Decrescita infeliceL’unica emergenza giovani di cui preoccuparsi è quella del loro costante calo

Prima la polemica sulle devianze, poi il decreto anti-rave e la proposta di inasprire le pene per chi guida dopo aver bevuto. Il governo Meloni insegue gli umori di un elettorato anziano, ma sul consumo di stupefacenti tra i giovani l’Italia è uno dei Paesi più virtuosi d’Europa

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Prima delle elezioni, durante la campagna elettorale, c’era stata la polemica sulle “devianze”. Non si era compreso bene cosa intendesse Fratelli d’Italia in quell’occasione, l’unico elemento sicuro era che a essere protagonisti fossero i giovani.

È venuto poi il momento del decreto anti-rave. Anche qui, in mezzo alla confusione della norma, scritta in modo dilettantesco, un punto fermo: il target sono gli under 30, se non gli under 25. Nella stessa ottica vanno lette le dichiarazioni di Matteo Salvini a favore di un inasprimento delle pene per chi guida dopo aver bevuto.

Del resto chi non si cimenterebbe nello sport più seguito dalla politica, inseguire gli umori dell’elettorato, se il proprio, di elettorato, fosse composto soprattutto da persone di mezza età e anziani, come è il caso del centrodestra?

Si aggiunga il fatto che è sempre utile sviare l’attenzione dalle questioni più difficili e complesse, come l’economia e la crisi energetica, indirizzandola su temi identitari e nazional-popolari. E lamentarsi dei “giovani d’oggi” è sempre stato un grande classico, non solo a destra.

Solo che, come spesso succede, la realtà dei fatti è ben diversa. Forse non c’è mai stato un momento nella storia d’Italia in cui i giovani siano stati così lontani da situazioni di disagio o di pericolo, per sé e per gli altri, come ora.

Vi sono molti dati a testimoniarlo. Per esempio secondo l’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (Emcdda) la proporzione di italiani tra i 15 e i 34 anni che negli ultimi anni ha fatto uso di sostanze stupefacenti, quelle presumibilmente più facili da trovare nei rave, per esempio, è inferiore alla media europea.

Nel nostro Paese ha usato l’ecstasy il 3,9 per cento dei giovani, contro il 5,6 dei coetanei francesi, il 6,2 di quelli tedeschi, il 12,2 di quelli inglesi. Ancora più ampi i divari riguardanti il consumo di anfetamine: l’1,9 per cento dei 15-34enni ne ha fatto uso in Italia, il 3,1 in Francia, il 4,2 in Spagna, il 6,8 in Germania e nel Regno Unito. Percentuali più piccole, ma importanti distanze tra Italia e altri grandi Paesi vicini anche nel caso del Lsd.

Solo la cocaina è diffusa all’incirca come nel resto dell’Europa Occidentale, ma come sappiamo non si tratta di uno stupefacente tipicamente “giovane”, e probabilmente non è esattamente quello che la nuova maggioranza di governo ha in mente quando parla di droghe.

Dati Ecmda, 2017-2020, 15-34enni

Non è un caso che i morti per overdose, dopo essere crollati negli anni Novanta e Duemila, siano rimasti a livelli molto bassi. Se ne contano mediamente poco più di trecento all’anno, e sono più spesso quarantenni che giovani.

Si tratta di 6,25 persone ogni milione di abitanti, un numero in linea con quello di gran parte dei Paesi del Sud e dell’Est Europa, e molto inferiore, anche di cinque volte, a quello riscontrabile in realtà peraltro di solito ritenute avanzate del Nord, come Danimarca e Finlandia.

Dati Ecmda e Eurostat

Sul banco degli imputati, però, c’è anche l’alcol. Le polemiche sulla movida, emerse con maggior forza con la pandemia di Covid, poi, rinfocolano l’allarme sul suo consumo eccessivo, causa anche di incidenti.

Eppure in base alle rilevazioni di Eurostat il nostro Paese risulta essere nel Continente quello in cui la percentuale di under 30 che ne abusa è inferiore, dopo Cipro. in Italia solo al 7,5 per cento capita di bere l’equivalente di sessanta grammi di etanolo puro (circa 1,5 litri di birra) in una volta sola almeno una volta al mese. La media Ue è del 25,8 per cento, in Germania si arriva al 42,3, in alcuni Paesi scandinavi anche più in alto.

Dati Eurostat

Forse gli italiani mentono? Può darsi, non abbiamo prove che mentano più di altri però, e fatto sta che il dato è piuttosto stabile nel tempo per i teenager, mentre altrove tra di loro il binge drinking è in grande aumento, tanto che la proporzione dei 15-19enni che lo praticano in Europa è passato dal 19,5 per cento del 2014 al 28,1 del 2019.

Tra i ventenni del nostro Paese, poi, i numeri sono addirittura in calo, come in Spagna, mentre mediamente nella Ue declinano molto poco.

Dati Eurostat

Vi è comunque anche un dato oggettivo, è quello che riguarda morti e feriti per incidenti stradali. Escludendo i pedoni, e considerando solo conducenti e passeggeri dei mezzi che hanno provocato o subìto un sinistro, è evidentissimo il crollo delle cifre nel tempo, anche e soprattutto se i protagonisti sono giovani.

Nel 2021 parliamo di 14.600 18-20enni, 19mila 21-24enni e 20.200 25-29enni. Si tratta rispettivamente del 53,9, del 57,9 e del 64 per cento in meno che a inizio secolo. Sono riduzioni più ampie di quella del 45,4 per cento che si è verificata nella popolazione generale.

Dati Istat

Del resto, anche se questo spiega solo in parte il declino di morti e feriti, i giovani sono in calo. La riduzione è avvenuta soprattutto tra i primi anni ‘90 e la fine del primo decennio del secolo, ma poi non vi è stato un recupero, anzi.

Dati Istat

Nel 2021 la popolazione italiana è stata del 4,5 per cento superiore a quella del 1990 e dello 0,2 per cento più bassa di quella del 2011. Eppure i 15-19enni sono scesi, in questi due periodi, del 34,7 e dell’1 per cento.

I 20-24enni erano il 36 per cento in meno di 31 anni prima, mentre hanno subito un calo del 2,8 per cento dal 2011. Ancora peggio è andata recentemente ai 25-29enni: -8,1 per cento in 10 anni, e -31,6 in 31.

Dati Istat

La decrescita del loro numero, il fatto che contano sempre meno da tutti i punti di vista, aiuta anche a spiegare perché sia così facile scagliarsi contro di loro.

E sarà sempre più facile, perché il relativo rallentamento del crollo demografico di questi segmenti giovanili nell’ultimo decennio avrà presto fine, visto che proprio in anni recenti il numero di nascite ha visto una caduta. Tra dieci/quindici anni adolescenti e giovani saranno ancora meno di oggi.

Ci sarà ancora un’emergenza rave, un’emergenza movida, un’emergenza droga e alcol? Probabilmente sì, se propaganda e fatti continueranno a viaggiare su binari separati.

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