Un incontro non annunciato di mezz’ora a Palazzo Chigi, dal quale Domenico Arcuri è uscito senza rilasciare alcuna dichiarazione. Mentre il premier Mario Draghi si è limitato a diffondere una nota: «Il presidente del Consiglio ha nominato Francesco Paolo Figliuolo nuovo commissario straordinario per l’emergenza Covid. A Domenico Arcuri i ringraziamenti del governo».
Draghi, scrive Repubblica, avrebbe chiesto ad Arcuri di inviare la lettera di dimissioni. Nominato per decreto, il commissario straordinario può infatti essere sostituito solo con un altro decreto. Oppure, appunto, con un passo indietro volontario. Arcuri è tornato in ufficio e ha spedito la missiva.
Si apre così, con una tempistica che brucia ogni previsione, l’era del generale Francesco Paolo Figliuolo. Una rivoluzione che segue quella al vertice della Protezione civile. Due scelte che, assieme all’imminente dpcm con le nuove regole anticontagio, saranno spiegate nelle prossime ore dal presidente del Consiglio. Parlando al Paese per la prima volta, se si esclude il passaggio in Parlamento, con una conferenza stampa. E probabilmente anche con una visita in un luogo simbolo della battaglia contro la pandemia.
La scelta di andare oltre Arcuri nasce dalla necessità di dare un segnale di discontinuità e garantire quindi per la campagna vaccinale l’efficienza organizzativa che è propria dell’esercito, mostrando al Paese di non aver risparmiato ogni sforzo possibile. La necessità del presidente del Consiglio è duplice: organizzativa, ma anche politica. Al commissario uscente viene imputata innanzitutto l’incapacità di fare sistema. Avrebbe coinvolto poco e tardi la Protezione civile e i militari, proprio le due galassie su cui adesso punta Draghi. Pesano però anche le pressioni politiche. Il centrodestra – e Matteo Salvini in particolare – premono da settimane per mandare via Arcuri.
Sostituire Arcuri – spiega Repubblica – significa insomma compattare il governo in vista di un marzo drammatico sul fronte della pandemia. E significa pure chiudere la stagione delle «polemiche», che è l’altro obiettivo prioritario di Palazzo Chigi. Sarà Figliuolo, dunque, a gestire l’organizzazione e l’approvvigionamento dei vaccini, con deleghe amplissime che ricalcano quelle di Arcuri. Lo farà mantenendo il doppio incarico, visto che non abbandonerà il ruolo di Comandante logistico dell’Esercito. Si coordinerà con il neo capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. E risponderà di fatto solo a Draghi.
Tutte le novità – e tutti i sacrifici che l’Italia dovrà affrontare nelle prossime settimane – saranno spiegate da Draghi al Paese. Presto, forse oggi stesso in conferenza stampa. Il nuovo dpcm in vigore dal 6 marzo vedrà presto la luce con nuove regole. Il premier non nasconderà le gravi difficoltà del momento, ma indicherà anche la luce in fondo al tunnel.
Draghi interverrà, dunque, dopo un silenzio forse un po’ troppo lungo. Promettendo un «cambio di passo» sui vaccini. Rivendicando la decisione di ribaltare l’intera catena di comando dell’emergenza. E cercando di motivare tutti in vista di quest’ultimo miglio di pandemia. Forse anche con un gesto simbolico: una visita in un ospedale in prima linea sul fronte della lotta al Covid.