Dopo otto mesi di rinvii e audizioni, oggi la legge Zan approda nell’aula del Senato. Ma il rischio concreto è che la destra tenti il blitz per mandarla di nuovo in commissione, scrive Repubblica. Forza Italia e Lega puntano a non giocare subito la partita, a prendere ancora tempo per cambiare il ddl contro l’omotransfobia, confidando nell’intesa con Matteo Renzi. Il leghista Andrea Ostellari farà una ultima offerta: «Finire in tempi certi l’esame della legge in commissione».
Matteo Salvini ha già annunciato che torna a Roma per bloccare tutto: «In Senato c’è questo ddl Zan da bloccare o quantomeno da cambiare in Parlamento». Così com’è non può andare, secondo il leader della Lega, perché è «una legge che lo stesso Santo Padre chiede di modificare. Il problema non è Salvini o Renzi, ma sono le libertà, la libertà è un bene primario». E aggiunge: «Il diritto all’amore di chiunque, due ragazzi, due ragazze, è sacrosanto, punire i deficienti che insultano, offendono, aggrediscono, è sacrosanto, ma lasciamo fuori i bambini e lasciamo la gente libera di pensare all’idea di famiglia… mamma e papà non sono concetti superati, sono il futuro».
Anche Renzi interverrà a Palazzo Madama. «Se sul ddl Zan si va a scrutinio segreto, Calderoli viene e presenta mille emendamenti… queste cose poi spiegatele a Fedez, che parla di cose che non conosce. Ma il problema non è mica Fedez, è chi ha eletto Fedez capo della sinistra», ha detto il leader di Italia Viva. «Se si vuole portare a casa la legge serve un accordo».
Sull’iter del ddl, Italia Viva però non dovrebbe smarcarsi da Pd e Cinque Stelle. I Dem con la capogruppo Simona Malpezzi e il segretario Enrico Letta sono più che mai convinti che si debba andare avanti in aula. Senza modifiche. A smarcarsi potrebbero essere Andrea Marcucci e un paio di suoi fedelissimi.
Ma molto meno certi sono i numeri nel Movimento Cinque Stelle, dove circa una quindicina di senatori sarebbero in dissenso. La maggioranza pro ddl Zan – 145 a favore inclusi i 17 renziani – è sul filo. I «franchi tiratori» sono pronti a ogni voto segreto.
Ma Ostellari farà oggi un tentativo per prendere tempo e insistere sull’intesa. Ha convocato la commissione alle 15, prima dell’aula. «Se c’è la disponibilità a migliorare la proposta ben venga. Certo è che avremmo bisogno di più tempo per arrivare a votare delle proposte emendative. Quindi, in base a quello che emergerà in commissione dai vari gruppi, lo dirò in aula alla presidenza nel riferire l’andamento dei lavori finora». Se il blitz del ritorno in commissione non riesce, la destra potrebbe presentare le pregiudiziali di costituzionalità.