Verso le comunaliA Milano Sala potrebbe essere riconfermato già al primo turno

Secondo il sondaggio realizzato da YouTrend per Gedi, il sindaco uscente viaggia sul filo della vittoria senza ballottaggio. I Cinque Stelle fermi al 4%. In cinque anni Meloni cresce dal 2,4 all’11,3% e insidia Salvini

(Da Instagram)

La sfida di Milano sembra segnata. Nonostante il numero più alto di candidati sindaco (13) degli ultimi vent’anni, la battaglia a due tra Luca Bernardo e Beppe Sala vedrebbe il sindaco uscente vincitore al primo turno, senza andare al ballottaggio. Lo riporta Repubblica, sulla base del sondaggio realizzato da YouTrend per il gruppo Gedi.

Certo, al voto del 3 e 4 ottobre mancano poco meno di tre settimane. E in una competizione in cui gli esperti si aspettano un’affluenza più o meno in linea con quel già non entusiasmante 54,7% di elettori di cinque anni fa, quasi un milanese su due (il 47%) è ancora indeciso o intenzionato a non presentarsi neppure alle urne. Ma Sala, secondo il sondaggio, resta al di sopra della soglia del 50%, più precisamente al 51,4%. E soprattutto è in fuga rispetto a Bernardo, pediatra scelto da Matteo Salvini come campione del centrodestra e fermo al 37,2%. Un margine di vantaggio che renderebbe difficile una eventuale rimonta in caso di ballottaggio. Al secondo turno, il divario crescerebbe ulteriormente fino a raddoppiare, con Sala al 64,2 e Bernardo al 35,8.

L’ultima a esserci riuscita è stata Letizia Moratti contro l’ex prefetto Bruno Ferrante. Da Giuliano Pisapia in poi i ruoli si sono ribaltati, anche se la Milano roccaforte del centrosinistra in quel mare verde-azzurro che è la Lombardia, se l’è sempre dovuta vedere al ballottaggio – ricorda Repubblica.

Anche perché, dal punto di vista politico la città è sostanzialmente spaccata a metà. Questa volta, però, Beppe Sala potrebbe riuscire nell’impresa. Il direttore di YouTrend Lorenzo Pregliasco dice che è «uno scenario in questo momento possibile». La prima ragione è rintracciabile «nel giudizio sull’amministrazione comunque positivo». Il 58,2% del campione promuove la giunta Sala. Ma a influire sul risultato potrebbe essere anche una candidatura, quella di Bernardo, che è «arrivata tardi, tra molte incertezze, e in un contesto in cui a lungo sembrava che nessuno volesse assumersi questa responsabilità».

Ma ci sarebbe anche una componente «indiretta». A Milano Sala è riuscito a mettere insieme un’alleanza ampia, da Azione e Italia Viva a Sinistra Italiana e Articolo 1 fino ai Verdi, che conquisterebbe il 50% delle preferenze. In consiglio comunale, il centrodestra si fermerebbe al 36,9%.

Il Movimento Cinque Stelle, invece, arranca. Ma a Milano, in realtà, non ha mai sfondato. Layla Pavone, la manager voluta da Giuseppe Conte per lanciare il nuovo corso del Movimento al Nord, si fermerebbe addirittura al 4,6%.

Tra i partiti, il Partito democratico resta primo con il 27,6%. La Lega sarebbe al 14,1%, prima nel centrodestra. Ma la concorrenza di Giorgia Meloni, che supera Matteo Salvini in fiducia personale, si fa sentire. Fratelli d’Italia a Milano si arrampica tocca l’11,3%, a un soffio dal Carroccio che, per la prima volta dal 1993, non schiera Salvini in lista. Non si arresta, invece, il crollo di Forza Italia. Nella sua Milano, il partito di Berlusconi non andrebbe oltre il 7,9%.

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