È l’ennesima lotta contro il tempo per risolvere l’ingarbugliato dossier su Autostrade per l’Italia. L’accordo di luglio con il governo, nonostante gli annunci, è stato tutt’altro che risolutivo. Nel pomeriggio si riuniranno i consigli di amministrazione di Cassa depositi e prestiti e di Atlantia per trovare la quadra. Ma non sembra scontato di poter risolvere la questione entro oggi, scadenza – già ritardata di un giorno – dell’esclusiva a trattare data da Atlantia.
Il primo a riunirsi sarà il cda quello di Cdp alle 18 per decidere sulla offerta non vincolante da trasmettere ad Atlantia per l’88% di Aspi. Sul tavolo ci sarebbero circa 7 miliardi, al netto di 2,5 miliardi per i rischi legali connessi al ponte Morandi di Genova. Ma non è detto che Atlantia accetti del tutto l’offerta non vincolante. I soci di minoranza della holding controllata dai Benetton contestano le interferenze politiche nella operazione, preferendo invece una operazione di mercato.
Il cda di Atlantia, dopo quello di Cdp, potrebbe concedere alla cassa guidata da Fabrizio Palermo un’altra settimana o dieci giorni per ricevere la proposta definitiva, revocando l’assemblea del 30 ottobre, già convocata per la scissione parziale e proporzionale della holding in un’altra società da quotare. Ma i Benetton, nella lettera a Cdp, avevano chiesto una proposta vincolante. E quella che dovrebbe arrivare oggi da Cdp non sarà tale.
Lo schema di massima messo a punto dal Tesoro prevede che la cordata italiana di Cdp, affiancata da F2i, abbia non più la maggioranza del 51% ma del 40%, mentre i partner esteri – dall’americano Blackstone all’australiano Macquarie – il 30% a testa. Ma ancora sabato i due fondi chiedevano più tempo per sistemare gli ingranaggi dell’operazione.
Nell’offerta dovrà inoltre essere indicato il prezzo e la correzione massima al ribasso che il valore potrebbe avere al termine delle dieci settimane in cui Cdp e fondi potranno effettuare la due diligence. Servirà poi l’accordo sulla governance con i fondi: alla Cassa potrebbe andare una quota tra il 20 e il 30% con un ruolo guida nella azienda. La ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha ripetuto ieri che Cdp avrà in mano la governance della più grande azienda concessionaria del Paese. Ma ancora nulla sembra scontato.