Verso il decreto sostegnoBonomi chiede nuove «misure per assumere, non per licenziare»

Il presidente di Confindustria in un’intervista al Messaggero lancia un appello perché il governo convochi al più presto le parti sociali: Il blocco dei licenziamenti, dice, «si sta trasformando anche in un blocco delle assunzioni». «Andare avanti a colpi di proroghe non risolve i problemi, semmai li aggrava»

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Le aziende devono poter licenziare e assumere. Il premier Mario Draghi convochi subito le parti sociali in vista dell’approvazione del decreto sostegno. È questo il messaggio che arriva da una intervista rilasciata al Messaggero dal presidente degli industriali Carlo Bonomi.

«Basta perdere altro tempo sul lavoro. Basta con le proroghe, i rinvii, i tentennamenti, perché con 5,6 milioni di persone in povertà assoluta, un milione in più in un anno, quella dell’occupazione più che una emergenza è una vera tragedia a cui bisogna fare fronte subito», dice Bonomi.

Il suo è un appello all’esecutivo Draghi: «È il momento di affrontare i veri problemi del Paese. Per questo, in vista del varo del decreto che si occuperà di ristori e licenziamenti, chiediamo un cambio di metodo urgente sul tema lavoro. Il governo deve convocare subito tutte le parti sociali, imprese e sindacati insieme. Con l’obiettivo di chiarire in due settimane al massimo, di confronto continuato, come adottare un ammortizzatore universale e politiche attive del lavoro basate su formazione e occupabilità. Non bisogna più perdere tempo, questa è la riforma del lavoro che va messa nel Pnrr da presentare tra 7 settimane. Ma va definita adesso, non tra mesi, perché i tempi per attuarla non devono andare oltre il primo anno di Pnrr».

Il blocco dei licenziamenti, dice Bonomi, «si sta trasformando anche in un blocco delle assunzioni. Da luglio, lo ricordo, abbiamo chiesto una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, per superare la logica del blocco, visto che siamo di fatto l’unico Paese in Europa in cui questo accade».

«Abbiamo fatto proposte concrete per quanto riguarda la formazione, le politiche attive del lavoro, una Cig universale», continua. «Ripeto: andare avanti a colpi di proroghe non risolve i problemi, semmai li aggrava». Tra le proposte: «Si dovrebbe abbassare da subito il livello del contratto di espansione, ora bloccato alle aziende con 250 dipendenti: ciò favorirebbe le assunzioni, la staffetta generazionale, dando alle imprese la possibilità di dotarsi delle nuove competenze che servono. Inoltre andrebbe rafforzato il bonus per giovani e donne, agganciandolo al contratto di espansione. Siamo il Paese in cui giovani e donne soffrono maggiormente del crollo dell’occupazione, quindi va modificato il contratto a tempo determinato, rivedendo il meccanismo delle causali che non ha funzionato, per dare flessibilità in una fase complessa come quella che viviamo. Chiediamo misure per assumere, non per licenziare».

Il tempo per discutere non è molto. «Dobbiamo sederci intorno al tavolo prima del varo del decreto. E definire la proposta in due settimane».

Intanto, complice anche la crisi legata alla pandemia, sta crescendo la presenza dello Stato in economia, penso all’Ilva, all’Alitalia. «Per salvare la compagnia di bandiera abbiamo speso 8 miliardi in 5 anni, la Nasa è andata con meno di 3 miliardi su Marte», commenta Bonomi. «Detto questo prendo atto con soddisfazione che il governo ha detto che non vuole spendere altri soldi dei contribuenti. Mi auguro poi che con le elezioni in autunno a Roma nessuno voglia puntare su un dividendo elettorale su questo tema. Va bene, lo voglio sottolineare, il confronto con Bruxelles che spero porti frutti».

Però, ammette, «la statalizzazione è un tema che ci preoccupa. La gestione pubblica, come tutti sanno, non ha dato grandi risultati. Quanto ad Autostrade sottolineo che non vanno fatte operazioni fuori dalle regole di mercato. Una posizione chiara la nostra. E spero che con Draghi premier finisca la politica degli annunci, concentrando l’attenzione su quello che serve davvero al Paese, alle priorità degli italiani».

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