L’Erasmus è il momento degli anni universitari più rimpianto da generazioni di europei. Alla categoria appartengono gli ucraini: proprio a loro è dedicato un capitolo del budget aggiuntivo stanziato dalla Commissione per il programma di interscambio, formativo o lavorativo nella sua versione «plus». I fondi annuali per il 2023 salgono a 4,43 miliardi di euro, la cifra più alta da quando esiste il progetto, nato più di trentacinque anni fa.
Vengono previsti fondi per le attività educative per facilitare l’integrazione degli ucraini emigrati in Europa dopo l’inizio della guerra. Anche lo staff delle istituzioni culturali, di scuole e università in Ucraina, potranno partecipare, così come gli studenti sfollati negli Stati membri e anche quelli interni. I finanziamenti totali ammontano a trentuno milioni di euro da qui al 2027, per rinforzare la mobilità. In generale, grazie all’operazione tra gli atenei ucraini e quelli europei, saranno proposte opportunità educative per la comunità ucraina all’estero (la call è aperta).
Nel corso degli anni, all’Erasmus hanno partecipato più di tredici milioni di giovani. «L’Erasmus ha sempre costruito ponti tra la gente, le lingue e la cultura. Dopo l’invasione dell’Ucraina, abbiamo adattato il programma molto velocemente per integrare nuovi modi di aiutare chi fugge dalla guerra. Siamo fieri che l’Erasmus abbia costruito ponti per gli ucraini», ha detto Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione.