La notte in trenoDraghi, Macron e Scholz a Kiev in cerca di una soluzione europea al conflitto

Una fotografia che diventerà storica: il presidente del Consiglio italiano, il cancelliere tedesco e il capo dell’Eliseo insieme in un vagone dal confine polacco verso la capitale ucraina. Questa mattina dovrebbero incontrare Zelensky al palazzo Mariinsky, poi andranno a Irpin

(Da Repubblica)

Nella fotografia di Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron in treno insieme verso Kiev, c’è l’Europa che porta l’Unione a Kiev – scrive Repubblica. Il presidente del Consiglio italiano, il cancelliere tedesco e il capo dell’Eliseo sono partiti nella notte nello stesso convoglio ferroviario dal confine polacco verso la capitale ucraina.

Lo scatto dei tre riuniti intorno al tavolo del vagone è destinato a diventare storico. Macron in camicia bianca. Draghi con il maglioncino. Scholz in jeans e camicia nera a maniche corte. «Le cartelle sul tavolo restano chiuse durante la fotografia. E con loro, sigillata, la linea di ciascun leader, le loro differenze, la scelta di essere comunque insieme al cospetto del Presidente che resiste allo Zar. Vanno da Zelensky per dirgli che potrà entrare, un giorno. Che le bombe di Putin non fermano un progetto, anche se Berlino spingerà per trattare e Draghi invece sembra più intransigente, “non può esistere una pace imposta”», si legge su Repubblica.

Sul viaggio è stato mantenuto il massimo riserbo per ragioni di sicurezza. I tre leader andranno a Kiev tra i palazzi in macerie, ma anche tra le fosse comuni di Irpin, accompagnati da Volodymyr Zelensky.

Eppure ancora non è chiaro quale sia il grado di compattezza dei tre. Sui tempi dell’ingresso degli ucraini nella Ue, prima di tutto. I francesi sembrano frenare, gli italiani hanno meno resistenze, mentre i tedeschi arrivano appesantiti dalla diffidenza del presidente ucraino, scrive La Stampa.

Di certo c’è la volontà di dare un nuovo impulso alle trattative per costruire un percorso negoziale più serio, e portare russi e ucraini al tavolo della tregua. I tre leader giurano che nessun Paese farà mancare il proprio sostegno a Zelensky se il Cremlino continuerà la battaglia. Ma le condizioni sul campo sono cambiate. Con Zelensky, discuteranno di come sbloccare il grano dal porto di Odessa, dei finanziamenti per la ricostruzione ma soprattutto della tenuta dell’esercito di Kiev a Est.

Sarà il presidente ucraino, ha spiegato Draghi martedì prima di ripartire da Gerusalemme, a dire «quali termini riterrà accettabili». Il premier insiste nel ribadire che bisogna «dare un nuovo slancio ai negoziati di pace». Ma «una pace che non sia imposta», ha precisato Draghi. Ieri Macron dalla base militare Nato di Mihail Kogalniceanu, in Romania ha detto: «Il presidente ucraino e i suoi funzionari dovranno negoziare con la Russia. Noi faremo di tutto per fermare le forze della Russia e aiutare gli ucraini e il loro esercito»

Questa mattina Scholz, Draghi e Macron dovrebbero incontrare Zelensky al palazzo Mariinsky, dove molto probabilmente verso l’ora di pranzo si terrà una conferenza stampa congiunta, a cui dovrebbe partecipare anche Klaus Iohannis, presidente della Romania, su invito del francese.

La risposta a Putin è già la fotografia dei leader che si raccolgono attorno alla trincea del presidente in mimetica. Ma il messaggio, nelle intenzioni di Macron, Draghi e Scholz, è anche rivolto agli alleati americani e inglesi, e serve a ritagliarsi una propria autonomia dalla strategia di Washington.