Strategia DraghiZone rosse contro le varianti e una cabina di regia con una voce unica

Dopo l’allarme dell’Istituto superiore di sanità sulla diffusione del virus, il governo pensa a chiusure locali. Saranno ridimensionati i poteri di Arcuri nella campagna di vaccinazione. E si pensa a un portavoce per il Cts, evitando fughe in avanti e dichiarazioni degli scienziati

Foto Ettore Ferrari/POOL Ansa/LaPresse

Zone rosse per fermare le varianti del Covid-19 e accelerazione della campagna vaccinale, utilizzando anche caserme e aeroporti. Dopo l’allarme dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla diffusione del virus, il governo Draghi – scrive il Corriere – studia le misure per cercare di tenere sotto controllo la curva epidemiologica di nuovo in salita.

La strategia sembra escludere al momento il lockdown, come chiede Walter Ricciardi (consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza), puntando invece su interventi mirati con chiusure locali d’intesa con l’esecutivo.

In vista della scadenza del Dpcm in vigore, prevista per il 5 marzo, dovrà essere il presidente del Consiglio Mario Draghi a decidere se utilizzare lo stesso metodo di Conte, oppure procedere per decreto lasciando ai ministri il potere di ordinanza su aperture e chiusure.

La strada per evitare il lockdown nazionale passa dalla chiusura di paesi, città e intere province dove circolano la variante inglese, ma anche quella brasiliana e sudafricana che finora sembrano resistenti ai vaccini. Aree dalle quali non si può uscire e dove non si può entrare, sul modello Codogno di un anno fa, dove gli spostamenti sono vietati e i negozi sono chiusi. Per questo è stata ribadita a sindaci e governatori la necessità di intervenire d’urgenza, chiudendo anche le scuole, appena si hanno dati sulla presenza di positivi al virus mutato.

Il sistema dei colori dovrebbe rimanere con la divisione in fasce rosse, arancione, gialle e bianche, ma la presenza delle varianti potrebbe portare a un ulteriore ritocco dei parametri. Non è escluso che gli scienziati propongano di abbassare ulteriormente le soglie dell’indice Rt previste. Sarà poi il governo a dover stabilire quali attività tenere aperte e quali invece vietare nelle varie aree.

Una delle priorità del nuovo esecutivo rimane però quella di vaccinare nel più breve tempo possibile i cittadini e per questo saranno coinvolti militari e volontari della Protezione civile negli hangar degli aeroporti e nelle caserme, preferiti alle «primule» del commissario Domenico Arcuri.

Proprio come sta avvenendo nel Lazio, dove è stata predisposta un’ala dell’aeroporto Leonardo da Vinci, si cercherà anche in altre zone di seguire lo stesso esempio utilizzando caserme, palestre, hangar. L’ipotesi più probabile è che il supporto ai governatori, compresa la distribuzione, arrivi proprio dalla Protezione Civile, che dipende da Palazzo Chigi, lasciando invece ad Arcuri esclusivamente la regia dell’approvvigionamento delle dosi.

E sempre il Corriere parla di un cambio anche nella comunicazione sulle misure di contenimento legate al virus dopo le polemiche scatenate dallo stop agli impianti da sci e le fughe in avanti degli scienziati sulla necessità di un nuovo lockdown. Le prime mosse dicono che Draghi – che ha dato il via libera a Speranza sulla decisione di non riaprire gli impianti sciistici – continuerà a interpretare la linea della «massima prudenza».

«La difesa del diritto alla salute viene prima di tutto», ha ribadito Speranza nella prima riunione operativa con il Cts e con la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini. «L’unità nazionale deve essere messa a sistema come condivisione delle decisioni», ha detto la ministra.

L’indicazione è che i tecnici dovranno confrontarsi con il governo invece di comunicare ai cittadini scelte che non sono state ancora assunte. L’ordine del giorno e il verbale delle riunioni del Cts saranno girati ai ministri competenti. Potrebbe essere scelto un portavoce unico. E poiché non ci sarà la riunione dei capi delegazione con il premier, dove nel governo giallorosso si trovava la mediazione, si lavora alla creazione di una nuova «cabina di regia». L’organismo potrebbe essere allargato ai ministri economici, per unire le regole per contrastare il Covid e i ristori come due elementi indivisibili.