Presentato oggi durante un forum organizzato da The European House – Ambrosetti, il Libro Bianco “Valore Acqua per l’Italia 2021” mappa per la prima volta in una logica di sistema la filiera estesa dell’acqua in Italia. Contiene 10 messaggi chiave, che riassumono i principali risultati dell’analisi, fino ad arrivare a un decalogo di proposte d’azione concrete per favorire lo sviluppo della filiera e incentivare una gestione efficiente e sostenibile della risorsa acqua. Ma prima di pensare a come migliorare le cose, abbiamo provato a capire cosa sappiamo sul tema: e abbiamo scoperto che le nostre conoscenze sono lacunose e spesso falsate.
1. Ogni anno preleviamo 153 m3 di acqua potabile a testa
Con questo dato, l’Italia è il 2° Paese dell’Unione Europea per prelievi di acqua ad uso potabile (due volte superiore rispetto alla media europea).
2. L’Italia è agli ultimi posti in Europa per investimenti nel settore idrico
Con circa 40 Euro per abitante all’anno (rispetto ai 100 Euro della media europea), l’Italia si posiziona agli ultimi posti in Europa per investimenti nel settore idrico, prima solo di Malta e Romania.
3. Siamo schiavi dell’acqua in bottiglia
L’Italia è primo Paese al mondo per consumi di acqua minerale in bottiglia: 200 litri pro capite annui, rispetto alla media dei Paesi europei di 118 litri. Tale abitudine provoca degli effetti sulla sostenibilità ambientale: in Italia si consumano circa 8 miliardi di bottiglie di plastica ogni anno (di cui solo 1/3 riciclabile), il 17% del totale europeo, la cui produzione ha generato oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Spesso la qualità dell’acqua in bottiglia è la stessa di quella del rubinetto.
4. Un’ottima acqua potabile
In Italia, l’84,8% dei prelievi per uso potabile deriva da acqua sotterranea (rispetto alla media europea del 62%), un valore che posiziona il Paese al 7° posto in Europa, tra i migliori per qualità “naturale” dell’acqua potabile. Sorprende quindi come ancora tanti persistano nel caricarsi di pesanti confezioni di acqua in bottiglia, se si considera l’effettiva qualità dell’acqua di rete in Italia. Le falde sotterranee sono naturalmente protette e di qualità, cosa che richiede limitati processi di trattamento.
5. Ma gli Italiani non si fidano
La percezione degli italiani non cambia e la fiducia dei cittadini nella qualità dell’acqua di rete resta bassa: solo il 29% delle famiglie italiane si fida a bere acqua del rubinetto e il dato resta invariato nelle rilevazioni degli ultimi anni. Un terzo delle famiglie italiane continua quindi a non fidarsi di bere l’acqua dal rubinetto, con picchi del 60% nelle Regioni del Sud (nello specifico, in Sardegna).
6. In Italia, il costo dell’acqua è molto basso
L’Italia ha una delle tariffe più basse in Europa. Una tariffa di 2,08 Euro/m3 (poco più della metà rispetto alla tariffa francese pari a 3,67 Euro/m3 e il 40% di quella tedesca di 4,98 Euro/m3). Eppure i cittadini pensano che si paghi oltre 10 Euro/m3 per l’acqua del rubinetto. Un aumento della tariffa di pochi centesimi (molti meno di quelli che si spendono per l’acqua in bottiglia) inoltre potrebbe sostenere innovazione, efficientamento e qualità del servizio idrico e dell’acqua che esce dai nostri rubinetti. Inoltre, le famiglie italiane sottostimano il reale utilizzo medio, imputandosi meno della metà dell’utilizzo di acqua giornaliero: una famiglia di 4 componenti stima un utilizzo di 177 litri di acqua al giorno quando l’effettivo utilizzo è di oltre 500 litri.
7. Abbiamo infrastrutture idriche obsolete e inefficienti
L’Italia ha infrastrutture idriche obsolete e inefficienti: circa il 60% della rete idrica nazionale ha più di 30 anni e il 25% ha più di 50 anni, con il 47,6% dell’acqua prelevata per uso potabile che viene dispersa.
8. Water service divide
Partendo dal tasso di dispersione di acqua nella rete di distribuzione, si osservano rilevanti differenze tra le diverse regioni italiane. Nelle regioni del Nord, il 34,9% dell’acqua viene dispersa (con la performance migliore registrata in Valle d’Aosta, pari al 22,1%), mentre nelle regioni del Sud tale valore raggiunge il 48,6% (con picchi negativi del 55,6% in Abruzzo).
9. Serve sempre acqua potabile in casa?
Più del 50% dei consumi domestici non necessita di acqua di elevata qualità; di conseguenza, il recupero dell’acqua piovana e delle acque bianche e grigie rappresenta un’opportunità di efficientamento idrico nei consumi domestici volto a una maggiore razionalizzazione della risorsa. Le stime di The European House – Ambrosetti mostrano che l’efficientamento idrico negli edifici residenziali permetterebbe un risparmio di acqua potabile fino a 44.000 litri pro capite all’anno.
10 E negli usi extradomestici?
Gli usi idrici nel settore civile includono anche tutta la parte non domestica, come il lavaggio delle auto, delle strade e marciapiedi, l’irrigazione dei giardini, ecc. In Italia, molto spesso, viene usata acqua potabile anche per tali scopi, per i quali sarebbe sufficiente utilizzare acqua piovana o acqua non potabilizzata. Basti pensare che per effettuare una media di tre lavaggi all’anno degli oltre 35 milioni di autovetture circolanti in Italia sono necessari 16 milioni di m3 d’acqua.
Volete saperne di più sul tema? Vi viene in aiuto il Libro Bianco sull’acqua presentato oggi durante un forum organizzato da The European House – Ambrosetti.