La festa dell’UnioneWeber e Tajani chiedono l’elezione diretta del presidente della Commissione europea

Il 9 maggio si ricorda il discorso fondativo di Schuman. E oggi si conclude anche la Conferenza sul Futuro dell'Europa. Il leader del Ppe e il capo della delegazione italiana disegnano la riforma delle istituzioni: più potere al Parlamento e decisioni più rapide in settori chiave. Serve subito «una nuova Convenzione per riformare i trattati»

(La Presse)

Nello stesso giorno in cui Vladimir Putin metterà in scena sulla piazza Rossa di Mosca l’attesa parata per festeggiare la vittoria nella seconda guerra mondiale, a Strasburgo invece si celebrerà la festa dell’Unione europea. Il 9 maggio del 1950 il ministro degli Esteri francese Robert Schuman pronunciava il discorso che sarebbe passato alla storia come fondativo di quella che poi sarebbe diventata l’Ue. E oggi al Parlamento europeo di Strasburgo si conclude pure la Conferenza sul Futuro dell’Europa, il processo partecipativo dal basso durato un anno, con il coinvolgimento dei cittadini, per immaginare la riforma dell’Ue. L’Eurocamera avvierà così l’iter di revisione dei Trattati. Ma non sarà un processo semplice.

E una proposta sul percorso da seguire arriva da Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo (Ppe) e Antonio Tajani, capo della delegazione italiana del Ppe, che in un intervento scritto sul Giornale chiedono che si arrivi all’elezione diretta del presidente della Commissione europea e che si abbandoni il principio dell’unanimità in Consiglio, «in particolare in politica estera. Un solo Paese non dovrebbe bloccare un intero continente».

Poi chiedono anche di proteggere maggiormente le frontiere esterne. L’Europa, scrivono, deve «decidere chi accogliere, non devono farlo i trafficanti di esseri umani. Ecco perché le nostre guardie costiere e di frontiera vanno rafforzate».

Inoltre, dopo aver ribadito la necessità di rafforzare i programmi per le giovani generazioni e per le imprese, «siamo convinti che il futuro dell’Europa debba essere, però, deciso dai cittadini. Ecco perché serve un sistema elettorale che permetta l’elezione diretta del Presidente della Commissione europea. Gli elettori dovranno scegliere fra liste guidate da leader candidati alla guida dell’esecutivo comunitario. Chi prende più voti sarà presidente della Commissione».

E oltre a questo, sarà necessario «rafforzare la democrazia parlamentare». La Conferenza sul futuro dell’Europa, tra i vari punti, chiedono proprio il diritto di iniziativa legislativa, pieni poteri di bilancio e un diritto di indagine rafforzato per il Parlamento europeo.

Ma nessuna riforma sarà efficace «se le istituzioni non saranno in grado di agire rapidamente per onorare gli impegni politici presi. In settori chiave come la protezione delle frontiere, riteniamo che l’Ue debba decidere direttamente senza perdite di tempo in infinite discussioni a porte chiuse».

E poi serve «un efficace sistema di controllo delle competenze per capire ciò che deve fare l’Ue, cioò che devono fare gli Stati e ciò che devono fare le Regioni per tutelare gli interessi degli europei». Per il Ppe è chiaro: i risultati della Conferenza «devono vedere la luce subito», per cui chiede «una nuova Convenzione per riformare i trattati».

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