Riprodotta sulle pagine di preziosi libri d’arte e in manuali scolastici, stampata su riviste patinate e quotidiani, dalla carta povera, divenuta soggetto per il cinema imposta all’attenzione del pubblico più vasto sul piccolo schermo e via via su schermi sempre più piccoli come quelli dei pc o dei telefonini. Già quasi un secolo fa Walter Benjamin aveva intuito che la diffusione all’infinito dell’opera d’arte avrebbe corrisposto alla perdita di quella fascinazione unica che lui chiamava «aura».
Quando però ti trovi a un metro e mezzo dal Champ de blé aux bleuets di Vincent Van Gogh, entri nella stanza dove viene esposto il Trittico delle ninfee di Claud Monet o impatti nella grande sagoma di carta del Nu Bleu di Matisse avverti che la magia resta intatta. Deve essere stato per questo che la Fondation Beyeler per festeggiare il venticinquesimo della sua apertura ha allestito una grande mostra utilizzando semplicemente la sua straordinaria collezione permanente.
A pochi chilometri da Basilea l’edificio che la ospita è uno dei luoghi più celebrati al mondo per le straordinarie esposizioni che si susseguono. Edificato nel 1997 su progetto di Renzo Piano, sorge ai piedi della Foresta Nera immerso in parco di alberi secolari, punteggiato da stagni di ninfee. È lì che per volontà di Ernst Beyeler e della moglie Hildy risiede una delle più cospicue collezioni d’arte esistenti: 400 opere del XIX, XX e XXI secolo che spaziano dalla pittura, al disegno e alla scultura fino alla fotografia, al cinema e alle installazioni.
Per questa Exposition anniversaire l’intera area espositiva dispiega un centinaio di grandi opere di oltre trenta artisti: maestri del XX secolo come Vincent van Gogh, Claude Monet, Paul Cézanne, Henri Rousseau, Pablo Picasso, Matisse, Giacometti, Rothko, Warhol, Bacon e Louise Bourgeois accostati a contemporanei come Marlene Dumas, Anselm Kiefer, Roni Horn, Felix Gonzalez-Torres, Tacita Dean, Rachel Whiteread e Wolfgang Tillmans.
Sorprende non solo la quantità ma la qualità delle opere di questi eroi dell’arte occidentale. Alle loro opere della collezione aggiungono tredici sculture iperrealiste di Duane Hadson che entrano in dialogo diretto con quelle della collezione permanente e con gli ambienti che la ospitano. Mentre alcune sculture rappresentano una presa di posizione contro i mali che affliggono la società, altre sono intese come omaggio a persone comuni, le stesse che si possono incontrare in qualsiasi museo. Nella sala dedicata a Rothko si fan notare una coppia di anziani seduti esausti su una panchina mentre a loro volta contemplano i dipinti del maestro di origine lettone. In un’altra sala un’anziana signora è sistemata proprio accanto al famoso ritratto della moglie di Cézanne, ricalcandone la posa. Accanto a un nudo dipinto da Picasso nelle tonalità del grigio, un imbianchino tinteggia un muro della fondazione con lo stesso colore.
Grazie alla curatela di Raphaël Bouvier questi straordinari pezzi provenienti da collezioni sparse per il mondo, formano una vera e propria mostra nella mostra senza tuttavia arrecare nessuna distorsione all’insieme. La Fondation Beyeler del resto è nota anche per questa straordinari bizzarri allestimenti.
Un’ultima considerazione. Per raggiungere la Fondation Beyeler da Milano in automobile occorrono quattro ore, ma la viabilità è straordinaria, i rigidi limiti di velocità imposti sulle autostrade della Confederazione consentono di immergersi completamente nel paesaggio che scorre intorno, fatto di boschi e di laghi, vale di per sé il viaggio.