarsi seriamente su questioni fondamentali» ha detto il negoziatore per la Commissione, Michel Barnier. Anche gli ex eurodeputati inglesi sentiti da Europea sono scettici sulla volontà degli inglesi di chiudere un accordo

La frase della settimana. Sembra un film di spionaggio ma i protagonisti non sono degli agenti 007 (anche perché c’è stata la Brexit), e la trama non l’ha scritta John Le Carré perché si conosce già la talpa, anche se involontaria. Parliamo di Lutz Güllner capo della comunicazione del Servizio europeo per l’azione esterna (poi vi spieghiamo cos’è). Il rapporto di cui parla è sulla strategia di disinformazione cinese sul Covid-19. Güllner avrebbe allegato il report non ancora pubblicato mandando questo messaggio ai suoi colleghi. Per sua sfortuna, e nostra fortuna, la mail l’ha letta anche un giornalista del New York Times che ha accusato i funzionari europei di aver ritardato e riscritto il rapporto dopo che la Cina ha tentato di bloccarne la pubblicazione.

Cosa non torna. Il quotidiano digitale Politico.Eu  il 21 aprile, ha pubblicato un estratto molto duro del rapporto, annunciando che sarebbe uscito per quel giorno: «La Cina ha continuato a condurre una campagna di disinformazione globale per deviare la colpa per lo scoppio della pandemia e migliorare la sua immagine internazionale. Sono state osservate sia tattiche palesi che segrete». Dopo aver detto per giorni non c’era nessun rapporto da pubblicare l’’Eeas ha pubblicato il report con una versione simile ma meno dura nell’uso delle parole.  

Cosa succederà ora. In una lettera a Borrell, l’eurodeputato olandese Bart Groothuis ha chiesto una «spiegazione formale e completa al parlamento europeo». Il portavoce di Borrell ha risposto che le pubblicazioni dell’Eeas sono indipendenti e la Commissione non si è mai inchinata ad alcuna presunta pressione politica esterna. E soprattutto l’articolo del Times si riferisce conversazioni interne trapelate fuori dal contesto e cita lo staff senza il suo consenso. A proposito di cosa parla il rapporto, o meglio i rapporti mensili? Qui Europea ha fatto un riepilogo della guerra delle fake news contro Mosca e Pechino.

Che cos’è l’Eeas: è l’apparato diplomatico che coordina il lavoro di Borrell. Elabora report per l’Alto rappresentante, organizza riunioni e incontri strategici, gestisce le fonti diplomatiche e di intelligence con le cancellerie degli Stati membri. Non è solo una macchina burocratica, è il primo servizio diplomatico multinazionale, ma non è ancora il più grande servizio diplomatico al mondo come vorrebbero anche a causa delle ritrosie delle intelligence nazonali. 

Il video della settimana è apparso sul sito del governo tedesco in cui Angela Merkel spiega ai suoi cittadini che la Germania diventerà presidente di turno del Consiglio dell’Unione ma non potrà fare tutte quelle belle cose che ha programmato. «Finché non ci sarà un vaccino, dovremo convivere con questo virus. Ciò significa che la presidenza tedesca sarà modellata sulla lotta alla pandemia e sulle sue conseguenze. Dovremo dimostrare di aver agito per la coesione sociale e il miglioramento economico dell’Europa, progettare il suo futuro». 

Cos’è il Consiglio dell’Unione europea. Chi deve spiegarlo, di solito va per sottrazione. Non è il Consiglio europeo (riunione dei 27 leader) e non è il Consiglio d’Europa (non ci proviamo neanche a spiegarlo, sappiate solo che non c’entra niente con l’Ue) Il Consiglio dei ministri dell’Unione europea è un organo che riunisce di volta in volta 27 ministri degli Stati Ue in base al dossier da trattare. Per gli amici, e gli addetti ai lavori, basta la parola “Consiglio” per capire che stiamo parlando di lui. O esso. Come potete immaginare ci sono tonnellate di riunioni ogni mese. Per esempio questa settimana si sono riuniti molte volte i ministri della Salute Ue. Ma ci può essere un consiglio dei ministri degli Esteri o del Turismo. Quando si riuniscono invece i ministri dell’Economia si chiama Ecofin e quando si riuniscono solo i ministri delle Finanze dei Paesi con l’euro si chiama Eurogruppo. E quando si riuniscono per prendere un caffé si chiama cazzeggio. Ma siamo sicuri che in Europa troveranno un acronimo anche per questo. Qui Matteo Castellucci spiega perché è importante essere presidente di turno, qual era il piano di Berlino e cosa ha dovuto cambiare in corsa. Spoiler: molto.

Il Podcast della settimana. Nell’ultimo episodio della serie podcast “The Sound of Economics”, di Europod gli esperti del think tank Bruegel discutono il risultato del Consiglio europeo. Ci sono motivi giusti per dire che il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. 

Continentale. I pezzi più interessanti usciti sui giornali europe questa settimana per chi conosce una seconda lingua e non ha paura di usarla. 

Sul Faz il governo federale ha voluto sostenere l’industria dei viaggi con dei buoni anziché rimborsi per vacanze annullate. Ma potrebbe violare la direttiva Ue sui pacchetti turistici.  

Su Publico la capacità del Portogallo di eseguire i test in modo incrementale è stato il modo più efficace per controllare la diffusione di covid-19

Su El Mundo perché l’idea di vietare per legge l’aumento dei prezzi delle mascherine come ha promesso il governo spagnolo non è una scelta economicamente sensata. 

Su Le Monde perché il sistema amministrativo francese non è stato in grado di adattarsi alla rapidità decisionale e l’agilità richiesta dalla produzione di test dall’inizio dell’epidemia. 

Su Le Figaro gli economisti Isabelle Salle e Dany Lang.svelano il mito dei Paesi Bassi come un paese virtuoso e responsabile. Il basso numero di ore lavorate e il loro rapporto debito / PIL le rendono comunque, a modo loro, delle  “cicale”. 

Su L’Observateur perché questo virus è una grande lezione di umiltà per tutti noi. 

Insulare. Sul The Guardian come lo smart working del Parlamento ha cambiato anche le “tradizioni” politiche fatte di ermellini e dress code. 

Cosa vi siete persi questa settimana su Europea. 

Braccialetti, droni, obbligo di selfie domestici. Ecco come gli stati europei monitorano i loro cittadini di Europea

L’Italia è tra gli ultimi Paesi d’Europa per connessione di Anita Bernacchia

Perché anche in Portogallo si celebra il 25 aprile di Martina Di Pirro

Perché il Partito popolare europeo non espelle Viktor Orbán di Simone Benazzo

Il calcio europeo è sull’orlo del collasso di Vincent Grimault

L’azienda sarda che traccia e monitora i rifiuti spaziali grazie ai fondi europei di Playourope

Le parole usate da re e regine per rassicurare i cittadini in quarantena di Allegra Semenzato

Una certa idea di Europa di George Steiner è il manifesto di ciò che siamo di Nicola Baroni

Calendario.
L’agenda degli eventi della settimana seguente a livello europeo. Ci sono tutti, ma proprio tutti

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