«È una vergogna che il governo non abbia un piano di adattamento per i cambiamenti climatici». C’è chi sciacalleggia sulle tragedie del Paese. È un cosa molto brutta che purtroppo si rinnova a ogni terremoto, valanga, alluvione: e non certo perché la politica non abbia le sue responsabilità, tutti sanno che il mondo è molto indietro sulla questione del climate change, tutti sanno che il Belpaese è da sempre trascurato: solo che c’è un tempo per ogni cosa.
E dunque che ieri i Verdi, che ora si chiamano Europa Verde (EV) perché l’Europa si porta molto, se ne siano usciti a proposito della tragedia della Marmolada accusando il governo della «tragedia annunciata», diciamo così, fa un po’ schifo. Sono i momenti delle ricerche affannose e dei lutti. Il presidente del Consiglio è andato sul posto per portare la solidarietà delle istituzioni e rendersi conto di persona di cosa sia successo, tra l’altro dicendosi convinto che «il governo deve riflettere su quanto accaduto e prendere dei provvedimenti perché quanto accaduto abbia una possibilità bassissima di succedere» di nuovo, se non «nessuna»: non aveva certo bisogno del richiamo europaverdista.
Nessun dubbio: il crollo del seracco del ghiacciaio della Marmolada è una strage del clima.Fa troppo caldo ed è caduta troppa poca neve. Le temperature che stiamo raggiungendo anche ad alta quota sono davvero terrificanti: sulla vetta della Marmolada, a quota 3.250 metri, il termometro ha raggiunto i 10,5 gradi domenica 3 luglio.
La sottovalutazione della questione accomuna destra, centro, sinistra, diciamo anche che abbiamo avuto 4 ministri diversi in 5 anni (Gianluca Galletti, Andrea Orlando, Sergio Costa e Roberto Cingolani), e dunque è normale che l’ambientalismo italiano, attraverso le sue associazioni più serie, sia da tempo critico con la politica e adesso con Draghi e Cingolani rei secondo loro di inammissibili ritardi un po’ su tutto, dal contrasto della crisi climatica alla tutela della biodiversità, dall’economia circolare alla lotta contro l’inquinamento da plastica: ed è ovvio e persino salutare che si discuta e critichi qualunque cosa, ma diverso è buttarla in caciara utilizzando la tragedia della Marmolada a fini di propaganda.
Non vorremmo che l’euforia per la presentazione del “cocomero”, l’immagine più ridicola della storia dei movimenti politici che identifica l’intesa tra Sinistra Italiana (Nicola Fratoianni), quella che è entrata in Parlamento grazie all’accordo con D’Alema e Bersani (la mitica LeU) e appunto Europa verde (Angelo Bonelli) abbia dato alla testa ai leaderini dell’ex Sole che ride, glorioso simbolo internazionale di cui i Verdi italiani, nelle loro innumerevoli apparizioni elettorali, a suo tempo si impossessarono.
Uno dei problemi della sinistra italiana è stato appunto quello dell’appropriazione di tematiche fondamentali da parte di un ceto politico non di primissimo ordine, a parte alcune eccezioni, di volta in volta intruppato con questo o quel partito (il Girasole con i socialisti, poi con la Margherita, con i Ds, la Sinistra Arcobaleno, per dirne alcuni), un florilegio di esperienze elettorali finite tutte abbastanza male o molto male eppure tali da mantenere in vita un brand che funziona da decenni – i Verdi – che appare sotto elezioni e spesso scompare dopo il voto andato male e dirigenti che sotto il segno dell’ambientalismo bene o male sbarcano il lunario da anni.
Sicché questi atteggiamenti polemici che sono nemmeno tanto lontani parenti del grillismo più cinico sortiscono l’unico effetto di sgradevolezza, minoritarismo, strumentalità. Il contrario di una seria e bella politica ambientalista.