Passaggio a Sud-ovestI migranti hanno riscoperto la rotta atlantica

Il giornalista Txema Santana spiega a Nuove Radici che le Isole Canarie, Lesbo e Lampedusa devono fare fronte comune contro le intenzioni di conversione a lager per i rifugiati: «Ci sono similitudini tra i tre territori: sono isole, sono luoghi più vicini all’origine che alla destinazione e hanno tutte subito tentativi di trasformazione in carceri»

LaPresse

Sono dagli otto agli undici giorni da Dakar, ma potrebbero essere 48 ore da Guelmin se si ha il coraggio di affrontare il deserto. La rotta atlantica verso le Isole Canarie viene scelta sempre di più dai migranti dell’Africa Subsahariana occidentale per arrivare in Europa. I porti di partenza sono sparsi lungo la costa del continente, dal Gambia alla striscia del deserto del Sahara conteso tra il Marocco e la Mauritania. Secondo l’Oim, le persone che hanno percorso la Rotta Atlantica nel 2020 sono state 23 mila. «Ho lavorato sulle migrazioni per dieci anni come giornalista e da aprile con il Governo delle Canarie» racconta Txema Santana, giornalista e Consulente in materia d’immigrazione della vicepresidenza del Governo delle Canarie.

«Ho visto come viene gestito il fenomeno migratorio dall’Africa da parte del governo, la cui missione è inequivocabile. Il Governo spagnolo e l’Unione Europea vogliono usare i territori insulari, che sono la periferia dell’Europa, come luoghi di contenimento delle persone migranti, senza vedere questi territori come parti indissolubili dell’Unione»

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