Pallottoliere della crisiIl centrodestra è disponibile a un governo di salvezza nazionale, dice Paolo Romani

L’ex di Forza Italia, senatore di Cambiamo di Toti e tra i più corteggiati per puntellare la maggioranza, spiega al Corriere che il fronte favorevole alle elezioni non è più così granitico: «Anche nella Lega più di uno la pensa come noi»

La Presse

Serve un «governo di salvezza nazionale». Tra le soluzioni per arrivare a una conclusione della crisi di governo (non formalizzata), nella settimana del voto decisivo della relazione sulla giustizia del ministro Bonafede, arriva sul Corriere quella del senatore Paolo Romani, ex di Forza Italia passato a Cambiamo – la componente del centrodestra che fa capo a Giovanni Toti. «Ci vorrebbe un grande appello a tutte le forze politiche, nessuna esclusa», dice il senatore, tra più corteggiati dalla maggioranza alla ricerca di voti per puntellare il governo.

E ci sono almeno cinque ragioni per fare in fretta in questa direzione, secondo il senatore: «Vanno messi in salvaguardia i piani di rientro delle Regioni per la sanità; il 30 marzo entra in vigore lo sblocco dei licenziamenti; devono essere assicurati i ristori; entro il 30 aprile va concordato il Recovery Plan; la campagna di vaccinazioni, che procede con grandi difficoltà, deve essere portata avanti». E aggiunge: «Non è l’ora di una pattuglia di responsabili, ma quella della responsabilità».

Romani esclude il voto a favore sulla relazione sulla Giustizia del ministro Bonafede («siamo garantisti dalla prima ora»). E se Conte riuscisse a superare la prova? «Non può essere un Conte rimpastato con cespugli e piccole pattuglie a risolvere i problemi del Paese. Serve un governo politico con base ampia e alte professionalità che oggi non ci sono». La proposta è quella di «un grande appello a tutte le forze politiche, nessuna esclusa. E, se ho interpretato bene la nota di Silvio Berlusconi di due giorni fa e le parole di Antonio Tajani, anche nel centrodestra il fronte favorevole alle elezioni come unica soluzione non è più così granitico… Forze qualcosa si può muovere».

L‘obiettivo è un governo «di unità, di salvezza nazionale, chiamiamolo come vogliamo. L’importante è che abbia una base parlamentare ampia e una disponibilità, da parte di chi volesse farne parte, a partecipare comunque alla scrittura delle grandi opere necessarie, a partire dalla legge elettorale». Per farlo però «serve una compagine ministeriale seria, professionale, capace di affrontare l’emergenza».

E chi altro potrebbe entrare dal centrodestra? Non si creerebbe una spaccatura nella coalizione? «Nel 2018 la Lega fece un governo con i grillini, Forza Italia fu così paziente da aspettare senza mettere in discussione l’unità del centrodestra», risponde Romani. «Non credo che rispondere a un richiamo alto alla responsabilità delle forze politiche… significhi mettere in dubbio la fedeltà della coalizione». Anche perché, conclude Romani, «mi sembra che anche nella Lega più di uno ormai la pensi come noi».

 

 

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