Si apre oggi per Donald Trump il secondo processo per impeachment in Senato. Al centro delle accuse, il suo comizio che sfociò nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio scorso. È il primo presidente a essere stato messo in stato d’accusa due volte e il primo ad affrontare il procedimento dopo aver lasciato la Casa Bianca.
L’ex presidente ha già fatto sapere che non si lascerà interrogare dal Senato, in un procedimento di impeachment che giudica incostituzionale.
L’accusa è di istigazione all’insurrezione sediziosa. Tra le prove dell’accusa ci sono le parole di Trump rivolte ai suoi sostenitori radunati quel 6 gennaio davanti alla Casa Bianca, i filmati dell’aggressione alle forze dell’ordine e ai parlamentari, il bilancio di cinque morti, la fuga delle massime autorità dello Stato.
La difesa parla di «teatro politico» che vuole stabilire una presunta connessione tra le parole dell’allora presidente e le azioni «di un piccolo gruppo di criminali». Per i suoi difensori, Trump dovrebbe essere protetto dal Primo Emendamento e comunque nessuna delle sue parole in quel comizio era un esplicito invito alla violenza. La stragrande maggioranza dei repubblicani, 45 senatori su 50, hanno già fatto sapere che appoggeranno la tesi difensiva.
La giornata di oggi prevede quattro ore di dibattito per decidere se questo impeachment è costituzionale. Su questo si voterà a maggioranza semplice: vinceranno quindi i democratici e il procedimento andrà avanti. Mercoledì comincia il dibattimento vero e proprio, 16 ore per parte, distribuite su due giorni. I senatori avranno anche quattro ore a disposizione per interrogare l’accusa e la difesa. Le votazioni finali avranno inizio la prossima settimana. Alla difesa di Trump basterebbe convincere 34 senatori repubblicani per far mancare la maggioranza qualificata dei due terzi. L’impeachment quasi certamente non passerà. E forse neppure l’esclusione di Trump dai pubblici uffici in futuro, che richiede un voto separato.
Potrebbe finire quindi per essere il secondo tentativo di impeachment a vuoto dopo quello di un anno fa, un doppio flop che la destra userà per argomentare la tesi di una persecuzione di parte. Un ritorno sulla scena pubblica di Trump che, insomma, potrebbe non giovare a Joe Biden, impegnato invece nell’approvazione delle misure urgenti contro la pandemia e per la ripresa economica.