L’estate che verràAndremo (ancora) in vacanza nel 2021?

Ansia, incertezza e… voglia di partire: le paure nate nel balordo 2020 non sembrano aver minato il desiderio degli Italiani di andare in ferie. Ma dove ci porterà il prossimo viaggio?

Abbiamo accettato limitazioni e sacrifici di ogni genere in nome della salute comune. Ma quando sentiamo dire che «le aperture della scorsa estate sono state un errore» non possiamo trattenere un brivido. In vacanza gli Italiani ci vogliono andare. Di qui una serie di domande, che si proiettano su un futuro sempre incerto, tra incognite legate a virus e vaccini. Ma che, dati alla mano e competenza per interpretarli, possono trovare una risposta. Mauro Santinato, presidente di Teamwork, società specializzata in consulenza nel settore turistico e alberghiero, guarda all’estate 2021 con un’angolazione ampia e complessa. «Si è da poco concluso Hicon – spiega Santinato – grande evento dedicato all’ospitalità. E tra i relatori abbiamo avuto Glenn Fogel, Ceo di Booking.com che ha parlato con grande ottimismo, aspettandosi una fortissima ripresa.

Un ottimismo condiviso da Amadeus, la più grande piattaforma di prenotazione di biglietteria aerea, che ha svolto delle indagini da cui emerge che la stragrande maggioranza degli intervistati, appena l’emergenza sarà finita, vorrà viaggiare. Certo, ci saranno dei cambiamenti: ad esempio si faranno meno viaggi ma più lunghi, in decisa controtendenza con quanto avvenuto negli ultimi anni. Ancora, un quinto degli intervistati sta pianificando un viaggio nel 2021 per celebrare eventi importanti della vita, come un anniversario. La domanda è in standby, non c’è un vero calo strutturale. La gente taglierà altre spese, ma non rinuncerà alle vacanze. Ovviamente per avere una completa ripresa bisognerà aspettare un po’: per tornare ai livelli del 2019 si stima si debba attendere il 2024».

Stessa voglia di partire, nuovi modi, più green, di viaggiare

Una nuova, accentuata attenzione per alcune tematiche è quasi scontata: «sostenibilità, igiene, ecologia: saremo più consapevoli e attenti a tutti questi punti, oltre che al modo di stare insieme, privilegiando mete meno affollate» puntualizza Santinato, che continua: «certo che la caduta è pesante, il settore è quello che più ha sofferto le restrizioni legate al coronavirus, ma possiamo stare tranquilli per quanto riguarda la ripresa. Dobbiamo però cambiare approccio, ripensando alle modalità, con maggiore attenzione a ciò che è eco e bio. Si sono accelerati processi che erano già in atto: così si cerca maggiore trasparenza, il cliente è disposto a spendere anche qualcosina in più per avere più umanità, più rispetto e più certezze. Ci sarà molta staycation, molto turismo di prossimità, e ci saranno meno viaggi transoceanici. Ci saranno più etica e consapevolezza, si cercheranno esperienze di vacanza legate a pratiche sostenibili.

I segnali positivi ci sono, e vengono anche dai mercati europei: avremo una risposta positiva da Paesi come la Germania e l’Austria, che cercheranno mete vicine rinunciando a viaggi fuori dall’Europa. I sei maggiori player nel campo dell’ospitalità si aspettano una fortissima ripresa nella seconda metà del 2021. Certo, non tutti sopravvivranno: emergerà chi avrà un buon rapporto qualità prezzo, ma soprattutto chi saprà aggiungere valore alla sua offerta. Tra gli alberghi che non si sono riqualificati ci sarà inevitabilmente una selezione. È come se fossimo tutti dietro a una safety car: appena si ricomincerà a correre, vinceranno i migliori. Chi è stato capace di aggiornarsi, di anticipare i tempi, di dotarsi di strumenti di qualità sarà avvantaggiato».

Ma i cambiamenti non finiscono qui. «Il turismo è una attività resiliente: è sopravvissuto a guerre e attentati, sopravvivrà anche alla pandemia. Ma seguirà alcuni macro trend: ci sarà un nuovo equilibrio tra lavoro e tempo libero grazie allo smartworking: servono offerte di staycation e workation. I mantra saranno green, sicurezza, tecnologia e pulizia; altra parola d’ordine sarà semplicità, insieme a disconnessione: siamo di fronte a due facce di una stessa medaglia, da un lato avremo forme di lavoro in vacanza con necessità di supporti tecnologici, dall’altra cercheremo momenti per staccare completamente. Al giorno d’oggi siamo sempre connessi, è difficile trovare un equilibrio.

La grande certezza è la voglia di andare via: quando la Quantas ha lanciato un volo Sidney-Sidney, semplicemente 10 ore in aria senza arrivare da nessuna parte, ha fatto il tutto esaurito. E appena annunciato il vaccino, le quotazioni delle agenzie che offrono viaggi sono schizzate in alto». La voglia di tornare a viaggiare, insomma, non è in discussione.

Toglieteci tutto, ma non le vacanze

Ma non basta: per gli Italiani la vacanza per antonomasia è al mare. Così l’ottimismo è condiviso da Angelo La Riccia, direttore commerciale e marketing di VOI Hotels, che spiega: «la nostra azienda è partita dalla considerazione che, al netto di tutto, distanziamento, riduzione dei posti, vincoli eccetera, siamo soddisfatti di come è andata la stagione passata. Abbiamo potuto sfruttare luglio e agosto, l’altissima stagione. Su questa base abbiamo pensato che la stagione 2021 partirà prima, magari già a maggio: siamo positivi. Ovviamente siamo anche cauti, soprattutto per quanto riguarda alcuni settori: ad esempio i tour operator esteri non saranno così presenti. Le tante variabili, vaccino su tutte, fanno immaginare che dall’estero ci sarà comunque una flessione. Immaginiamo in calo anche gli eventi, soprattutto sulla prima parte di stagione. Maggior ottimismo sulla seconda metà: il risultato del 2020 è stato buono, gli Italiani sono andati in vacanza. E ci andrà ancora, anche se si accentuerà la sensibilità su alcuni focus: la sicurezza sarà al top. Il prezzo sarà sempre importante, ma cresce la consapevolezza che per fare ospitalità di qualità in sicurezza ci vogliono spese. In questo momento si è disposto a spendere un euro in più per avere certificazioni e sicurezza. Del resto già l’anno scorso si era modificata l’offerta, si era assistito a diversificazione e distanziamento, si era scelto di prestare attenzione alle procedure di check in e al monitoraggio». Ma forse non è bastato, vista la risalita dei contagi. «Però – puntualizza La Riccia – si è capito dove risiedeva l’errore. Non certo nei villaggi. Per non ricadere negli stessi sbagli occorre rispettare le procedure, ridurre anche l’offerta, anche per quanto riguarda i lettini in spiaggia, che devono essere distanziati. Certo, l’estate è ancora lontana, abbiamo tempo di verificare una serie di cose».

Insomma, andremo ancora in vacanza? «A una domanda così diretta la risposta non può che essere “sì”» Parola del direttore Vincenzo Finizzola dell’hotel Bauer Palazzo di Venezia: perché vacanza non è solo mare, ma anche bellezza e città d’arte, soprattutto qui in Italia. Continua il direttore: «Dovremmo però chiederci come e dove. Rifaremo quanto abbiamo fatto quest’anno? Probabilmente sì ma staremo certamente più attenti e prudenti. Ci eravamo illusi che il virus fosse scomparso o che fosse sotto controllo. Così purtroppo non è stato e così non è. In vacanza quindi sì perché ne avremo bisogno e ci farà bene ma con tutte le accortezze possibili. La prossima stagione estiva me la voglio immaginare migliore di quella terminata da pochi mesi. Ritengo sia comunque ancora presto per esprimere delle previsioni anche se l’ottimismo non manca». E se ci credono gli addetti ai lavori, noi possiamo continuare a sognare il prossimo viaggio.

 

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